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Gubellini: "Quartararo è esploso in MotoGP, come Stoner"

Parla il capotecnico di Fabio: "è umile e mette la sua faccia davanti ai problemi. La Yamaha è facile, ma portarla al limite molto difficile"

MotoGP: Gubellini: "Quartararo è esploso in MotoGP, come Stoner"

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Ha vent’anni, un’eleganza tutta francese nella guida, ma anche il temperamento caldo del sangue italiano e dei tanti anni passati in Spagna. Fabio Quartararo è la next big thing, come direbbero gli anglosassoni, della MotoGP. Arrivato a 15 nel motomondiale con le stigmate del nuovo Marquez, il pilota di Nizza non aveva entusiasmato in Moto3 ed era stato normale storcere il naso quando il team Petronas lo scorso anno lo scelse dopo un solo successo in Moto2.

A volte il destino prende strade che nemmeno Google Maps può prevedere e la scommessa è stata premiata con il jackpot. Anche l’incontro con Diego Gubellini, il suo attuale capotecnico, è stato in qualche modo fortuito.

Il mio progetto iniziale era quello di continuare a seguire Morbidelli, ma quando Pedrosa ha deciso di ritirarsi allora Yamaha ha pensato di affidare a Franco la squadra di Forcada e quindi io fui messo al fianco di Quartarato”, racconta Gubellini

Avevi qualche dubbio sul suo ingaggio, dato il curriculum?
La scelta del team è stata logica. Solitamente si guarda alla Moto2, partendo dal migliore, che l’anno scorso era Bagnaia, ma aveva già firmato per Ducati, come Oliveira con KTM, mentre Binder aveva già deciso di restare in Moto2. Fabio quindi era un’alternativa credibile, perché giovane e di talento”.

"Quaratararo è umile e mette la sua faccia davanti ai problemi"

Lo conoscevi già?
Ho parlato la prima volta con Fabio al qui al Sachsenring un anno fa e mi è piaciuto subito. Avevo firmato a scatola chiusa, ma sono uscito da quella riunione molto tranquillo. Innanzitutto la prima sensazione a pelle è stata ottima, abbiamo subito trovato confidenza. Mi è piaciuto il fatto che abbia affrontato questa sfida con molta umiltà, non capita spesso che un ragazzo giovane abbia questa qualità”.

È una caratteristica che ha anche nel box?
Sì, è il suo approccio: è un pilota che mette la sua faccia davanti i problemi, non vuole la soluzione dal setting piuttosto che dalle gomme. La prima domanda che fa a se stesso è: cosa posso fare per andare più forte? Non è una cosa né banale né scontata”.

Ti ricorda qualche altro pilota?
Io penso che lui sia semplicemente Fabio Quartararo, nel senso che ha le proprie caratteristiche e non assomiglia a nessun  altro. La sua storia in MotoGP ricorda quella di Stoner, che è esploso nella classe regina.

È un po’ naif come Casey?
Nel box è un ragazzo di vent’anni, quindi molto spensierato ed ‘easy’, come si dice, però è allo stesso tempo professionale. Non è uno di quei piloti troppo seri, lui si concentra quando deve guidare e quando ci dà le sue indicazioni, in quei momenti è analitico e preciso. Nel box parliamo tre o quattro lingue diverse e a lui piace impararne di nuove, quindi va da tutti i meccanici per farsi insegnare le varie frasi da dire al momento giusto”.

E la M1 sembra essere fatta per lui?
Di base la Yamaha è una buona moto, è ben bilanciata e questo le permette di andare bene più o meno dappertutto. Forse non ha punti estremamente forti, ma neanche di troppo deboli, questo fa sì che il primo approccio con la moto sia meno complicato rispetto ad altre marche”.

"La Yamaha è facile, ma non quando devi fare la pole o il podio"

Diciamo sempre che la M1 è una moto facile…
Non è del tutto corretto, è facile con la Yamaha arrivare fino a un certo livello, direi quello vicino alla Top Ten. Un pilota di talento riesce senza stravolgere il proprio stile ad arrivare a quel punto, ma fare una  pole position o salire sul podio è molto difficile. La M1 è facile perché ti garantisce una base che funziona”.

