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Countdown to Sepang: i nuovi orizzonti della MotoGP 2019

Lorenzo promette battaglia a Marquez con la Honda, Ducati punta tutto su Dovizioso, Rossi vuole il 10° con Yamaha, le scommesse di Suzuki, Aprilia e KTM. Fra un mese vedremo le carte in Malesia

MotoGP: Countdown to Sepang: i nuovi orizzonti della MotoGP 2019

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Anche se il calendario ha da poco segnato il passaggio al 2019, la MotoGP ha di fatto aperto le danze della nuova stagione nei due test in salsa spagnola di fine 2018, disputati rispettivamente a Valencia e Jerez. Due sessioni importanti, che hanno permesso di comprendere moltissimo di ciò che ci si potrebbe aspettare in pista già dal primo round del Qatar.

Con il passaggio di Jorge Lorenzo in Honda, nella tana di Marc Marquez, è facile attendersi un netto cambiamento dei valori in campo. Questa è la fotografia della situazione attuale, alla vigilia del carosello di presentazione di tutti i team con i colori ufficiali per la nuova stagione.

HONDA - 2 PILOTI E 12 TITOLI PER UN DREAM TEAM TUTTO SPAGNOLO

Da quando Marc Marquez è atterrato sul pianeta MotoGP nel 2013, l’unico in grado di batterlo vincendo un titolo è stato Jorge Lorenzo, in un 2015 caratterizzato dalle polemiche infuocate tra Rossi e Marquez a fine stagione, con il celebre Sepang clash. Il maiorchino ha una sfida incredibile davanti a sé, forse anche superiore a quella parzialmente vinta con la Ducati. Battere Marquez a parità di moto è un’impresa assolutamente proibitiva, ma se in griglia di partenza c’è un pilota in grado di farlo, forse quel pilota è proprio Lorenzo.

I test di Valencia e Jerez sono andati bene, Lorenzo ha sottolineato subito di aver trovato nella RCV una moto molto più amichevole rispetto alla Ducati GP17 che trovò in pista in Spagna nei test di fine 2016. Jorge ha anche riconosciuto la grande velocità di reazione della HRC, in grado di portare subito soluzioni tecniche volte a migliorare il feeling tra pilota e nuova moto. I tempi sono stati incoraggianti, e mentre da parte sua Lorenzo cercava di costruire confidenza con la Honda, nell’altra metà del box Marquez ha messo alla frusta una serie di soluzioni aerodinamiche definite dallo stesso campione del mondo molto “Ducati style”.

La HRC ha senza dubbio i mezzi per seguire anche due strade diverse nello sviluppo della moto, offrendo alla coppia di piloti l’opportunità di cucirsi addosso al meglio una moto che negli ultimi due anni sembra aver fatto dei grandissimi passi in avanti. Il giapponese Nakagami ha siglato il miglior tempo a Jerez, appena ha avuto a disposizione la moto con specifiche 2018, confermando gli enormi passi in avanti fatti rispetto a quella avuta a disposizione durante il 2017.

Honda in questo momento ha dunque una coppia di piloti titolata, una moto vincente che potrà crescere ulteriormente contando sui feedback di Lorenzo e sembra senza dubbio la candidata n°1 al titolo in ottica 2019. Il gigante di Tokyo ha perso il contributo in pista di Marc VDS, ma la crescita della coppia LCR formata da Crutchlow e Nakagami sembra offrire garanzie ben superiori. Alberto Puig potrà forse aver sbagliato a fine stagione a non usare termini più gradevoli nel parlare di Dani Pedrosa, ma ha di certo messo assieme un’autentica corazzata.

RISULTATI TEST VALENCIA E JEREZ 2018 - HONDA REPSOL TEAM

DUCATI - LA GP19 UN LABORATORIO DI IDEE PER CONFERMARSI LA MIGLIORE

Dopo aver trascinato Marquez fino a Valencia prima di concedergli la vittoria iridata nel 2017, nella stagione successiva Dovizioso non è riuscito a ripetersi, pur conquistando quattro vittorie di tappa. Tanti errori a inizio stagione ed una certa sfortuna in alcuni episodi gli hanno tarpato le ali in una corsa al titolo che però appare solo rimandata a questa stagione.

