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MotoGP, Lorenzo, Iannone e Zarco: quanto è difficile cambiare

I tre piloti hanno deluso in questo inizio di campionato: la Honda sembra la nemesi di Jorge, Andrea deve ancora capire l'Aprilia, Johann ha già perso la pazienza con KTM

MotoGP: Lorenzo, Iannone e Zarco: quanto è difficile cambiare

Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa che quel che lascia ma non sa quel che trova. Il vecchio detto funziona alla perfezione anche con le moto, chiedete a Lorenzo, Iannone e Zarco per conferma. In questo caso, non viene neppure in aiuto l’altra pillola di saggezza: mal comune mezzo gaudio. Jorge, Andrea e Johann hanno lasciato una moto in cui erano competitivi e si sono trovati nei guai.

Tutti hanno deluso nelle prime quattro gare della stagione, anche nel confronto con i rispettivi compagni di squadra, e la strada per uscire dalle loro difficoltà sembra ancora lunga.

In teoria, Lorenzo sarebbe dovuto essere il pilota più avvantaggiato, essendo passato a uno dei team più vittoriosi di sempre e alla moto che ha dominato le ultime stagioni. La Honda, però, è stata forgiata da Marc negli ultimi anni e i due spagnoli non potrebbero avere stili di guida più diversi tra loro.

HONDA: PERFETTA PER MARQUEZ, LA NEMESI PER LORENZO

La RC213V è piccola, reattiva, perfino capricciosa e Marquez, a volte, più che guidarla sembra violentarla. Jorge non è così, lui ama la perfezione sia nelle linee che nelle reazioni in sella. Inoltre, se Marc guida con la gomma posteriore, un po’ come faceva Stoner, il maiorchino si affida totalmente a quella anteriore e, al momento (come confermano sia Marquez che Crutchlow) la fiducia sulla ruota davanti è quello che manca alla Honda. Se si aggiungono i recenti infortuni (con conseguente perdita di preziosi giorni di test) e qualche inconveniente tecnico di troppo, si capisce perché la strada di Lorenzo sia in salita.

In verità i numeri dicono che il maiorchino, dopo 4 gare, ha più punti di un anno fa (11 contro 6) ma la situazione con la Rossa dodici mesi fa era ben diversa. A Jerez aveva buttato all'aria un ottimo risultato per un errore e Jorge si sarebbe presto tolto dalle sabbie mobili con una doppietta a Mugello e Barcellona, ora sembra quasi impossibile che possa fare lo stesso con la Honda.

Sottovalutare il maiorchino è un errore da principianti, ma, come afferma lui stesso, “servono tempo e chilometri”. I test di Jerez, però, non sono andati al meglio con due cadute, segno che la fiducia nella moto non è ancora sufficiente.

Spero che la Honda abbia la mia stessa voglia di uscire da questa situazione” ha tuonato a Jerez, ma la verità è che la HRC con quella moto può vedere fare miracoli a Marquez e anche Cal è già salito sul podio una volta quest’anno. Per fortuna la voglia di lavorare non ha mai spaventato Lorenzo, che può guardare in ogni caso al futuro con più ottimismo dei due compagni di sventura.

IANNONE E ZARCO: UNA SCALATA SUI MONTI APRILIA E KTM

Iannone e Zarco sapevano di dovere ingoiare qualche rospo su Aprilia e KTM, due moto ancora da sviluppare per essere al livello della migliore concorrenza, ma nessuno dei due forse pensava che sarebbero stati così tanti.

Potete vedere chiaramente nel grafico qui sopra come la caduta per la coppia italo-francese sia stata dura. L’anno scorso Johann arrivava al GP di casa godendosi il secondo posto in campionato, Andrea era 4° ed entrambi erano saliti già due volte sul podio. Ora sono in quella zona della classifica in cui nessuno vorrebbe stare (Zarco è 18°, Iannone 20°).

Entrambi sono passati da moto con un 4 cilindri in linea ad altre con un V4 e questo sicuramente influisce sull’adattamento. Il discorso vale soprattutto per il francese, che aveva debuttato in MotoGP con la Yamaha, la moto più ‘amica’ dei piloti. Basta vedere cosa sta facendo Quartararo per capirlo e si ha la riconferma con Morbidelli che arrivava dalla Honda. Franco ha già 25 punti in classifica, più di quanti raccolti da Lorenzo, Zarco e Iannone messi insieme.

Mordere un osso duro può stancare e Johann ha già sbottato. “Telaio ed erogazione potenza sono una merda” le parole indirizzate alla RC16 e intercettate da una telecamera nei box. Johann si è preso una tirata di orecchie dal gran capo KTM Pierer: “devi avere coraggio per buttare in curva un V4, non devi essere morbido come con un 4 in linea”, ha dichiarato riconducendo le difficoltà alla diversa filosofia.

Il che certamente ha un peso, ma con tutta probabilità non è l’unico problema. Anche Johann sa di avere qualche responsabilità e sta correndo ai ripari, ingaggiando come coach Jean Michel Bayle.

Iannone, da parte sua, sta affrontando la scalata in Aprilia con calma zen. Aleix Espargarò ha già ottenuto due top ten quest’anno, ma Andrea sembra più focalizzato sullo sviluppo della RS-GP. Il che è un bene, ma bisogna ricordarsi che l’italiano fa il pilota e non il collaudatore.

La sua esperienza in Ducati, però, potrebbe essere un’arma essenziale per lui. Sa già cosa significa soffrire e riuscire a risollevarsi, come del resto gli era capitato anche in Suzuki. Anche per lui il poco tempo è un’attenuante, ma in MotoGP nessuno aspetta gli altri. Noale non ha il budget di KTM (per citare la sua più diretta rivale al momento), ma passione e competenze con cui può fare la differenza, ma serve (ancora una volta) tempo.

Iannone deve ancora 'fare sua' l'Aprilia perché il potenziale attuale è sicuramente maggiore di quanto mostrato in questi primi GP. Come per Lorenzo, cambiare tre diverse moto in poco più di due anni non è semplice, ma la velocità del pilota di Vasto è sempre venuta fuori.

In MotoGP, provare nuove strade non è mai semplice e non è un caso che Jorge, Andrea e Johann stiano facendo così fatica nonostante il loro talento. Per ritrovare la bussola la prossima tappa sull'itinerario è Le Mans. Sarà una gara importante per tutti e tre.

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