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MotoGP, Marquez: “Se non dovessimo vincere sarà un fallimento"

Marc: "La spalla era in condizioni peggiori di quanto ci aspettassimo, è un recupero lungo sia dal punto di vista fisco e mentale"

MotoGP: Marquez: “Se non dovessimo vincere sarà un fallimento"

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La strada che conduce ai test di Sepang fa tappa a Madrid, dove la Honda apre la caccia al Mondiale 2019. Gran parte dei riflettori sono puntati su Jorge Lorenzo, new entry nel team, che farà di tutto per mettere i bastoni tra le ruote a Marc Marquez.

In questi giorni il sette volte iridato sta proseguendo il proprio percorso di recupero, a seguito dell’operazione di dicembre, ma la sua mente è già rivolta all’appuntamento di inizio febbraio in Malesia. In molti si chiedono quali saranno le sue condizioni di salute.

“A Sepang la spalla non sarà al 100% della forma – ha esordito il 93 - ovviamente farò di tutto affinché riesca ad essere competitivo e dare il massimo. Purtroppo la spalla era in condizioni peggiori di quanto ci aspettassimo sia io sia i medici e questo ha reso l'operazione più complicata del previsto e lo stesso vale per il recupero, sia fisico che mentale. Devo dire che questo è stato l'inverno più noioso di tutti quelli che ho vissuto ad oggi”.

Già nel 2014 Marc fu vittima di una situazione simile.

“È vero – ha ricordato – però questa è una situazione molto più complicata, ma nonostante tutto quell’annata si rivelò una delle migliori per me. L’operazione di dicembre è stata più difficile, inoltre mi ha tolto tante energie fisiche. La spalla non ha ancora la mobilità e la forza che vorrei, ma migliora giorno dopo giorno”.  

Uno degli aspetti che colpisce sono i diversi infortuni rimediati in allenamento dai piloti, in ultimo Lorenzo. Come mai?

Perché passiamo più tempo in moto in allenamento che in gara.  Tutti vorremmo stare casa a rilassarsi, ma questo fa parte del nostro lavoro. Forse alcuni piloti hanno strategie diverse, però io penso sempre agli allenamenti e alla gara con la consapevolezza del rischio che possa esserci”.

Per tutti siete considerati il dream team. E' la giusta definizione?

“Sinceramente non mi piace molto questo termine – ha precisato Marc –per usare questo termine dovremo aspettare la fine della stagione, perché l’unica cosa che conta è la pista e i risultati. Essere in una squadra come la Honda significa puntare a lottare per la vittoria o per il podio ogni domenica, oppure si tratterà di un fallimento”.  

In molti sono curiosi di vedere cosa accadrà in Qatar. Cosa ti aspetti?

“In quell’occasione spero di essere al 100%, personalmente mi aspetto un 2019 impegnativo, dove dovremo programmare il tutto in ogni minimo dettaglio per essere competitivi. Purtroppo in questo momento io e Jorge non siamo al top della forma, ma uno dei due deve comunque iniziare a provare le novità. Al momento la moto è competitiva, ma bisogna migliorare l'uscita  di curva. Insieme agli ingegneri vedremo come comportarci". 

Come sarà la convivenza con Lorenzo?

Nel motociclismo c’è una legge secondo cui il tuo compagno è anche il primo dei rivali – ha ricordato Marc – Jorge potrà fare affidamento sul mio stesso materiale e di conseguenza potrà succedere che ci aiuteremo a vicende senza saperlo, dato che quest’anno l’asticella si alzerà ulteriormente"

In merito alla sfida tra i due big, Lorenzo ha ricordato il legame tra Senna e Prost in F1.

“È normale che ci sia della tensione quando il livello è così alto. L’importante è che però rimanga dentro il box e non esca fuori. Di sicuro confrontarsi è la cosa migliore, come abbiamo fatto dopo il weekend di Aragon, quando con Jorge ci siamo sentiti al telefono. In passato sono capitati anche con Dani, nel 2013 e 2014, ma  in pista il rispetto non è mai mancato e quello deve esserci prima di tutto".  

Per tutti sei considerato il favorito. Temi più Lorenzo oppure la Ducati di Dovizioso?

“Per Jorge questo sarà il primo anno in Honda, ma me lo aspetto da subito come uno dei favoriti – ha avvisato – oltre a lui c’è ovviamente la Ducati con Dovizioso, così come le due Yamaha di Rossi e Vinales, senza dimenticarsi della Suzuki”.

Marc non cita la KTM, che da quest’anno vedrà la presenza di Dani Pedrosa in qualità di tester.

Dani mancherà molto a noi e a tutti gli appassionati del Motomondiale. Per la Honda lui è stato un pilota di grande importanza, soprattutto per quella sensibilità che mostrava in sella alla moto. Ovviamente entrambi avevamo il nostro gruppo di lavoro con cui confrontarci”.

Alla presentazione del team Honda hanno risposto all'appello due leggende come Doohan e Criville. Quali ricordi hai di loro?

“Essere in un team che ha avuto campioni del genere è un privilegio per me – ha detto Marc – loro erano i miei idoli e  fin da piccolo guardandoli in tv sognavo di entrare a fare parte di questa realtà. Nel 2011 ricevetti la proposta di andare in MotoGP, ma non da Honda, a parte ciò sono entusiasta di questa famiglia e non avverto la necessità di cambiare. Mi sento al centro del progetto e abbiamo una mentalità vincente”.  

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