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SBK, Addio Superstock 1000, dal 2019 solo tre classi

Dorna e FIM Europa hanno deciso, a Magny-Cours si incoronerà l'ultimo campione di una categoria che ha prodotto tanti bravi piloti

SBK: Addio Superstock 1000, dal 2019 solo tre classi

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Markus Reiterberger, Roberto Tamburini e Maximilian Scheib. Venticinque punti ancora in palio nell’atto finale della Superstock 1000 che a Magny-Cours incoronerà l’ultimo campione europeo della sua storia, durata 20 anni, nei quali le gare hanno offerte grande spettacolo in pista e giovani talenti pronti ad una fulgida carriera.

FIM Europa e Dorna hanno deciso: dopo l’appuntamento francese, il Campionato Europeo Superstock 1000 non verrà più inserito nel programma SBK, che proporrà le tre cilindrate Supersport 300, Supersport 600 e la 1000, ovviamente in configurazione Superbike.

Martin de Graaf, Vicepresidente FIM Europa, sostiene: “comprendiamo la decisione di Dorna e l’evoluzione apportata al nuovo format del campionato Mondiale, ringraziamo loro per la collaborazione durata tutti questi anni. La STK continuerà nelle serie nazionali, comunicheremo alla stampa, ai team ed ai piloti le news in merito a questa categoria”.

Il Direttore Generale WorldSBK ha aggiunto:la Superstock ha regalato tante emozioni - queste le parole di Daniel Carrera - ringrazio quindi tutti gli addetti ai lavori che l’hanno sostenuta. Ora noi ci concentreremo sulle tre principali categorie: SBK, SS600 e SS300”.

In molti circuiti, le migliori Superstock 1000 avrebbero potuto schierarsi sulla griglia Superbike, sfidandole a suon di giri veloci: malgrado una preparazione motore meno spinta, una elettronica più vicina a quella di serie e le gomme Pirelli intagliate, le Stock meglio preparate non avrebbero sfigurato in mezzo alle full factory SBK.

Tra i tanti piloti vincitori della serie, Vittorio Iannuzzo fu il primo della lista di italiani che hanno alzato al cielo il trofeo europeo: nel 2002 il campano portò in trionfo la Suzuki GSX-R del team belga Alstare.

Michel Fabrizio, che tanto impressionò in MotoGP con la non esaltante WCM, vinse nel 2003 sempre con la moto di Francis Batta: il romano ebbe poi una bella carriera in Superbike, battendo gente con Haga, Spies, Bayliss.

Lorenzo Alfonsi riuscì a battere Gianluca Vizziello nel 2004. Entrambi su Yamaha, il toscano approfittò dell’infortunio del lucano avvenuto con le pit bike prima dell’ultima gara di Magny-Cours.

Polita e Canepa, due italiani che hanno fatto davvero bene nelle loro carriere: Alex trionfò nel 2006 con la Suzuki, Niccolò nel 2007 con la Ducati 1098S.

Ayrton Badovini fu il mattatore dell’edizione 2010: vincendo tutte le gara in calendario - tranne una - il biellese e la BMW fecero man bassa nella categoria.

Davide Giugliano, spettacolare quanto concreto mise tutti in riga nel 2011, con la Ducati 1098R del team Althea.

Savadori, De Rosa e Rinaldi: loro hanno vinto i titolo 2015, 2016 e 2017, su Aprilia, BMW e Ducati. I tre italiani sono tuttora piloti professionisti di livello e, a dimostrazione di come la Superstock 1000 abbia prodotto giovani interessanti, aggiungiamo i nomi di Simeon e Mercado, rispettivamente impegnati in MotoGP e Superbike.

 

 

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