Tutti i rivali non fanno altro che indicare infatti nella GP19 la miglior moto del lotto, con Dall’Igna che ha continuato negli anni ad affinare il progetto Desmosedici, cercando sempre di non perdere i punti forti della moto, cioè velocità massima, accelerazione e frenata, nel tentativo di migliorare nell’unico aspetto in cui si soffriva in passato, ovvero la velocità a centro curva. Anche se la classifica finale non lo dice, sono i fatti a confermare che il percorso intrapreso nell’ormai lontano 2013 è giunto quasi al termine. La Ducati è andata forte su tutte le piste durante il 2018, Danilo Petrucci ha poi ribadito con i fatti di meritare la fiducia del management Ducati, girando benissimo sia a Valencia che a Jerez.

La squadra che la Casa di Borgo Panigale metterà in pista nel 2019 non potrà forse contare sullo stesso palmares che offre l’armata Honda, ma può senza dubbio rappresentare una vera spina nel fianco per Marquez & Co. Dovizioso è chiamato alla classica prova del nove. Ha tirato molto la corda quando si è trattato di rinnovare e l’ha fatto solo quando ha spuntato condizioni da primissima guida.

Si deve poi sottolineare l’ottimo debutto di Francesco Bagnaia in sella alla GP18 gestita dal Team Pramac, che avrà invece una moto su specifiche Factory per Jack Miller. I due ragazzi del Team Pramac si giocheranno con Petrucci il posto nel team interno per il 2020, e sono consapevoli di avere una grande chance nella prossima stagione. Bagnaia può rappresentare il talento del futuro, mentre Miller dopo una buona stagione di debutto sulla Ducati deve confermare di poter crescere ancora per entrare nel ristretto gruppetto di piloti che possono definirsi top rider della MotoGP.

Nei test di Jerez la sperimentazione sulla moto italiana è andata avanti con soluzioni inedite sia dal punto di vista aerodinamico che meccanico, e c’è da scommettere che Dall’Igna abbia tenute ben nascoste le carte migliori, che saranno probabilmente rivelate solo nell’ultimo test stagionale di Losail, alla vigilia dell’apertura del mondiale.

RISULTATI TEST VALENCIA E JEREZ 2018 - DUCATI TEAM

YAMAHA - UN AUTENTICO ENIGMA

Cercare di comprendere quale sia la reale situazione in Yamaha alla vigilia del mondiale 2019 è sempre più complicato. Nei test di Valencia e Jerez, Rossi e Vinales hanno offerto interpretazioni molto differenti sul lavoro svolto. Secondo Valentino, Yamaha deve fare un grosso passo in avanti, dare un segnale forte che fino a questo momento non è arrivato.

Il pilota di Tavullia si è lamentato come sempre del motore e dell’elettronica della M1, che secondo il suo parere è ben lontana dal livello di competitività delle rivali Honda e Ducati, affermando anche che senza passi in avanti nel 2019 potrebbe risultare difficile anche difendersi dalla crescita della Suzuki per gli uomini di Iwata.

Diverse invece le dichiarazioni di Mavericks Vinales, che ha espresso soddisfazione per il materiale provato nei test, affermando che la strada intrapresa possa essere quella giusta per tornare velocemente alla vittoria. La velocità e semplicità della M1 è stata anche confermata dalle bellissime prestazioni di Franco Morbidelli e Fabio Quartararo, al debutto sulla Yamaha, con l’italiano che ha però accennato alla difficoltà della M1 a tenere un passo competitivo sulla distanza di gara a causa del repentino calo del grip.

Dall’esterno sembra insomma che ci sia una visione molto differente della situazione tra i due piloti ufficiali. La Yamaha ha senza dubbio i mezzi per reagire, perché indiscutibilmente la stagione 2018 è stata molto deludente, con la sola affermazione di Vinales a Phillip Island a restituire un sorriso ad una squadra abituata a lottare per la vittoria in ogni fine settimana. Un primo segnale importante è giunto dalla creazione del test team con base in Europa e con un pilota come Jonas Folger. Il tedesco ha dimostrato di avere la velocità per portare al limite una MotoGP, quindi potrà offrire un ottimo sostegno al lavoro dei piloti ufficiali. 

