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SBK, Sykes fa rinascere la BMW nella FP2 di Assen, 6° Bautista

Che sfida al TT con i primi cinque in soli 31 millesimi, alle spalle di Tom le Kawasaki di Rea e Haslam, poi Reiterberger, 9° Davies, 14° Melandri

SBK: Sykes fa rinascere la BMW nella FP2 di Assen, 6° Bautista

Qualche timido raggio di luce si fa spazio tra le nuvole, ma ad Assen le temperature rimangono rigide, tanto che il termometro non va oltre i cinque gradi. A surriscaldare l’ambiente ci pensa però la Superbike, dal momento che al termine della FP2 troviamo ben sette piloti in meno di un decimo e mezzo.

A capitanare il gruppo è la BMW di un sorprendente Tom Sykes. Proprio sul finale di sessione il 66 tira fuori dal cilindro il crono di 1’35”414 che gli consegna la vetta. Il britannico ha saputo fare la differenza nel terzo settore del tracciato, dove ha trovato lo spunto per agganciare la vetta. Alzi la mano chi l’avrebbe mai pensato. Probabilmente nessuno, invece ecco la S1000RR catturare tutti i riflettori del pomeriggio. La competitività dell’ultima evoluzione della casa tedesca è poi confermata dal quarto crono messo a segno da Markus Reiterberger, a soli 31 millesimi dalla vetta. La BMW si rivela quindi forte sul giro secco, come già era accaduto in altre circostanze, ci sarà però da capire il livello espresso sul passo gara.

Come detto, la FP2 si è rivelata particolarmente incandescente, visti i distacchi contenuti. Nei piani alti della classe spiccano poi le Kawasaki di Johnny Rea e Leon Haslam. Soli tre millesimi incassa l’ex compagno di Sykes, mentre tredici il numero 91. Già al mattino era  emerso il potenziale della ZX-10RR, confermato poi al pomeriggio.

E la Ducati? Scontato nasce l’interrogativo. Già, perché fa strano non vedere la Rossa davanti a tutti come accaduto nei tre round precedenti. Sta di fatto che Alvaro Bautista accusa soli 133 millesimi da Sykes sul tracciato del TT, precedendo la R1 dell’idolo locale Michael van der Mark. Non scordiamoci che per lo spagnolo si tratta della prima apparizione sulla pista del Dutch con la V4 e a vedere dalle prestazioni l’avvio è di quelli incoraggianti, anche perché le altre Ducati sono tutte alle sue spalle. È il caso di Chaz Davies (+0.399), addirittura nono preceduto da Razgatlioglu e Cortese, mentre 12° Torres e 17° Rinaldi.

A chiudere quindi la top ten ci pensa Alex Lowes, vittima di una scivolata, mentre Melandri non va oltre il 14° tempo a quasi un secondo e mezzo dalla vetta. Un inizio complicato per il romagnolo, che al Dutch cerca il riscatto dopo Aragon Fa meglio di lui Leon Camier, in azione con una Honda che può fare affidamento su 500 giri in più al motore. Sedicesimo Barbera con la Kawasaki del team Orelac.  

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