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SBK, Phillip Island: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Bautista e la Panigale V4 si mangiano in un solo boccone Rea e la Kawasaki in Australia al termine di un weekend tra sogno e realtà

SBK: Phillip Island: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Rosso, che più rosso non si può. Da ieri Phillip Island è terra di dominio Ducati. Alzi la mano chi avrebbe mai immaginato un fine settimana del genere a Phillip Island, invece ecco il Bautista che non ti aspetti con la sua Panigale V4 al debutto. Lo spagnolo questa volta ha cannibalizzato Rea, rendendo piccola come non mai la sua Kawasaki. Beccarsi 30 secondi in due gare sembrava essere un qualcosa di possibile solo nei sogni, invece per Johnny è il dramma che si è consumato nel weekend australiano.

Mastica amaro il quattro volte iridato e assieme a lui anche Chaz Davies, che rappresenta il rovescio della medaglia in casa Aruba. E che dire poi della BMW di Tom Sykes e della Honda di Leon Camier, ancora alla ricerca della giusta strada da seguire. D’altronde era solo la prima gara e preferiamo aspettare prima di trarre bilanci affrettati.

IL BELLO –  Non può che essere lui, Alvaro Bautista. Un weekend da incorniciare quello dello spagnolo, che alla prima gara in Superbike ha saputo mettere tutti in riga. Phillip Island 2019 rimarrà un round impresso negli annali, che conserva quindi il sapore di storia. La stessa che sogna di scrivere in questa stagione il numero 19 con l’ultima evoluzione portata in pista dalla Casa di Borgo Panigale.

IL BRUTTO – Avete presente quando andate a una festa, tutti si divertono, e voi vi ritrovate soli in un angolo perché non conoscete nessuno? Ecco, questa può essere per certi versi la cartolina da Phillip Island di Chaz Davies. Mentre il suo compagno stappava prosecco sul gradino più alto del podio, il gallese era costretto a pensare come risolvere i propri problemi con la Ducati V4. Un weekend iniziato male, con la partenza dall’ultima fila, fino ad arrivare a Gara2, dove Chaz è riuscito a metterci una mezza pezza. A Buriram l’operazione riscatto!

IL CATTIVO – Se qualcuno aveva dei dubbi sulle qualità di Leon Haslam è bastato un weekend per levarseli. A Phillip Island Pocket Rocket non ha fatto certo rimpiangere l’addio di Tom Sykes, a tal punto da scendere in pista col coltello tra i denti e dare vita a un’incandescente testa a testa con Rea. Che peccato per quella scivolata del sabato, chissà come sarebbe finita.

LA DELUSIONE – Le attese verso la nuova moto erano tante, invece arrivati a fine weekend ci si chiede che fine abbia fatto la BMW. Un debutto amaro per la S1000RR, costretta a recitare la parte di spettatrice con Tom Sykes. E pensare che nei test al 66 stava già venendo l’acquolina in bocca, poi ecco la realtà della gara dal retrogusto amaro.

LA CONFERMA – Gli indizi c’erano tutti per quanto visto fin dai test. Giù il cappello per Randy Krummenacher, vincitore della tappa inaugurale della SSP in Australia. Un regalo migliore di compleanno non poteva proprio farselo lo svizzero.

L’ERRORE – Quando c’è di mezzo il flag to flag non mancano mai le sorprese. Questa volta la sfortuna si è però abbattuta su Federico Caricasulo. Il romagnolo è rientrato ai box un giro dopo Krummenacher per il cambio gomma, ma alla ripartenza il cavalletto posteriore è rimasto incredibilmente attaccato alla sua R6. Non vogliamo sapere cosa sia passato in quel momento nella mente del portacolori Evan Bros.

LA SORPRESA – Nemmeno lui ci credeva più di tanto dopo il secondo turno di libere, invece Marco Melandri ha fatto brillare la R1 del team GRT, regalando un memorabile podio alla sua squadra alla prima assoluta in Superbike. Filippo Conti non poteva chiedere di più!

IL SORPASSO – L’ultima curva di Phillip Island non ha segreti per Marco Melandri. Lo scorso anno è toccato a Rea mandare giù il boccone amaro, questa volta a Lowes, che si è visto superare sul più bello da una Yamaha indipendent.

LA CURIOSITA’ – C’è qualcuno che ha saputo fare meglio di Bautista all’esordio? No, ma di sicuro c’è qualcuno che ha saputo eguagliare per certi versi lo spagnolo. Stiamo parlando di John Kocinski, che all’esordio in SBK ha regalato una doppia vittoria alla Ducati. Era il 1996, a Misano, stagione in cui l’americano concluse in terza posizione. Ad Alvaro non possiamo che augurare di  fare meglio.

IO L’AVEVO DETTO –La V4? Nulla di eccezionale”. Forse Pere Riba si stava riferendo a quella di Davies o Laverty o a quella di Rinaldi, quando dieci giorni fa ci rispose così in merito all’ultima nata in casa Ducati. A quanto pare non aveva ancora fatto i conti con quella di Bautista.  


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