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MotoGP, Stoner: Dovizioso come me, va per la sua strada

"Non sono più un pilota ma un papà. Guido moto fantastiche, rischio meno e mi sveglio nel mio letto. La GP18? la direzione è giusta"

MotoGP: Stoner: Dovizioso come me, va per la sua strada

Un velo di barba sul volto, il sorriso stampato sul viso e una luce che rivela tranquillità negli occhi. Casey Stoner siede rilassato nell’hospitality Ducati a Sepang. Ha provato la GP18, si è divertito e ora il suo lavoro è finito. “Cosa ho fatto nell’ultimo anno? Un’altra figlia” ride.

Il ruolo di papà gli sta dando più soddisfazioni di quello di pilota, certamente ha trovato la sua dimensione. Nella casa sulla Gold Coast, lontano dal circo mediatico. “Con la prima figlia era andato tutto bene, con la seconda è stato più semplice. Certo, ora ho 3 donne in casa e prima o poi prenderanno il comando” continua a scherzare.

Servirebbe un maschio, per continuare la stirpe di piloti…
No, due è il numero perfetto. Poi le mie figlie potranno scegliere fra tanti sport, come il golf o il tennis (ride)”.

Il papà però va ancora forte in moto…
Continuo ad allenarmi, ma dopo il primo giorno di test sulla Desmosedici sentivo un dolore terribile ai muscoli”.

Non ti ha impedito di essere veloce.
Onestamente, sono stato sorpreso anch’io. Sono sceso in pista, il primo giro l’ho fatto in 2’02”7 e poi i tempi continuavano a scendere. Conosco bene questa pista, ho tutti i riferimenti”.

Però eri fermo da tanto tempo.
Mi viene facile essere subito veloce, la cosa difficile è togliere gli ultimi decimi. So bene quali sono  i miei limiti e senza prendere troppo rischi i tempi scendono facilmente”.

Merito del tuo DNA?
Forse, ma questa qualità per un collaudatore è una fortuna. il mio lavoro non è sistemare gli ultimi dettagli, questo spetta a ogni pilota. Io devo riuscire ad andare a un buon passo e fare comparazioni, frenando sempre nello stesso punto, avendo continuità, in modo da sentire le differenze nelle diverse aree della moto. Penso di guidare al 75/80% delle mie possibilità, va bene, per me non ha senso prendere altri rischi”.

Cosa hai avvertito sulla Desmosedici 2018?
“Ero già stato piacevolmente sorpreso di quanto fosse competitiva la moto lo scorso anno, anche se aveva dei punti deboli troppo grandi rispetto agli avversari. Abbiamo lavorato su quelle aree, anche se non ho potuto fare molti giri perché a causa della pioggia il circuito non era in condizioni perfetti. Ho comunque avuto delle sensazioni positive. Credo che sia stato fatto un passo nella giusta direzione”.

Se dovessi descrivere la GP18 in poche parole…
Me ne servirà qualcuna in più (ride). Ha mantenuto lo stesso carattere delle Desmosedici precedenti, ma ora risponde meglio ai comandi del pilota, non devi lottare con lei.

Il più grande difetto della Ducati negli ultimi anni è stato il sottosterzo, ma tu non sembri lamentartene.
È quello il problema maggiore, ma riesco a compensarlo con il mio stile di guida. Come? facendo derapare e risollevandola in fretta, usando i suoi punti di forza, la velocità massima e la potenza. È difficile con la Desmosedici mantenere velocità in curva, è qualcosa che dobbiamo migliorare con la nuova moto”.

Intanto, già lo scorso anno, Dovizioso ha sorpreso tutti…
Andrea è stato fantastico, penso non se lo sarebbe aspettato neppure lui a inizio stagione. Ha fatto un grande lavoro, ha tirato fuori il meglio dalla moto. Non ha guardato quello che facevano gli altri ma è andato per la propria strada, è un atteggiamento simile al mio quando correvo. Andrea doveva seguire questa strada già tanti anni prima, perché è un ragazzo intelligente.

Con lui e Lorenzo ora Ducati ha la migliore squadra?
Il team ha la possibilità di fare l’ultimo passo e diventare più competitivo in ogni gara, già vicino nella fine della scorsa stagione. Se riusciremo a migliorare i punti deboli della nuova moto, possiamo sperare che Andrea sia ancora più competitivo e che Lorenzo possa tornare nelle prime posizioni. Sarà una stagione molto, molto interessante”.

Mancheresti solo tu, sai che a una domanda sul tuo rientro non puoi sottrarti.
(ride) “Mi piace troppo la mia vita attuale, non mi piace quella delle corse, intendo i viaggi, gli eventi e tutto il resto. Mi piace correre e guidare, ma è solo una piccola parte del lavoro. Ora ho la possibilità di guidare queste moto fantastiche e contemporaneamente svegliarmi nel mio letto per più di qualche settimana all’anno”.

Anche la parentesi sulle quattro ruote è chiusa?
Ho fatto 7 gare con le auto in Australia e non mi sono divertito molto, c’era tanto lavoro che non mi aspettavo, credevo fosse tutto più semplice. Avevo tanti eventi con media e fan, dopo il mio ritiro volevo un anno tranquillo ma non è stato così”.

Non ti piace proprio parlare con i giornalisti…
Non è una cosa che mi spiaccia, ma se mi attaccano senza motivo allora non vedo la ragione per farlo. Magari in futuro, ma ho tanto tempo davanti”.

Le frange più estremiste di tifosi farebbero cambio per te con Valentino…
Fidatevi, non avrebbe molto successo (ride)”.

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