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SBK, Bautista: “La Superbike? Dall’Igna già mi voleva in Aprilia”

ESCLUSIVA – Alvaro a 360° prima del via del Mondiale: “Rea non è come Marquez. Per batterlo dovrò fare come il mio Atletico con la Juventus”

SBK: Bautista: “La Superbike? Dall’Igna già mi voleva in Aprilia”

È il personaggio del momento nel paddock della Superbike. Già, perché dopo le prestazioni realizzate  nei test di Phillip Island, Alvaro Bautista ha conquistato i tifosi della Rossa. Sabato pomeriggio, quando in Italia saranno le 5 del mattino, darà il via alla propria cavalcata nel Mondiale riservato alle derivate. L’emozione è grande, ma allo stesso tempo non manca la consapevolezza riguardo quale sia la sua missione.

Adesso che inizio l’avventura nel Mondiale con la Ducati posso dire di essere quasi italiano – ha esordito scherzando Alvaro – sono molto felice per questa esperienza, ma anche per l’affetto che vedo da parte dei tifosi spagnoli e ovviamente quelli italiani. Spero di regalare a tutti loro una grande gioia, posso assicurare ad ognuno di loro che darò tutto quello che ho dentro”.

In occasione della presentazione del team, Dall’Igna ci disse che tu non volevi approdare in SBK.

“Non è che non volevo venire in Superbike. Il fatto è che tutta la mia carriera si è evoluta nel paddock della MotoGP e di conseguenza quella era considerata come la mia casa. Gigi mi aveva già chiamato quando lavorava in Aprilia, lui voleva che facessi il salto. Alla fine l’ho compiuto con qualche anno di ritardo. Forse prima non era il momento giusto, mentre ora lo è”

Cosa ti ha colpito del paddock della SBK rispetto a quello della MotoGP?

“Forse è vero che qua c’è meno gente, ma avverto un’atmosfera più famigliare. Nel motomondiale vedo infatti molto più business, qua in SBK il clima è sereno e tranquillo”.

Tutti si chiedono come mai Alvaro Bautista sia così forte con la Ducati V4.

“Io cerco sempre di fare il massimo, la V4 è una moto derivata dalla MotoGP e di conseguenza è un carattere che già conosco. A parte ciò devo comunque abituarmi ai freni o alle gomme, cercando di trovare il giusto compromesso. Nei primi test ho lavorato più che altro sulle sensazioni, mentre qua mi sono focalizzato sulla moto, apportando il vero lavoro di sviluppo. Prima di tutto era necessario capire il mezzo poi compiere le modifiche”.

Sabato la prima gara. Con quali pensieri andrai a letto venerdì sera?

Non credo che sabato si vinca o si perda il Mondiale. Questo 2019 sarà un anno lunghissimo. Farò in modo di essere sereno e concentrato, puntando a fare il massimo. Non ho l’obbligo di arrivare primo a tutti i costi, anche perché in pista c’è il migliore pilota di sempre della Superbike. Io posso solo assicurare che farò il massimo per essere con i migliori”.

A quale pilota della MotoGP si avvicina Rea?

“Credo che ogni pilota abbia qualcosa di particolare e le caratteristiche di Johnny non le ha nessuno”.

Qualcuno lo paragona a Marquez.

No, secondo me è diverso. Rea un pilota forte, che ha sempre la situazione sotto controllo, e tra l’altro non si avvicina al limite come Marc”.

Lorenzo?

“No, nemmeno a Jorge. Lorenzo ha una mentalità diversa rispetto a lui”.

C’è chi ti considera l’anti Rea. È davvero così?

“È molto difficile rispondere a questa domanda, non lo so. Tra l’altro non ho mai corso una gara in Superbike”.

Sui social c’è chi sostiene che meritavi la GP19 al posto di Petrucci.

“Io so che ho svolto il lavoro nel modo corretto. A inizio 2018 ho faticato, però poi sono cresciuto, a tal punto da essere vicino alla top five. Ricordo la gara di Motegi o Phillip Island. Penso di aver mostrato di essere un pilota che può lottare per qualcosa di importante”.

Ti rivedremo un giorno in MotoGP?

 “Vediamo”.

È vero che tifi Atletico?

“Esatto, sono tifoso dell’Atletico. È andata bene ieri con la Juve (sorride)”.

Per battere Rea dovrai fare come la squadra di Simeone con i bianconeri?

“Vero, ma non sarà per niente semplice”

 

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