Forse l’unica nota davvero positiva dei test può essere considerato l’ottimo debutto del neonato team SIC Petronas, la squadra che ha raccolto l’eredità lasciata da Tech3 e Poncharal. Con la compagine francese in virata verso l’Austria e la sfida KTM, le M1 private a disposizione di Morbidelli e Quartararo hanno sorpreso tutti. La squadra potrà contare anche sull’esperienza di Ramon Forcada e Wilco Zeelemberg, che potrà rappresentare un grandissimo supporto per il Morbido, in un cammino che ha ovviamente come unica destinazione possibile una sella ufficiale in Yamaha.

In realtà anche nel 2019 le moto fornite alla squadra malese avranno specifiche tecniche non troppo lontane da quelle del team interno. Una partnership che sembra insomma leggermente diversa rispetto a quella avuta negli anni con la compagine francese Tech3.

RISULTATI TEST VALENCIA E JEREZ 2018 - YAMAHA FACTORY RACING TEAM

SUZUKI - SENZA LE CONCESSIONI PUO’ ESSERE IL MOMENTO DI OSARE

Grazie alla splendida stagione 2018, la Suzuki non avrà nel 2019 le concessioni per quanto riguarda lo sviluppo e il contingentamento dei motori. Questo significa che il percorso di crescita della GSX-RR potrebbe affrontare un momento molto delicato, esattamente come avvenuto nel 2017. Anche all’inizio di quella stagione infatti, i risultati di Vinales avevano escluso la moto di Hamamatsu dalla lista di quelle che avrebbero potuto usufruire dei bonus in tema di sviluppo. Un errore nella scelta del motore ad inizio stagione rovinò letteralmente l’anno ad Andrea Iannone e Alex Rins.

Ma dopo aver tribolato per tutto il 2017, nel 2018 le cose sono andate in modo totalmente differente, con una crescita davvero costante e culminata in ben nove podi complessivi conquistati dai due piloti. Con la partenza di Iannone verso l'Aprilia e l’ingresso in squadra del Rookie Joan Mir, la responsabilità dello sviluppo è caduta interamente sulle spalle di Rins, con il supporto del test team e Sylvain Giuntoli. Suzuki ha sempre potuto contare su ciclistiche di primissimo livello, ma un certo gap di potenza nei confronti dei rivali ha tenuto lontana la GSX-RR dalla vittoria nelle ultime due stagioni.

Il nuovo motore portato in pista a Valencia e Jerez sembra aver risolto questo problema, ma come ha sottolineato anche Davide Brivio, nonostante i risultati confortanti dei due test, ci sono ancora moltissimi dati da analizzare prima di deliberare un’eventuale soluzione tecnica. La paura è ovviamente quella di ripetere gli errori del passato, trovandosi nella situazione di avere un motore potente che però toglie equilibrio ad un pacchetto competitivo.

Tuttavia la Suzuki deve probabilmente dimostrare coraggio dal punto di vista delle scelte tecniche a questo punto del suo percorso, se vuole avere reali ambizioni di poter contrastare Honda, Ducati e Yamaha nella lotta per la vittoria in gara. Rins ha dimostrato grandissima maturità nella sua seconda stagione in MotoGP mentre Mir ha confermato nei test di poter essere una delle sorprese da tenere d’occhio nel 2019.

RISULTATI TEST VALENCIA E JEREZ 2018 - TEAM SUZUKI ECSTAR

APRILIA - IL MOMENTO DI INVERTIRE LA ROTTA, PRIMA CHE SIA TARDI

Senza dubbio la stagione 2019 sarà molto importante per l'Aprilia. Dopo un'annata che possiamo definire senza dubbio negativa per la Casa di Noale, il progetto della RS-GP è giunto ad un vero bivio. Con l'ingaggio di un top rider come Andrea Iannone, è chiaro che la aspettative possano essere elevate, ma l'impatto con la moto italiana non è stato entusiasmante per il pilota di Vasto.

