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MotoGP, Gresini: "Melandri sapeva emozionare, meritava di più"

Con Fausto, Marco arrivò 2° in MotoGP. "A volte ha pagato la sua schiettezza e spesso si è trovato nel posto giusto al momento sbagliato"

MotoGP: Gresini: "Melandri sapeva emozionare, meritava di più"

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La carriera di Marco Melandri è legata a doppio filo con quella di Fausto Gresini. È stato nella sua squadra che Macho è diventato uno dei big della MotoGP e fu con lui che visse anche lo sfortunato ritorno nella classe regina nel 2015. “Ci sarebbero così tanti aneddoti da raccontare, sia belli che brutti” dice Fausto, appresa la notizia del ritiro di Marco. Allora incominciamo.

Sei sorpreso dal suo addio?
Ni, negli ultimi anni l’ho visto un po’ soffrire e mai completamente felice. Quando passi quei momenti, alcune cose cambiano nella tua vita, arriva un po’ di stanchezza e prima o poi succede di dovere prendere certe decisioni. Detto questo, mi dispiace perché Marco è un grande, sia come pilota che come persona”.

Insieme a te era salito alla ribalta in MotoGP….
È andata proprio così, abbiamo vinto tante gare e siamo stati secondi nel Mondiale. Poi siamo sempre rimasti in buoni rapporti, lui ha dato tanto alla mia squadra e i suoi migliori anni in MotoGP sono stati con noi”.

Come lo avevi conosciuto?
Ho iniziato a seguirlo quando correva in 125 con la Honda e il suo manager era Loris Reggiani, poi l’ho avuto come rivale in 250. Debuttò in MotoGP sulla Yamaha del team Tech3, non furono anni semplici per lui, quindi arrivò da noi a fianco di Sete Gibernau”.

Quali sono i tuoi ricordi più belli?
Quando abbiamo vinto per due anni consecutivi in Turchia, su quella pista era veramente fortissimo, e poi la vittoria a Phillip Island. Ci sono stati però anche dei momenti difficili, come quando Valentino lo buttò a terra in Giappone nel 2005 e Marco si ferì un piede con una pedana. In quel momento perdemmo punti fondamentali per il campionato, ma continuammo a lottare fino alla fine”.

Marco ha ottenuto meno di quanto si sarebbe meritato?
Assolutamente, un pilota come lui si sarebbe meritato più di un solo titolo perché in pista ti faceva emozionare. Avrebbe potuto vincerne almeno un paio in SBK, ma in determinati momenti ha perso l’opportunità”.

Chi è Marco Melandri?
Una persona a cui voglio molto bene e un ragazzo molto onesto, schietto, che dice sempre quello che pensa. A volte questa sua caratteristica, l’essere troppo sincero, ha giocato a suo sfavore”.

A volte gli è mancata anche un po’ di fortuna.
Ha corso per 20 anni, ma effettivamente a volte si è trovato nel posto giusto al momento sbagliato. Penso a quando passò alla Kawasaki in MotoGP che poi decise di ritirarsi ufficialmente dal Mondiale, come gli successe poi in SBK con la BMW”.

Un altro brutto capitolo fu il rientro in MotoGP con Aprilia nel 2015.
Quello fu uno degli errori più grandi fatti da tutti noi. Marco aveva un contratto con Aprilia, voleva continuare in SBK ma lo convinsero a correre in MotoGP e fu un disastro. Melandri ha sempre avuto una caratteristica: se non crede in un progetto, non funziona. Se andò a metà stagione, poi prese un anno sabbatico. Alberto Vergani fu bravissimo a metterlo sulla Ducati in SBK, Marco deve tanto al suo manager”.

Ora ha davanti a sé le ultime gare. Cosa succede quando un pilota dice basta?
Io presi una decisione dopo un anno particolare, in cui morirono mio padre e Senna e nacque il mio primo figlio. Avevo 33 anni, mi sentivo forte ma non avevo a disposizione la moto che meritavo, ero in un team di serie B. Tutto questo mi fece dire basta perché ero ambizioso e, come ho sempre detto, ho preferito essere un giovane manager che un un vecchio pilota. Non volevo fare la fine di uno di quelli che iniziano a piangersi addosso perché non accettano di smettere”.

Che consiglio ti senti di dare a Marco per la sua ‘seconda vita’?
Dopo il ritiro, la più grande difficoltà è rispondere a questa frase: cosa faccio adesso? Io dovetti affrontare questo dilemma e non fu semplice. Oggi però ci sono molte più possibilità rispetto ai miei tempi, sono sicuro che Marco saprà scegliere al meglio”.

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