Per un debuttante è importante.
Nell’inverno prima di andare a cercare i dettagli di setup ed elettronica, abbiamo pensato a fare esperienza, sia per io che per il pilota. Siamo partiti dal setup migliore di Valencia, che era quello di Vinales, e abbiamo mantenuto quella configurazione fino a oggi”.

Quando hai capito che avrebbe potuto ottenere certi risultati?
“Il primo obiettivo era prendere le prime 3 gare con tranquillità, arrivare nei primi 12, e da Jerez in poi stare nella Top Ten abbastanza costantemente. Probabilmente non deve avermi capito (ride)”.

È perdonabile.
Nei test in Qatar aveva ottenuto il 3° tempo, 5° in qualifica nel GP e avevamo capito che imparava in fretta. Però a me piace andare con molta calma e i nostri obiettivi non erano cambiati e siamo stati molto contenti del 7° e dell’8° tempo in Argentina e Texas. Poi siamo arrivati in Europa e lì è esploso”.

Cosa lo ha innescato?
Per un debuttante è importante guidare su piste che conosce bene perché gli permettono di acquisire certi automatismi. Può concentrarsi più sulla guida e sulle novità richieste dalla MotoGP, dalla gestione delle gomme a quella del freno posteriore, per fare degli esempi. Una volta imparate queste abilità, diventano poi automatiche su tutte le piste ed è questo il motivo per cui è riuscito a essere forte da Jerez in poi”.

"Quartararo non ha punti deboli ma grandi margini di miglioramento"

Vedi in lui dei punti deboli?
Ci sono punti in cui può particolarmente cresce. Noi abbiamo sempre cercato di metterlo sotto pressione perché è un ragazzo giovane che ha avuto un inizio di carriera difficile e bisogna tenere conto del suo passato nella sua gestione. Lui sta facendo molto di più di quello che chiunque si aspettasse da lui, ma l’obiettivo rimane quello di inizio stagione, un 10° posto sarebbe comunque un risultato positivo. Fabio sta ancora scoprendo il suo reale valore e in questo senso c’è tanto da fare. Fisicamente si è preparato molto, ma non ha ancora la struttura e la resistenza che avrà fra 5 anni, nel tempo sicuramente migliorerà. Gli manca l’esperienza, ma ha la furbizia di adattarsi molto in fretta. Non vedo aspetti negativi, ma dei grandi margini di miglioramento benché sia già ad un livello altissimo”.

Passando a questioni prettamente tecniche, da un po’ di anni a questa parte in tanti si chiedono perché le Yamaha satellite siano più veloci delle ufficiali. Hai una risposta?
Sicuramente c’è un discorso legato allo sviluppo, la squadra ufficiale prova determinati particolari nel fine settimana di gara per poi deliberarlo. Anche se questo non significa che poi ci passino materiale nuovo, perché la nostra moto è sempre la stessa (ride). Questo gli fa perdere tempo che potrebbero dedicare alla ricerca del migliore setup o alla prova delle gomme. Il resto non saprei dirlo, ma di fatto in gara fino a ora le Yamaha ufficiali sono sempre arrivate davanti. Valentino ha avuto più problemi in prova ma poi in gara fa sempre buoni risultati e Vinales ha avuto problemi solo nella prima parte di gara. A livello di prestazioni pure, è difficile dire che le Yamaha satellite vadano più forte analizzando le cose nel dettaglio.

Questa volta serve una risposta secca. Quartararo vincerà una gara prima della fine dell’anno?
“No”.

Lo dici per scaramanzia?
Esatto!” (ride).

Hai già un aneddoto per raccontare Fabio?
Nulla che possa rendere pubblico (ride). Però due giorni fa, per il mio compleanno, mi ha regalato una statuetta di Chewbecca dopo  avere scoperto che sono un appassionato di Guerre Stellari”.

Quartararo che ruolo avrebbe nella saga?
Quello del personaggio principale, Luke Skywalker”.

La forza sembra già essere con lui.

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