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MotoGP, QP: in Austria Marquez regola l'armata Ducati

Al Red Bull Ring la Honda di Marc beffa Dovizioso, Lorenzo e Petrucci, prima Yamaha sulla griglia con Zarco, 6°. Iannone con la Suzuki è 8°, Rossi 14°e costretto alla rimonta

MotoGP: QP: in Austria Marquez regola l'armata Ducati

Mai come quest’anno, Marc Marquez sa che, se vorrà vincere il quinto Mondiale MotoGP, dovrà - in primis - battere la Ducati.

O meglio: il catalano numero 93 del team Honda Repsol è consapevole che per stare davanti dovrà fare i conti con le (articolo determinativo femminile plurale) Rosse di Borgo Panigale, date per favorite in Austria, dopo aver consultato i risultati 2016 e 2017.

Marc, tuttavia, ricordando la sconfitta arrivata lo scorso anno nel giro finale, vuole umiliare le Desmosedici sul loro terreno favorito: i 4 chilometri e seicento metri del Red Bull Ring non presentano una vera e propria sezione ritmata - nella quale le doti telaistiche delle moto influirebbero nel tempo sul giro - anzi: la pista austriaca offre lunghi rettilinei e secche frenate da affrontare in salita ed in discesa, per poi ripartire il prima possibile: il tipico tracciato “stop and go” che esalta motori, impianti frenanti e doti di staccatore.

Per questi motivi, il teorico favorito per la pole position andava pescato tra i piloti Ducati, quantomeno tra quelli che guidano la GP2018 - Dovizioso, Lorenzo e Petrucci - invece, proprio nell’ordine appena elencato sono stati beffati dallo staccatore Marquez, primo, con il suo solito giro da pazzo, costituito da frenate a ruote bloccate, pieghe secche e derapate in accelerazione. Come già accaduto nei round precedenti, la Honda ufficiale campione in carica è l’unica ad infastidire le Ducati, perché Crutchlow partirà quinto, Pedrosa nono, Takagami e Morbidelli non si sono praticamente visti nelle zone alte delle classifiche.

Indubbiamente la moto più in forma di tutta la griglia, la Ducati sogna di ripetere i successi dei due anni passati. Può farcela, magari con un sapiente gioco di squadra nei passaggi iniziali, nei quali sarà importante fermare la furia spagnola Honda ed indurlo all’errore. Il quattro cilindri bolognese, potente e ben gestito da una elettronica finissima, rappresenta una certezza per i numeri 04, 99 e 9 e lo è pure per Rabat e Bautista, che hanno il passo per stare coi migliori.

Saranno davvero utili tutte queste lamentele? Nel box Yamaha ufficiale i volti erano scurissimi, le parole poche e di sorrisi non se ne sono visti; Maverick Vinales e Valentino Rossi continuano la loro campagna di protesta (e di richiesta d’aiuto) nei confronti della casa dei tre diapason, nel frattempo Johann Zarco - che non ha più niente da chiedere, ormai - è il più veloce di tutti i piloti con la M1. Nessuno vuole puntare il dito contro Valentino o Maverick ma - da quando corrono insieme - la linea di sviluppo della moto non è mai stato definitiva né precisa, tra l’italiano e lo spagnolo manca la sinergia richiesta da un livello di competizione così alto e la confusione regna sovrana. Qualcuno dovrebbe fare ordine all’interno della squadra, forse ci prova, di sicuro non ci riesce e non si conta nemmeno una vittoria per loro da marzo ad oggi ed i miracoli nel warm up in pieno "Jeremy Burgess style" che hanno aiutato Valentino sembrano un lontano ricordo.

Discorso simile per quanto concerne Andrea Iannone ed Alex Rins. La Suzuki male non va, ma neanche benissimo: i risultati sino a qui arrivati sembrano lampi nel buio ed exploit dei piloti Ecstar, l’abruzzese  spesso alza la voce nel box, il silenziosissimo spagnolo cerca solo di dare gas. La differenza tra i due è la seguente: Andrea sa che se ne andrà in Aprilia, Alex rimarrà vestito degli stessi colori.

Dato che non pioverà (smentiteci pure senza pietà qualora accadesse) le Aprilia e l’unica KTM al via sono considerate ancora due “under dog”; su asfalto asciutto. Molto bravi e veloci i due britannici Redding e Smith sull’acqua, meglio lo spagnolo Aleix Espargarò con il sole. Per lui la top ten non rappresenta una chimera, se riuscirà a partire bene come spesso sa fare. 

 

 

 

 

 

 

 


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