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MotoGP, GP Le Mans: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Marquez diventa il maggiore indiziato per l'uccisione del campionato, Dovi cade e Petrucci va sul podio in attesa di salire sulla Rossa ufficiale

MotoGP: GP Le Mans: il Bello, il Brutto e il Cattivo

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Come in un romanzo giallo scritto male, l’assassino del campionato sembra intuibile già al 5° capitolo. Si chiama Marc Marquez e non fa il maggiordomo ma il pilota. Cosa che gli consente di arrivare prima di tutti ogni domenica. Soprattutto quando gli altri si stendono in ordine sparso, lasciando allo spagnolo la gloria ma soprattutto una bella quantità di punti.

Nella giornata storta di Dovizioso, Ducati riscopre Petrucci e festeggia Miller, moderni rivoluzionari che ribaltano ancora una volte le gerarchie a discapito di Lorenzo. In Yamaha, invece, Zarco toglie tutti dall’imbarazzo autoeliminandosi e Valentino si concede un goccio di champagne approfittando di una pista sempre amata.

In Moto2 Pecco Bagnaia fa il colpo grosso, mentre in Moto2 Di Giannantonio ne riceve uno gobbo. C’est la vie.

IL BELLO – Danilo Petrucci ha teorizzato a Le Mans il concetto di ‘extra balls’, e non bisogna essere laureati in letteratura inglese a Oxford per capire a cosa si riferisse. Sono servite per passare dalle Q1 alla prima fila, per tenere a bada Valentino, per rimanere incollato a Marquez e per salire sul podio. Il ternano spera che servano anche per salire il prossimo anno su una Ducati tutta rossa.

IL BRUTTO –  Il backflip sperato si è trasformato in un tuffo carpiato nella ghiaia. Non un buon finale per Johann Zarco, profeta in patria ma non in Yamaha. Avrebbe  meritato di più, ma la tensione gioca brutti scherzi. In Italia non l’avrà.

IL CATTIVO – Così non si fa, non è carino né nei confronti degli avversari né del pubblico pagante. Il campionato MotoGP dura 19 gare e svelare come andrà finire dopo 5 non è elegante. Marc Marquez non voleva fare spoiler, ma la sua velocità e la sua lucidità, unite a una Honda al meglio, non poteva neppure nasconderle.

LA DELUSIONE – Mentre Lorenzo scopre problemi di ergonomia sulla Ducati, a Borgo Panigale stanno pensando di risolverli togliendogli direttamente la sella a fine stagione. Jorge non starà più comodo neppure così perché, anche senza volere una poltrona, in giro stanno sparendo pure gli sgabelli. Il maiorchino rimane uno dei migliori piloti in circolazione, ma non gli sta bastando per trovare una buona sistemazione. E sarebbe un peccato.

LA CONFERMA  – Valentino a Le Mans va forte, ci era riuscito perfino con la Ducati, figurarsi se una Yamaha un po’ fuori tono avrebbe potuto fermarlo. Anche Zarco va forte a Le Mans, ma lui in questo momento lo fa su tutte le piste. La conferma è che le M1 blu continuano ad arrancare e a mandare ai matti Vinales. Già Maverick era confuso, quando ha poi visto il suo nome al secondo posto nella classifica iridata deve avere pensato a uno scherzo.

L’ERRORE – Forse la centrifuga troppo lunga della trattativa, ha lasciato qualche piega nel tessuto pregiato di Dovizioso. Errori del genere sono solitamente una specialità di un altro Andrea (che infatti lo ha anticipato anche a Le Mans). Il Dovi ha costruito i suoi successi sulla lucidità, quella che è mancata. Ora che ci sono firma e moto, deve solo fare un bel respiro e prepararsi per il Mugello.

LA SORPRESA  – Oltre che per noi, il podio è sta una sorpresa anche per lui. Il fattore C ha dato una mano ad Andrea Migno, che da parte sua ci ha messo il polso e ha saputo approfittarne. Una brutta sorpresa invece l’ha ricevuta Fabio Di Giannantonio,  bloccato all’ingresso del parco chiuso. L’illusione della prima vittoria è durata un giro, causa ritardi nella comunicazione della sua penalizzazione. La Direzione Gara ha deciso di usare il pugno duro in Moto3 (forse troppo riflettendo su certi provvedimenti) poteva accompagnarlo a un po’ di sensibilità

IL SORPASSO – Nessuno, neanche un accenno, nulla di nulla. Zero è il numero di sorpassi che è servito a Pecco Bagnaia per vincere a Le Mans. Pole position, giro veloce e vittoria, è il tris che rivela la sua solidità. Rotto il ghiaccio con Morbidelli lo scorso anno, la Moto2 è terra di conquista per gli italiani. Lo spettacolo non si dà solo nei sorpassi.

LA CURIOSITA’ – I francesi hanno dovuto attendere 30 anni per vedere un proprio pilota in pole position nella gara di casa. Si parla di classe regina e c’era riuscito Cristian Sarron in 500 nel 1988, quando si correva al Paul Ricard.

IO L’AVEVO DETTO – Zarco e Lorenzo lo ripetono a intervalli regolari a ogni GP: “la vittoria è sempre più vicina”. Forse è meglio cambiare tattica.

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