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SBK, Andrea Grillini: l'Endurance sembra la Formula Uno

Dopo 20 anni di Superbike, il manager della squadra monegasca passa alle gare di durata, con Fugardi ed i fratelli Napoli sulla Suzuki GSX-R numero 62 

SBK: Andrea Grillini: l'Endurance sembra la Formula Uno

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Ventuno stagioni di paddock e la voglia di imparare ancora, senza fermarsi mai, nonostante tutto.

Le vicissitudini personali e lo stop forzato degli ultimi tempi non hanno piegato (né spezzato) Andrea Grillini, che riparte con stimoli rinnovati: è stato un anno difficile, duro - svela il manager bolognese - nel quale ho imparato tanto ed ho ritrovato la voglia di fare le corse in un certo modo. Sono ancora qui, ringraziando le persone e gli sponsor che mi sono rimasti accanto. La loro serietà sarà ripagata con altrettanta professionalità”.

La squadra monegasca ha intrapreso una nuova avventura nel Mondiale Endurance, specialità affascinante e difficile, che richiede, oltre a doti tecniche ed agonistiche, un quid in più, che arriva col tempo.

L’esperienza, appunto; soddisfatto dell’esordio avvenuto al Bol d’Or in settembre, il team GSM si prepara alle altrettanto impegnative tappe di Le Mans, con la mitica 24 Ore, la 8 Ore dello Slovakia Ring, altre 8 Ore ad Oschersleben e, la sfida più dura di tutte: Suzuka, per la classica estiva giapponese.

Grillini ha già sottoscritto la partecipazione anche del round malese, che aprirà la stagione 2019-2020.

"Parteciperemo a tutte le gare - conferma Andrea durante la presentazione ufficiale tenutasi a Montecarlo - perché penso che l’EWC sia un campionato davvero competitivo, nel quale poter dire la nostra. In questi anni di competizioni ho avuto la fortuna di schierare piloti del calibro di Chaz Davies, Noriyuki Haga, Ayrton Badovini... in Superbike il livello era altissimo e sono felice di quanto io e la squadra abbiamo fatto, poi abbiamo voltato pagina”.

Che differenze ci sono tra le gare sprint e quelle di durata?

“Ogni volta c’è qualcosa da imparare. A Le Castellet ho respirato un’atmosfera fantastica, la passione per l’Endurance in Francia non ha confini e pure in altri Paese europei queste gare sono molto apprezzate. Coordinare una squadra di tre piloti che si dividono una moto non è semplice, ma ho ragazzi che mi aiutano tantissimo. Nel campionato ci sono team paragonabili a strutture di Formula 1, per competitività ed organizzazione, tutto è impressionante. Sarà dura, ma noi proveremo a dare fastidio ai più forti e veloci. I risultati buoni? Dateci tempo e vedrete che arriveranno”.

La Suzuki GSX-R 1000 color argento è contraddistinta dalla bandiera monegasca ed il numero 62. Stefano “Awa” Fugardi l’ha già guidata al Paul Ricard ed è pronto a salirci ancora: l’Endurance è davvero affascinante - spiega - quasi ti fa dimenticare le altre categorie. La passione è impressionante, le gare sono lunghe, si sta tanto in moto. Con il team GSM abbiamo fatto un buon rodaggio al Bol d’Or, ora sappiamo dove migliorare, per fare un lavoro di crescita”.

In un trio tutto italiano, i fratelli Napoli completano l’equipaggio. Benché i due si somiglino molto, qualche differenza fisica c’è: “nell’Endurance i compagni di squadra devono adattarsi reciprocamente - rivela Christian - quindi, ci si deve adeguare nella ricerca di un set up ideale per la moto. In questo caso il feeling coi compagni e coi meccanici è fondamentalepoi continua Federico: ”ci stimoliamo a vicenda, sia in allenamento che in gara. Per noi correre insieme è la cosa più bella che ci possa essere, due fratelli nello stesso team e sulla stessa moto è un sogno per ogni pilota”.

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