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Marquez "gioca" con la MotoGP: 7° livello superato

A Motegi lo spagnolo conquista il settimo titolo iridato, Dovizioso a terra all'ultimo giro, sul podio Crutchlow e Rins, 4° Rossi, 7° Vinales

MotoGP: Marquez "gioca" con la MotoGP: 7° livello superato

L’occasione era ghiotta e Marc Marquez non se l’è fatta sfuggire. A quanto pare sembra esserci un legame speciale tra lo spagnolo e il tracciato di Motegi, perché per la terza volta in carriera il 93 festeggia il titolo iridato nel terra del Sol Levante.

Tra le tante combinazioni a sua disposizione, l’alfiere Honda aveva l’obbligo di vincere e così e stato. Il copione della gara è stato quello visto più volte in questa seconda parte di Campionato, con il testa a testa tra Marc e Andrea Dovizioso. Una sfida incandescente, sul filo dei millesimi, decisa però non all’ultima curva come accaduto in più occasioni, bensì all’ultimo giro, quando l’alfiere della Ducati si è rivelato vittima di una scivolata che ha consegnato il settimo Mondiale su un vassoio d’argento al rivale.

Marc ha ringraziato del regalo e in solitaria è volato verso il trionfo. Un trionfo a cui lo spagnolo non ha mai voluto rinunciarci, nemmeno dopo il sesto posto in qualifica del sabato. Già, perché in gara gli è bastato meno di un giro per rimediare all’amarezza della qualifica e portarsi a ridosso del forlivese, confermandosi come sempre una vera e propria spina nel fianco.

Marquez ha atteso, gestendo le gomme, poi nel finale è passato all’attacco, dando lo strappo decisivo con cui ha messo Dovizioso alle corde. Il forlivese ha provato a resistere, ma non c’è stato nulla da fare, perché la sua corsa è finita nella ghiaia, lasciando tutti i riflettori allo spagnolo. Con il trionfo del Twin Ring, l’alfiere Honda diventa il pilota più giovane ad aver vinto sette Mondiali all’età di 25 anni e 246 giorni, celebrati con una maglia inedita che riporta il settimo livello di un videogame, presente tra l’altro a bordo pista, a cui il fenomeno non si è sottratto di giocare.   

In casa Honda è festa grande, perché oltre al 93 si festeggia il secondo posto di Cal Crutchlow. Nella bagarre tra Dovi e Marc anche l’alfiere LCR si è voluto inserire, evitando di fare calcoli o privilegiare Marquez. Il suo passo non gli ha consentito però di gestire il ritmo fino al conclusione, dovendo quindi accontentarsi del secondo posto davanti ad Alex Rins, che ha sfruttato la caduta del forlivese per salire sul podio.

Rins tiene quindi alta la bandiera della Casa di Hamamatsu nel giorno in cui Andrea Iannone esce di scene a sette tornate dalla conclusione mentre era in lotta con il proprio compagno. Un scivolata che brucia al pilota di Vasto, il quale ambiva a precedere il proprio compagno di squadra. Se in Suzuki ci si consola col podio dello spagnolo, in Yamaha si resta a bocca asciutta.

Il Twin Ring ha infatti confermato i limiti della M1 dopo l’incoraggiante fine settimana di Buriram. Una Yamaha che ha saputo rimanere agganciata al treno di testa soltanto fino a metà gara con il solo Valentino Rossi, per poi dover cedere il passo alle Suzuki a causa delle difficoltà derivanti dalla gestione gomme.  

Al Dottore la consolazione del quarto posto davanti ad Alvaro Bautista, mentre Zarco e Vinales non hanno saputo andare oltre la sesta e settima posizione. Nella top ten anche Danilo Petrucci, nono alle spalle di Dani Pedrosa, nonché unica Ducati in casa Pramac al traguardo vista la caduta di Jack Miller. Tra i ritirati anche l’Aprilia di Aleix Espargarò.  

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