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MotoGP, Marquez 'doma' Dovizioso e le Ducati a Brno

Con la 6a vittoria stagionale Marc raggiunge Hailwood a quota 76. Sul podio anche Miller dopo un bel duello con Rins, 5° Crutchlow seguito da Rossi e Quartararo, 8° Petrucci, 10° Vinales

MotoGP: Marquez 'doma' Dovizioso e le Ducati a Brno

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Ci sarebbero tante domande da porsi, ma ne scegliamo due. La prima: eravamo a Brno o al Sachsenring? La seconda, riprendendo la frase pronunciata ieri da Dovizioso, secondo cui sfidare Marc sul suo terreno sarebbe da masochista. A tal proposito ci chiediamo: “Quali sono i terreni non favorevoli a Marc?”.

Ce lo chiediamo perché arrivati a questo punto si potrebbe nuovamente tornare in ferie e rivederci tutti a Valencia per i test del 2020. Inutile infatti continuare, dal momento che in pista c’è un pilota che corre solo contro se stesso e il GP della Repubblica Ceca ne è l’ennesima dimostrazione. Un dominio a tutti gli effetti quello del 93, che a Brno è scattato dalla prima casella sullo schieramento per poi arrivare in solitaria alla bandiera a scacchi. Dopo la lezione di guida di ieri in condizioni miste, Magic Marc ha pensato bene di riservarne una seconda. Alla concorrenza non resta quindi che mettersi seduti e prendere appunti. Anche perché con la sesta vittoria stagionale Marquez, raggiunge quota 76, eguagliando Hailwood.

Se siamo troppo duri ad utilizzare queste parole potete anche dircelo, ma al momento è inutile negare che ci sia in pista un pilota che fa uno sport a parte. Lo ha capito bene Andrea Dovizioso, che lo scorso anno portò la sua Ducati sul gradino più alto del podio e questa volta non gli resta che consolarsi con la vittoria del GP riservato ai piloti umani. Oltre tre i secondi rimediati dal sette volte iridato, a conferma di quello che è il potenziale espresso dallo spagnolo.

In Casa Ducati non resta quindi che raccogliere quelle poche briciole lasciate da Re Marc, perché coi tempi che corrono sembrano non esserci carte a disposizione da giocare contro l’alfiere Honda. È andata addirittura peggio a Danilo Petrucci, che durante tutto il weekend ha sofferto, senza riuscire a cambiare marcia in gara, tanto da doversi consolare con un ottavo posto dal retrogusto amaro. Nonostante le difficoltà incontrate dal pilota di Terni, come accaduto nel 2018 due Ducati sul podio compaiono lo stesso.

Oltre alla GP19 di Dovi, spicca anche quella di Jack Miller, capace di avere la meglio nei confronti di Alex Rins. Una sorta di rivincita per l’australiano dopo quel conto rimasto in sospeso due mesi fa al Mugello, quando l'alfiere Pramac finì a terra sul più bello.

Tra conferme, sorprese e delusioni, c’è poi una Yamaha che dimostra ancora una volta tutti i suoi limiti. A questo punto meglio pensare al test di domani, dove Rossi e Vinales saranno impegnati a programmare il 2020 con la nuova M1. Come accaduto negli ultimi appuntamenti, Valentino ha corso sulla difensiva, evitando errori e cercando di portare la propria moto al traguardo. Il sesto posto alle spalle di Crutchlow è il massimo che si potesse portare a casa, al termine di una domenica dove il 46 è stato il più veloce in sella alla Yamaha. Già, perché Fabio Quartararo non ha saputo andare oltre il settimo posto, mentre Vinales è addirittura sprofondato in decima posizione. Una domenica da spettatore per il numero 12, lontano parente rispetto a quanto visto prima della pausa.

Gara da dimenticare per quanto riguarda invece Mir e Morbidelli, usciti di scena a causa di un contatto al primo giro, mentre 14° Zarco. Ha saputo fare meglio Pol, 11° davanti a Bagnaia, 17° Iannone seguito dal compagno Aleix Espargarò.

     

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