Lo si potrebbe considerare come una sorta di contratto a chiamata, anche se a lui non piace più di tanto come formula. Sta di fatto che Mattia Pasini è tornato nuovamente in sella nei test di lunedì a Jerez, dal momento che ha dovuto sostituire l’infortunato Pawi. Toccherà quindi al romagnolo tenere alti i colori del del team SIC in occasione del prossimo appuntamento del Motomondiale a Le Mans.
“Sono davvero molto entusiasta di questa opportunità, anche se mi dispiace prendere il posto di un pilota che si è infortunato – ha esordito – so bene cosa significhi non poter partecipare a una gara. A Jerez abbiamo quindi iniziato questo cammino, riuscendo da subito a trovare la giusta fiducia ed essere competitivo”.
A quanto pare Lowes è stato il riferimento della giornata col tempo di 1’41”3.
“I tempi ufficiali non erano disponibili, ma io sono riuscito a girare in 1’41”4. Le condizioni erano ottime, inoltre il tracciato aveva grande grip dopo i test della MotoGP e questo è stato senza dubbio un toccasana per noi della Moto2”.
Cosa ti ha colpito del team Petronas?
“Questa squadra è impressionante e lo capisci dall’impatto che ha avuto nel Motomondiale. Sei in un team al top, dove non manca nulla e quando hai una richiesta viene soddisfatta in tempi brevi. Sono infatti grato a loro per avermi concesso questa opportunità e farò di tutto per essere all’altezza”.
Mattia, al momento il tuo è un contratto a chiamata.
“Diciamo di sì, non mi piace molto come formula, ma speriamo diventi qualcos’altro più avanti. Io devo solo pensare a me stesso, guidare come ho sempre fatto ed essere competitivo”.
Se avessi iniziato il Mondiale con un programma delineato assieme a Petronas, cosa sarebbe cambiato?
“Forse sarei stato in lotta da subito per il Mondiale e avrei potuto giocarmi il titolo”.
“Baldassarri è quindi stato fortunato.
“Direi di no. Balda sta facendo un grandissimo lavoro e sta meritando ampiamente questa prima posizione nel Mondiale. Credo sia cresciuto molto in questo ultimo anno e i risultati ne sono la dimostrazione”.
Nel caso pensi di poterlo aiutare?
“Non credo abbia bisogno del mio aiuto Lorenzo e nemmeno voglio trovarmi nella condizione di farlo”.
Quindi se a Le Mans arrivaste assieme all’ultima curva lo attaccheresti?
“Certo che sì!”
Mattia, lo scorso weekend eri in azione con i colori del team Angel Nieto. Cosa non ha funzionato dopo quella straordinaria prestazione ad Austin?
“È stato un fine settimana difficile e non posso certo negarlo. Purtroppo a Jerez sono partito un passo indietro, dato che gli altri piloti avevano svolto i test in inverno e di conseguenza avevano più dati su cui poter fare affidamento. Inoltre la KTM è una moto diversa dalla Kalex, dato che richiede una guida molto più aggressiva”.
A pensarci bene, con Le Mans, arriviamo a quota tre GP dove mancherai in cabina di commento con Triolo. Ti manca il microfono?
“Diciamo che mi è mancata più la moto. Quella con Rosario è Sky è stata una bellissima avventura, ma il mio obiettivo è quello di rimanere in pista a correre”.
Cosa ti aspetti da Le Mans?
“Sarà un Gran Premio interessante, però mi aspetto di partire col piede giusto ed essere competitivo da subito”.
L’ultimo weekend non è andato nel verso giusto per te, ma Paolo Simoncelli e la sua Squadra Corse hanno ottenuto il primo successo in Moto3.
“Sono davvero contento per Paolo dal profondo nel mio cuore, credo sia stata una gioia unica per lui e anche per i ragazzi, su un circuito particolare. Come ben ricordiamo Marco vinse a Jerez la prima gara e sono convinto che da lassù gli abbia dato un aiuto”.
Tra te e Marco c’era un rapporto speciale, tra l’altro hai addirittura il numero 58 tatuato. Ti piacerebbe un giorno poter aiutare la Squadra Corse a fare crescere i giovani. In fondo l’esperienza non manca.
“Assolutamente sì, sarebbe davvero bello poter offrire il mio contributo, magari quando smetto di correre. Con Paolo siamo molto legati e sono convinto che anche Marco sarebbe felice”.