Tu sei qui

MotoGP, Criville, Lorenzo nella mia situazione: “Doohan? era una ossessione"

"Jorge come me con Doohan nella 500. Mick era diventato il nemico da battere, poi quando abbiamo smesso siamo diventati amici e ora andiamo pure a cena assieme”

MotoGP: Criville, Lorenzo nella mia situazione: “Doohan? era una ossessione"

Il presente e il passato. Sul palco del Repsol Campus di Madrid non mancava davvero nulla, perché oltre a Marc Marquez e Jorge Lorenzo, pure Mick Doohan e Alex Criville hanno risposto presente all’appello. Nel 1999 lo spagnolo regalò alla Casa giapponese il titolo iridato nella classe 500 mettendo fine al dominio dell’australiano.

Nonostante il trascorrere del tempo, Criville non dimentica quegli anni, ma soprattutto il legame con Doohan. Una convivenza tutt’altro che semplice, anche se poi il tempo ha cambiato le varie dinamiche.

Con Doohan c’è stato inizialmente un rapporto rispettoso e cordiale, poi in seguito si sono generate della tensioni. È una cosa che considero normale all’interno di un team, ancora di più quando due piloti vogliono raggiungere il medesimo risultato. Mick era per certi versi il mio nemico da battere, una ossessione. Poi, quando abbiamo smesso di correre, siamo diventati amici e martedì sera siamo pure andati a cena assieme”.

Lorenzo può essere considerato come il Criville dei vecchi tempi?

Per certi versi possiamo dire di sì. Jorge si ritrova nella stessa situazione in cui mi sono ritrovato io, quando sono entrato nel box della Honda in 500 e dall’altra parte c’era Doohan. Dentro di me avevo tanta voglia di fare bene e arrivare alla conquista del titolo. Detto questo, tengo però a sottolineare che ogni pilota ha le proprie qualità e ognuno è diverso dall’altro”.   

Cosa bisogna aspettarsi da Lorenzo? Riuscirà subito a essere competitivo?

Mi aspetto di vederlo lottare con Marc, perché ciò significherebbe che ha la possibilità di giocarsi il titolo. Con questa Honda penso abbia le carte in regola per mostrare il proprio potenziale. Ovviamente le aveva anche con la Ducati, una moto che ha più potenza in confronto alla RCV213V, ma forse non la stessa facilità nella guida”.

Quanto era diversa la vecchia 500 dall’attuale MotoGP?

“Era un’altra era. Le moto erano diverse, soprattutto il motore e l’elettronica, inoltre grazie al traction control si è dato un taglio netto agli highside.  Adesso c’è molta più sicurezza in pista e anche più pressione sui piloti in confronto agli anni 90. Oltre a questo anche gli allenamenti sono diversi. Lo vediamo soprattutto sui social, dove i piloti postano le foto delle loro sessioni e anche la cura che sia della alimentazione”.

Adesso gli spagnoli sono gli avversari da battere nella classe regina. Come mai nella tua epoca era diverso?

“Perché noi abbiamo sempre cercato di focalizzarci sulle categorie minori, come ad esempio hanno fatto Pons e Nieto. Di conseguenza difficilmente si riusciva a ottenere un risultato importante nella vecchia 500, dove gli americani e gli australiani avevano un livello più alto. Dopo la mia vittoria siamo però riusciti ad aprire una nuova strada”.   

 


Articoli che potrebbero interessarti