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SBK, Nuovo format prove libere, Dorna decide per tutti

DIBATTITO- Tra "Sì", "No" e risposte mai pervenute, l'unione inesistente non fa la forza. Ogni argomento è scivoloso ed avvolto dalla nebbia, manca una associazione dei team che, probabilmente, non ci sarà mai

SBK: Nuovo format prove libere, Dorna decide per tutti

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Arriva un altro cambiamento per questa SBK che, da qualche anno, non riesce a trovare una propria e definitiva identità.

Dopo aver introdotto un regolamento tecnico piuttosto cervellotico da comprendere -e, forse, non ultimato- ecco l’ennesima novità: le prove libere non saranno più 3, bensì 4, ogni singolo turno da 40 minuti.  

Sarà meglio o peggio? Piacerà o no? Ovviamente bisognerà prima scendere in pista per capirlo, ma le opinioni già si sprecano; facciamo finta di essere in una assemblea condominiale e vediamo chi alza la mano alla domanda: vi piace o no la nuova regola? Il format è valido?

Tra i pareri favorevoli, interviene Lorenzo Savadori, che ha il braccio più lungo di tutti: secondo me è una novità positiva -ha dichiarato il cesenate del team Aprilia Milwaukee- avere un turno in più a disposizione ci consente di utilizzare ulteriore materiale e possiamo anche compiere più giri. Lo scorso anno il tempo era risicato, questa decisione potrà aiutare più squadre”.

Pure il pilota Honda Red Bull Leon Camier ha alzato la mano, appena dopo Savadori:anche per me è una buona idea -ripete il britannico- specialmente per i team con i nuovi piloti su moto che hanno bisogno di più tempo per trovare il migliore assetto. I top team avranno sempre un punto di partenza più ampio e consistente, ma adesso anche le piccole squadre potranno avere la possibilità di tenere il passo”.

Elegante nei modi e nell’intervento l’irlandese Aprilia Eugene Laverty mette il suo "sì" nei diversi commenti: “per me è una buona idea -aggiunge il pilota della RSV4- perché avremo più tempo per discutere coi tecnici gli eventuali cambi di setup e riprovare a scendere in pista”.

"Eugene ha ragione" la voce è quella dell'argentino Tati Mercado, in forza nel team Orelac Kawasaki: "adesso il tempo sarà distribuito meglio e arriveremo alla gara del sabato pronti e preparati. L'anno scorso, invece, non avevamo il tempo necessario per farlo ed il turno della domenica mattina alle 8:40 non serviva a niente". 

Considerazioni e ragionamenti che non fanno una piega. Ed ecco Serafino Foti, che gestisce le Ducati Aruba ufficiali di Melandri e Davies: "oltre ad essere una cosa positiva per i tecnici -spiega il manager italiano- altrettanto sarà per i piloti; in caso di caduta o di inconveniente tecnico, ci sarà poi una nuova opportunità per poter rimediare , portando in pista diverso materiale".

Quando l'inerzia dell'assemblea sembrava pendere a favore dei "sì" mettendo d'accordo i presenti, noi invece, ascoltiamo tutti... arrivano subito le prime perplessità. A Storcere il naso è Mirco Guandalini, team manager Yamaha che schiera Ondrej Jezek: "le quattro sessioni ci costringono ad un maggiore impegno dal punto di vista economico -analizza il patron del team- probabilmente sarà necessario inserire un terzo meccanico in squadra, che comporterà ancora più costi. Io faccio il tifo per tornare al format del 2008, con la doppia qualifica e la Superpole col giro secco”.

“Questa novità non avrà impatto sul consumo del materiale”  parla Andrea Dosoli, project manager Yamaha che però avvisa: “avremo un venerdì particolarmente impegnativo, dove sarà necessario stare attenti, senza perdersi troppo per strada, visti i 40 minuti di tempo a disposizione”.

Regna il caos in aula assemblee. Addirittura, c'è chi precisa: "di questa decisione, non ne sapevo niente -scherza sorridendo Genesio Bevilacqua, titolare della squadra BMW- e penso che, con una sessione in più, c’è addirittura il rischio di potersi annoiare”. 

Ecco che si alza la mano possente di Lucio Pedercini, che quest'anno avrà Yonny Hernandez sulla ZX-10RR: "indipendentemente dall'idea, buona sulla carta ma da verificare in pista, non abbiamo deciso noi" precisa il manager mantovano.

E chi lo avrebbe deciso quindi? Dorna, in maniera autonoma, senza confrontarsi con nessuno? Sentiamo Manuel Puccetti, titolare del team che farà debuttare il turco Razgatlioglu:  “è vero,  nessuno ci ha chiesto niente -il manager emiliano appoggia Pedercini- ovvero, abbiamo appreso del cambio di programma e basta”

In Superbike non esiste una associazione IRTA presente nel Motomondiale. Se ne parla da anni nel paddock delle derivate, invano: “nessuno la ha mai costituita -continua Puccetti- ed è un peccato; sarebbe molto utile avere un referente da parte dei team che parli con Dorna. Ma se andiamo avanti così, non avremo mai nessuno che ci rappresenti e sostenga nelle decisioni importanti da prendere”.

Mai dire mai, si dice così?! Una cosa è chiara: l’unione farebbe la forza, ma come si può essere uniti quando alla domanda iniziale: “vi piace o no il nuovo format?” hanno risposto in pochi, chi favorevolmente, chi no. Gli altri, non facciamo nomi, non hanno fornito una preferenza: metaforicamente, sarebbe come non averli avuti presenti in aula, nel momento dell’assemblea.

È un po' come nel giorno delle votazioni politiche: se non ci si reca al seggio, poi non ci si potrà lamentare di una scelta che non abbiamo fatto. Così dipinse la situazione Troy Bayliss, qualche anno fa, nel passaggio ai prototipi dalle derivate: "capire la differenza tra un mondo e l'altro è semplice: in MotoGP niente è lasciato al caso, in SBK eravamo come tanti cowboy allo sbaraglio".

 

 

 

 

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