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MotoGP, Dall'Igna: "Lorenzo in Ducati è stato un vero campione"

"Ha saputo ribaltare la situazione, il bilancio è positivo. Dovizioso il nostro più grande valore. La GP19 è già a buon punto nello sviluppo"  

MotoGP: Dall'Igna: "Lorenzo in Ducati è stato un vero campione"

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Il lunedì di Valencia è un limbo tra il passato e il futuro, una giornata a metà tra le due annate. Nei box i meccanici sono al lavoro per preparare le moto per i test di domani, mentre la mente ripercorre la stagione appena finita. Gigi Dall’Igna si mette seduto al tavolo per fare il bilancio della stagione.

“È stato un anno pieno di soddisfazioni - esordisce  - soprattutto dal punto di vista tecnico, anche se non siamo riusciti a giocarci il Mondiale fino all’ultima gara come nel 2017. Inoltre abbiamo chiuso con una bellissima vittoria, anche se il risultato di ieri sarebbe dovuto accadere un anno fa”, scherza ricordando il titolo perso a Valencia contro Marquez.

Perché sei così soddisfatto?

bh“Perché abbiamo migliorato la nostra moto e lo abbiamo dimostrato giocando da protagonisti in piste dove in passato avevamo faticato, come per esempio al Sachsenring o a Phillip Island. Inoltre siamo riusciti a vincere con entrambi i piloti, nonostante abbiano uno stile di guida diverso, ed è molto importante”.

Però…
Però non dobbiamo essere completamente soddisfatti, dobbiamo metterci più impegno perché il nostro obiettivo non è quello di arrivare secondi. Ducati merita di vincere il titolo, non solo di lottare”.

La GP19 è l’arma per riuscirci…
Abbiamo in programma di fare altri passi durante l’inverno, ma l’obiettivo principale è quello di non perdere la strada. La nuova Desmosedici sarà simile all’attuale, ma da domani inizieremo a introdurre della evoluzioni, ci sono delle novità importanti in programma sia in questi test sia in quelli di Jerez”.

In tanti dicono che la Desmosedici sia la moto migliore, sei d’accordo?
Non ha molto senso la domanda e non la avrebbe neanche la risposta, perché l’unico cosa che conta è vincere il titolo (ride). Sono convinto che la nostra moto rappresenti un buon compromesso in tutte le fasi di guida. Quest’anno siamo riusciti a ridurre gli svantaggi a centro curva senza peggiorare in altre aree, ma ci manca ancora qualcosa. Sarà il punto su cui ci concentreremo nei prossimi mesi”.

La GP19 è a uno stadio di sviluppo migliore di quanto fosse la GP18 in questo momento?
L’anno scorso era stato complicato, perché la moto che avremmo voluto fare debuttare nei test a Valencia non aveva dato segnali incoraggianti quando la provò Pirro. Per quel motivo, dovemmo cambiare pesantemente il progetto e la GP18 fu portata in pista solo a Sepang. Quest’anno, considerati i commenti di Michele sulla nuova Desmosedici, mi sento più positivo. Rimaranno solo sensazioni, fino a domani”.

Ieri ha detto addio a Lorenzo, qual è il bilancio di questi due anni con lui?
“Innanzitutto voglio ringraziarlo per il suo lavoro. Ha dimostrato una forza di volontà incredibile, non è facile partire in difficoltà e ribaltare la situazione, ci riescono solo i grandi campioni. Secondo me il bilancio è positivo, anche se non abbiamo ottenuto quello che ci aspettavamo. Siamo riusciti a vincere delle gare e a emozionare i nostri tifosi, ma non a lottare per il campionato”.

Cosa ti mancherà di Jorge?
Il prossimo anno avremo due piloti con uno stile di guida simile e non è mai completamente positivo per un tecnico. Stili di guida diversi possono mettere in evidenza anche diverse sfumature”.

Il futuro si chiama Petrucci…
“Danilo ha fatto tanta strada con noi in questi anni, ma deve fare ancora un altro passo in avanti. Dobbiamo metterlo nelle condizioni per riuscirci”.

Poi c’è Bagnaia con il team Pramac…
“Entra a far parte della nostra famiglia ed un campione del mondo. Mi piace sottolineare che Ducati, a differenza degli altri, vede il processo di crescita dei piloti in maniera più strutturata. Infatti prevediamo una rotazione dei tecnici tra il team ufficiale e Pramac, per questo motivo Bagnaia avrà al suo fianco il capotecnico e l’ingegnere elettronico di Lorenzo (Cristian Gabarrini e Tommaso Pagano ndr)”.

Naturalmente la punta sarà Dovizioso.
Lui rappresenta la continuità, è il valore più grande che Ducati ha in questo momento”.

Il prossimo anno avrà anche tanta pressione sulle spalle, potrà essere un problema?
Dovizioso ha già avuto a che fare con la pressione, già a partire dallo scorso anno. Secondo me nel 2019 avrà la mente più libera, perché sa che tutto il sistema Ducati lo aiuterà per ottenere il risultato che vogliamo”.

Dovizioso ha detto che la Honda e Marquez sarebbero stati probabilmente imbattibili quest’anno anche senza fare errori, tu cosa ne pensi?
Che sono stati decisamente migliori rispetto al 2017, noi abbiamo fatto progressi ma lo stesso loro. Mi sembra che la Honda sia una moto molto ben bilanciata nelle mani di Marquez”.

Il prossimo anno ci saranno due Ducati in meno sullo schieramento, quali conseguenze avrà questo cambiamento?
Sicuramente ci sarà una perdita dal punto di vista economico, ma sarà tutto più semplice. Fino a ora avevamo in pista tre diverse versioni della Desmosedici, dal prossimo anno solo due. Sarà tutto più facile, mi piace vedere il bicchiere mezzo pieno”.

Da qualche tempo si parla di introdurre il peso minimo calcolato dalla somma di moto più pilota anche in MotoGP, saresti d’accordo?
Credo che sia il momento di rivedere il regolamento, calcolare il peso minimo in questo modo sarebbe più corretto. Con le attuali gomme, a volte per un pilota il peso è un problema con cui lottare”.

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