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MotoGP, Massimo Calandri: "Il libro di Pernat? Scriverlo è stata un'avventura"

L'autore di "Belìn, che Paddock" è salito a bordo della GPone Car assieme a Carlo Pernat, protagonista di tantissime storie in un libro che sta avendo molto successo

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Massimo Calandri ha avuto l'ingrato compito di riordinare l'autentico casino che rappresenta il bagaglio di ricordi e avventure di Carlo Pernat. Bagaglio che, teniamo a precisare, è stato organizzato e raccontato in modo assolutamente esemplare nel libro "Belìn, che Paddock", che è stato presentato durante il fine settimana del Mugello e sta raccogliendo un ottimo successo.

Calandri ha affrontato un percorso decisamente difficile, perché la somma di tutti i racconti di Pernat sarebbe plausibilmente bastata per una trilogia, più che per un singolo libro. Ha dunque dovuto fare una selezione e soprattutto ha scelto un linguaggio forse poco giornalistico per mettere nero su bianco il tutto, un linguaggio che potrebbe definirsi 'Pernattese', come suggerito dal nostro Matteo Aglio durante questa GPone Car. 

Un linguaggio veloce, diretto. Che permette di vivere in prima persona tutti gli incredibili episodi narrati e lo fa mantenendo quello che potrebbe definirsi un ritmo quasi musicale. Conoscendo Carletto, facile immaginare che il ritmo perfetto fosse la Samba. Obiettivo centrato, perché gli occhi corrono veloci tra le pagine e nonostante non ci sia nel libro una linea temporale univoca, tutto il disegno risulta assolutamente perfetto. Si passa dalle avventure alla Dakar targate Cagiva, alle cene con i Rolling Stones, passando per le donne (tante e belle) e per qualche scherzo tirato da quei simpaticoni di Gramigni e Reggiani con una donna che aveva qualcosa in più.

Sublime caos, che disegna perfettamente i confini di un personaggio come Carlo Pernat, che ovviamente di confini non ne ha. Massimo Calandri lo sapeva bene, e secondo noi il libro "Belìn, che Paddock" riesce a trasmettere esattamente questo. Le incredibili storie di un uomo che nella vita ha scelto di essere curioso sempre, e di non dire mai 'no' a nessuna avventura. Una vita senza confini, insomma.

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