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SBK, Ana Carrasco come Biaggi: campione per un punto

In realtà Max nel 2012 fece suo il secondo titolo Superbike per solo mezzo punto su Sykes, nel medesimo finale thrilling di Magny-Cours

SBK: Ana Carrasco come Biaggi: campione per un punto

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In un ambiente motociclistico prettamente maschile, ma aperto da moltissimo tempo alla collaborazione del gentil sesso che vede in pista manager, telemetristi e meccanici, oltre che logistici e addetti stampa, non era ancora accaduto che una donna vincesse un titolo ad armi pari con i colleghi maschi.

Ana Carrasco, conquistando il titolo Mondiale della Supersport 300, ha cambiato la storia e, forse, da oggi qualsiasi ragazza si presenti al via di una gara di campionato, verrà guardata con occhi diversi, con la consapevolezza che la spagnola potrebbe essere la prima ma non l’ultima a centrare risultati così importanti.

Per uno strano sincronismo nello stesso giorno ad Imola Kiara Fontanesi ha vinto ancora nel motocross, arrivando al sesto titolo Mondiale consecutivo.

La differenza tra Ana e Kiara non è la specialità - velocità o cross - tantomeno lo stile di guida o la moto, la spagnola guida una Kawasaki e l’italiana una Yamaha. Ciò che distingue la Carrasco dalla Fontanesi è che Kiara batte regolarmente le colleghe di pari sesso, la Carrasco - invece - ha fregato proprio i colleghi maschietti, in un campionato aperto ad entrambi i sessi, come dimostra la presenza di Maria Herrera ex Moto3. Poco interessata ai ragazzi, per il momento, Ana preferisce batterli in pista anziché frequentarli fuori dal paddock. Ed anche in questo aspetto la spagnola differisce dall'italiana che, invece, ha reso pubblici i nomi dei suoi boyfriend.

Proprio dalla Moto3 è iniziata la vera carriera di Ana, cresciuta a minimoto e tute in pelle, tralasciando bambole e trucchi. Dopo aver provato differenti cilindrate, la giovanissima pilota di Murcia ha esordito nel CEV, arrivando a punti, facendo capire di non essere lì per caso.

Nel Motomondiale ha debuttato nel 2013: nella notte di Losail, Ana è arrivata ventesima, facendosi largo tra gli scatenati ragazzini della minima cilindrata, abituati alle luci artificiali ed a ritmi gara molto più serrati di quelli del CEV.

Il primo campionato completo non è stato memorabile per la Carrasco, comunque ventunesima nella classifica finale grazie ai nove punti conquistati.

Se nel suo primo anno non ha incantato, anche più dure si sono rivelate le stagioni successive: nel biennio 2014-2015 Ana non ha centrato alcun risultato di rilievo, non comparendo nelle classifiche piloti. Zero punti per lei in due stagioni.

Alla fine del 2016 Dorna ha deciso di istituire la nuova categoria Supersport 300, che è partita nella primavera successiva e si è rivelata di successo: più di 40 piloti al via, provenienti da ogni dove, nomi nuovi, tante case costruttrici coinvolte tramite i kit preparati per la competizione.

In questo clima di equilibrio ed apparente meritocrazia, Ana ha trovato una nuova dimensione agonistica.

Così a Portimao ha centrato la prima e storica vittoria con la sua Kawasaki, ovviamente colorata di alcuni dettagli in rosa, come lo sono il casco, i guati e la tuta.

Partita tra i favoriti all’inizio del 2018 con il team di David Salom, Ana si è ripetuta ad Imola e in Inghilterra, prendendo le redini del campionato sino a condurlo nel finale thrilling di Magny-Cours e, a motori spenti e con gli occhi in lacrime ha dedicato il successo a chi non c'è più: "questo Mondiale è per il mio amico Luis Salom".

 In Francia la Carrasco è stata sicuramente fortunata, la rottura di Deroue e la sconfitta di Perez all’ultimo giro hanno rappresentato un buon aiuto nei conti finali ma, quanti piloti al posto suo avrebbero mantenuto i nervi saldi? Pericolosamente avvinghiata a centro gruppo, Ana ha dovuto sgomitare in mezzo ai ragazzi per farsi largo senza cadere, sino al titolo Mondiale. Una prova di forza, “la girl power” , iniziata con Kiara Fontanesi e suggellata dalla Carrasco, potrebbe essere solo all’inizio di una serie di donne vincenti in mezzo a tanti uomini.

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