The Maniac ha facilmente individuato i punti forti della moto, restando favorevolmente sorpreso dalla maneggevolezza della RS-GP. Al contempo però, Iannone ha verificato quanto sia grande il gap da colmare nei confronti della concorrenza, indicando soprattutto nell'elettronica l'aspetto che attualmente tarpa la potenziale competitività della moto italiana. Una eccessiva tendenza all'impennata sarebbe infatti il tallone d'Achille individuato dal rider italiano nei due test di Valencia e Jerez.

Con l'arrivo di Massimo Rivola direttamente dalla Ferrari, in Aprilia ci sarà molto più spazio per Romano Albesiano che, libero di dedicarsi esclusivamente all'aspetto ingegneristico, potrà far crescere la moto con maggiore tranquillità. Quanto si faccia sul serio a Noale è anche confermato dall'ingaggio di Bradley Smith nel ruolo di collaudatore. Il britannico è noto nel paddock per la sua sensibilità e aver avuto esperienze in sella a Yamaha e KTM potrà fornire feedback importanti per gli ingegneri di Aprilia.

RISULTATI TEST VALENCIA E JEREZ 2018 - APRILIA RACING

KTM - LA CENERENTOLA DEL PADDOCK VUOLE DIVENTARE PRINCIPESSA

Quando si parla di Racing, in KTM si fanno le cose sul serio. Se la Casa austriaca è in MotoGP, non ha intenzione di fare da comparsa, ma vuole essere protagonista. Lo dice la partecipazione di Red Bull, lo dice un progetto su cui si investono milioni costantemente per scalare una vetta che al momento appare ancora lontana e soprattutto lo dice una storia sportiva costellata di successi per il costruttore di Mattighofen.

Nel 2018 è arrivato il primo podio con Pol Espargarò a Valencia, ma le condizioni di quella gara sono state troppo strane per pensare ad una competitività raggiunta che possa consentire di salire su quel podio con una certa costanza. La realtà è che al momento la moto austriaca rema in fondo alla lista delle ufficiali, ma lo fa con forza e con una voglia di affermarsi che ha portato nelle sue fila nomi assolutamente pesanti.

L'ingaggio di Zarco per il ruolo di punta di diamante e la firma di Dani Pedrosa per il ruolo di collaudatore dicono tantissimo, ma non dicono tutto. Dietro queste scelte c'è anche la voglia di conoscere al meglio gli avversari, sfruttando il know how maturato dal francese in Yamaha e ovviamente quello dello spagnolo messo assieme in tanti anni di HRC. Più che Zarco sarà infatti Pedrosa a poter rappresentare l'autentico punto di svolta per la Casa austriaca. Lo spagnolo ha collaborato in Honda con Mike Leitner, il Responsabile tecnico del progetto MotoGP, e proprio una profonda stima di Leitner nei confronti dello spagnolo ha condotto le parti a questo accordo.

Nei test di Valencia e Jerez, Zarco ha preso un paio di colpi notevoli, è caduto e non è mai riuscito ad essere veloce, incassando anche più di due secondi dalla migliore concorrenza. Eppure il francese al termine del test di Jerez era soddisfatto, sentiva di aver iniziato a capire in che modo debba essere guidata la RC16, una moto profondamente diversa rispetto alla M1 a cui era abituato.

C'è poi da sottolineare che KTM da questa stagione potrà contare su quattro moto in pista, avendo accolto la compagine Tech3 per il ruolo di team satellite. Definizione che però sta stretta ad una partnership diversa da quella vissuta da Tech3 con Yamaha. Il materiale tecnico sarà infatti il medesimo tra la squadra francese e quella ufficiale, rendendo di fatto le quattro moto austriache presenti in griglia tutte Factory.

Pedrosa ha fatto il proprio debutto sulla moto nel test privato di Jerez, svolto in gran segreto prima del 20 Dicembre. Essendo ancora un pilota Honda fino al 31 Dicembre, lo spagnolo non ha potuto rilasciare dichiarazioni e non ci sono immagini ufficiali di questo test, che potrebbe essere stato molto importante per definire al meglio la strada da seguire nello sviluppo della moto.

RISULTATI TEST VALENCIA E JEREZ 2018 - KTM FACTORY RACING

 

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