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SBK, Eugene Laverty & Jordi Torres, la rivincita degli esclusi

A Jerez il nordirlandese debutterà con la Panigale V4, lo spagnolo con la Kawasaki, entrambi avranno l’obbligo di riscattare il 2018. Sarà così?

SBK: Eugene Laverty & Jordi Torres, la rivincita degli esclusi

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Per loro non c’era più spazio, anche perché le Case per cui correvano avevano deciso di abbassare le serrande. Stiamo parlando di Eugene Laverty e Jordi Torres, rimasti a piedi dopo l’addio al Mondiale Superbike di Aprilia e MV Agusta. Un boccone troppo amaro da mandare giù per il nordirlandese e lo spagnolo, che si sono ritrovati con un grosso punto interrogativo ad aleggiare sul 2019.

Per Laverty la situazione era al limite del surreale, anche perché non mancava il disappunto nel vedere così tanti colleghi appiedati insieme a lui. A volte però chiusa una porta si apre un portone e nel suo caso il detto non è stato così scontato. Già, perché lo scorso novembre, ecco giungere la notizia in merito al passaggio nel team GoEleven, dove sarà impegnato in sella alla Panigale V4. Eugene ritrova quindi la Ducati, esattamente tre anni dopo la fine dell’esperienza in MotoGP con i colori di Aspar.

Arriva nella squadra di Ramello con tante motivazioni, dal momento che vorrà riscattare le ultime due stagioni dal sapore agrodolce con l’Aprilia. Un’avventura senza dubbio tormentata quella con Milwaukee, dove il pilota ha dovuto fare i conti con una RSV4 in ritardo di preparazione rispetto a Ducati, Kawasaki e Yamaha. Nonostante gli ostacoli Eugene ha però stretto i denti, riuscendo a togliersi qualche soddisfazione, come in occasione dei round di Laguna Seca e Misano, dove ha centrato il podio. Due rondini che non hanno però fatto primavera, dal momento che dopo la pausa estiva è tornato a recitare la parte di semplice spettatore.

Arrivati a questo punto, Go Eleven e la Panigale V4 rappresentano quindi la grande occasione per il riscatto e lui lo sa bene. La priorità sarà innanzitutto quella di confermarsi come il migliore tra i team indipendenti, dove ci sarà il confronto con l’altra Rossa, ovvero quella del team Barni affidata al giovane Michael Ruben Rinaldi. Farà la differenza l’esperienza del nordirlandese o l’entusiasmo del giovane romagnolo, da sempre considerato come una promessa in casa Aruba? Domani, in occasione dei test di Jerez, inizieremo a capirne qualcosa.

All’appuntamento spagnolo risponderà presente anche Jordi Torres. In Superbike non lo vediamo più dal round di Magny-Cours. La tappa francese è stata infatti l’ultima apparizione dell’iberico nelle derivate, dal momento che MV Agusta l’ha lasciato libero di accasarsi con Avintia per sostituire l’infortunato Rabat in MotoGP.

Il 2018 si è rivelato per Jordi l’anno peggiore da quando corre in Superbike. In sella a una F4 ormai scaduta di omologazione, il pilota non ha saputo fare meglio di un sesto posto quale migliore piazzamento. Poi tanti ritiri, per l’esattezza bene sei tra cadute e noie meccaniche. Il salto in MotoGP per prendere il posto del connazionale Tito gli ha consentito di uscire dal tunnel, ma allo stesso tempo era presente lo spettro di un 2019 da appiedato.

Ci ha pensato però Lucio Pedercini a fargli tornare il sorriso, servendogli su un vassoio d’argento la propria Kawasaki dopo la rottura col colombiano Yonny Hernandez. Sarà la prima volta in carriera che Jordi cavalcherà la ZX-10RR e non dovrà perdere tempo, dal momento che la promessa turca Razgatlioglu è intenzionato a ristabilire le gerarchie tra in privati con le due stesse moto. Proprio come il collega Laverty, Torres avrà quindi la stessa missione, ovvero far valere l’esperienza del più vecchio. Sarà davvero la rivincita degli esclusi?  Avremo tredici round per capirlo!    

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