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SBK, Cortese: tornare nel Motomondiale? No, grazie

L'ex Campione Moto3 comanda la classifica della Supersport 600: "meglio essere protagonisti nelle derivate che comparse in Moto2. Voglio un 2019 in Superbike"

SBK: Cortese: tornare nel Motomondiale? No, grazie

Sandro Cortese ha trovato una linfa nuova e stimoli rinnovati nel mondiale delle derivate di serie. Il leader della classifica Supersport 600 ha vinto due gare - ad Aragon e Donington - salendo altre tre volte sul podio, confermando l’ottimo feeling con il team finlandese Kallio Racing e la Yamaha R6.

Restano quattro prove da disputare ed il calabro-tedesco, campione Moto3 nel 2012 con la KTM, stila un bilancio del suo campionato, entrando nei dettagli: “mi sono presentato in Australia con un promettente terzo posto - afferma ‘Sandrino’ - un risultato che mi ha infuso morale, motivandomi, facendomi capire che il passaggio dalla Moto2 alla Supersport fosse una scelta giusta. In Thailandia sono arrivato quarto, su una pista mai vista, poi ho vinto ad Aragon: è stato bellissimo tornare sul gradino del numero 1 e guardare tutti dall’alto. In Olanda e ad Imola ho dovuto lottare per rimanere tra i primi, ho vinto ancora in Inghilterra, diventando sempre più convinto: questo è il mio campionato, qui mi sento un pilota di livello, sempre tra i protagonisti”.

Cortese ha corso anni nella Middle Class, la Moto2, non ripetendo quanto fatto in Moto3:la ricerca di budget sta diventando la voce più importante per un team che voglia schierare un pilota competitivo - spiega - ed io non ero più disposto a certi sacrifici. Per poter ben figurare nella Moto2 occorrono denaro, la squadra giusta, una moto vincente e tanti test spalmati nell’arco della stagione. Senza questi ingredienti, si va lì per fare numero: dopo i miei successi in Supersport mi hanno chiamato in tanti, ma si trattano di situazioni che non mi consentirebbero di vincere, ed io non voglio fare numero, bensì, voglio continuare a vincere e salire sul podio”.

Torneresti, quindi, nel Motomondiale?

In questo momento della mia carriera direi ‘no, grazie’, perché, come ho precisato, andrei lì per partecipare, senza avere le possibilità di essere tra i migliori. Sono tanti i piloti bravi nella Moto2 che non hanno i mezzi giusti per dimostrare il proprio talento e, secondo me, meglio vincere ed essere protagonisti in Supersport anzichè arrivare ottavo o decimo in Moto2”.

Restano quattro gare alla fine, pensi al titolo?

Ci penso e non ci penso, ovvero, corro ogni singola corsa pensando solo al miglior risultato possibile che io riesca ad ottenere; i rivali sono forti ed esperti: Julies Cluzel ha vinto più volte, Mahias è il campione e rimane un osso duro, Krummenacher regala spesso sorprese; poi ci sono De Rosa con la MV Agusta, Caricasulo che è giovane e determinato. Dal Portogallo sino al Qatar avremo quattro battaglie, ed io proverò a rimanere in alto alla classifica finale”.

Cosa farai nel 2019?

“Scartando il Motomondiale, non pensando al titolo, direi... sì, nel 2019 voglio correre ancora in questo campionato, magari in Superbike con la Yamaha R1. Sono convinto che potrei andare forte anche con la 1000, sono certo che la popolarità delle derivate crescerà, e salirà anche il mio livello di competitività, come lo faranno le mie quotazioni di pilota professionista”.

 

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