Sette gradi nell’aria e dieci sull’asfalto. A questo punto c’è chi inizia a rimpiangere la Thailandia, dove il caldo la faceva da padrone. Già, perché ad Aragon il vero protagonista è il freddo, dal momento che il warmup della domenica mattina si è rivelato praticamente un turno inutile. I piloti hanno infatti evitato di prendere rischi, girando circa un secondo e mezzo più lenti in confronto alla qualifica.
Eppure c’è chi non vuole saperne di fermarsi. È il caso di Alvaro Bautista, autore del riferimento nell’ultimo turno prima della Superpole Race, grazie al crono di 1’50”594. Discorso opposto per il compagno Chaz Davies (+0.867), che ha preferito accontentarsi del decimo tempo, inserendosi tra le Panigale di Eugene Laverty e Michael Rinaldi.
A mettersi all’inseguimento di Bautista ci ha pensato quindi la BMW di Tom Sykes (+0.234), in ritardo di poco più di due decimi dall’alfiere Aruba, incalzata a soli 57 millesimi dalla Yamaha di Alex Lowes. Nei piani alti della classe spicca poi la Kawasaki di Leon Haslam (+0.459), autore del quarto crono nonostante il mezzo secondo da recupero. Tra coloro che rincorrono anche Johnny Rea (+0.669), il quale non va oltre il settimo tempo alle spalle della BMW di Markus Reiterberger e della R1 di Michael van der Mark. Arretrato invece Marco Melandri, soltanto dodicesimo a nove decimi e chiamato a riscattare un sabato da dimenticare. In fondo al gruppo le Honda di Camier e Kiyonari.