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Emiliano Malagoli: dalla Roma-Ostia alla maratona di New York

Il pilota, amputato dopo un incidente in moto ha corso e terminato la mezza maratona di Roma ed ora punta alla classica 42,195 Km di NY

News: Emiliano Malagoli: dalla Roma-Ostia alla maratona di New York

Pain is inevitable. Suffering is optional.
Il dolore non si può evitare, ma la sofferenza è opzionale.

Supponiamo per esempio che correndo uno pensi: 'Non ce la faccio più, è troppo faticoso'. La fatica è una realtà inevitabile, mentre la possibilità di farcela o meno è a esclusiva discrezione di ogni individuo."

Credo che queste parole riassumano alla perfezione la natura di quell'evento sportivo che si chiama maratona.
Così racconta il grande scrittore giapponese Haruki Murakami nel suo L'arte di correre.

Per Emiliano, pilota motociclistico, amputato alla gamba destra, correre con una protesi significa provare un dolore che non è dato solo dalla fatica fisica. Quella sta cercando di affrontarla con un duro allenamento, supportato dai preparatori Emanuele D'Artibale della Auckland University of Technology e Domenico Ricatti al Centro sportivo dell'Aeronautica di Vigna di Valle, con il colonnello Giuseppe Lauriola.

L'altro problema è la protesi che, dopo tanti chilometri comincia a spingere sul moncone della gamba creando vesciche dolorose, oltre al sudore che lo costringe a fermarsi spesso per asciugarlo. La 21km RomaOstia è stata un test non solo fisico, ma soprattutto per fornire dati ad Ottobock, l'azienda di protesi che sta studiando con Emiliano un apposito invaso più confortevole e adatto ad una maratona.

Emiliano è infatti il primo italiano a correre la maratona di New York con una protesi.

Ma l'incidente in moto che l'ha privato di una gamba non l'ha fermato dal risalire in moto, poi correre in pista, fondare una onlus per portare altri disabili in moto, organizzare la prima competizione motociclistica prima italiana e poi internazionale di motociclismo paralimpico.

E dunque siamo sicuri non lo fermeranno nemmeno la fatica e la sofferenza di una maratona. Perché, come direbbe Murakami: “I dream. Sometimes I think that's the only right thing to do”.

"Sogno. A volte penso che sia l'unica cosa giusta da fare".


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