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MotoGP, Guidotti: per Petrucci può essere l'anno della consacrazione

Il team manager di Pramac: "Miller? ho trovato un pilota talentuoso ma deve capire che il tempo di giocare ormai è finito"

MotoGP: Guidotti: per Petrucci può essere l'anno della consacrazione

Qualche giorno fa avevamo parlato con Francesco Guidotti di quello che potrebbe essere il futuro di Ducati Pramac, la squadra di cui è team manager. Prima di pensare al 2019 e oltre, c’è però il 2018 che lo attende con una conferma, Danilo Petrucci, e una speranza, Jack Miller.

Quali sono i nostri obiettivi? Negli ultimi anni siamo sempre stati in crescita e naturalmente vogliamo continuare con questa tendenza - spiega il manager - Non può essere altrimenti e abbiamo cambiato pilota anche in funzione di continuare a migliorare”.

Fuori Redding, è entrato Miller.

Scott aveva fatto un buon primo anno con noi - ricorda Francesco - poi ci siamo persi. Le sue sensazioni rispetto alla squadra sono cambiate e da parte nostra non abbiamo trovato la chiave di lettura per farlo continuare a quel livello. È stata una separazione naturale”.

Il presente si chiama Jack, un pilota accreditato di un grande talento ma che in MotoGP non ha ancora raccolto quanto si aspettasse.

Nessuno sa quanto valga veramente, bisogna metterlo nella condizione di esprimersi ma la mia sensazione è che possa fare meglio di quanto abbia fatto vedere - l’opinione di Guidotti - Secondo me Jack ha tanto da esprimere, se guardo alla sua storia in MotoGP, il primo anno non si può prendere in considerazione, il livello tecnico della sua moto era troppo basso. Nel secondo ha vinto una gara e riuscirci è sempre difficile, tanto più in quelle condizioni”.

Poi si era di nuovo spento, per riprendersi alla fine della scorsa stagione.

Probabilmente ha sentito squillare un campanello di allarme quando ha capito che sarebbe potuto rimanere a piedi. Secondo me, con lui bisogna ripartire da quelle ultime gare del 2017, dove si è dimostrato competitivo”.

Sicuramente Miller, nelle ultime stagione, è stato tacciato di poco professionalità ma Pramac potrebbe essere il posto giusto per lui per rimettersi sulla giusta via. Anche perché la MotoGP non fa sconti.

Sicuramente per lui è finito il momento di giocare, bisogna fare sul serio - avverte il team manager - Un pilota deve avere chiaro fin dall’inizio che deve essere un professionista, che servono dedizione e sacrificio”.

Un paio di test sono serviti per conoscerlo meglio.

Ho avuto l’impressione di trovarmi davanti un pilota veloce e talentuoso, ma con dei limiti a livello, per così dire, strutturale - dice Francesco - Dall’altra parte riesce a trasmettere molto bene le sue sensazioni in sella alla squadra. Forse ha perso un po’ di tempo, ma si può recuperare”.

Se l’australiano sarà un pilota tutto da scoprire, Petrucci al suo 4° anno in Pramac è un libro aperto. Con la squadra toscana Danilo sta raggiungendo la sua maturità agonistica e serve ancora poco per completare questo cammino e iniziarne un altro.

Da quando è con noi ha fatto una crescita costante e per nulla lenta - afferma Guidotti - Ducati crede in lui e infatti gli ha affidato una moto ufficiale già al terzo anno. Questo potrebbe essere l’anno della consacrazione per lui, tutti credono che possa fare l’ultimo passo. Il 2017 è stato il suo anno migliore, ma ora si riparte da zero, il passato non conta”.

Inevitabilmente viene in mente la vittoria come obiettivo dichiarato e non ancora raggiunto.

È sempre delicato parlare di questo, i rivali sono tanti e molto forti, e non è neanche la cosa più importante - rivela - L’anno scorso Danilo non ha vinto un GP una volta per 60 millesimi e un’altra perché si è trovato di fronte un Marquez che ha rischiato il tutto per tutto, significa che non manca molto”.

Allora cosa chiede il team manager a Petrucci?

Di non vedere più un 16° o un 18° posto, magari la settimana successiva ad avere fatto podio - la risposta - Lì si può e si deve migliorare, i fine settimana storti possono capitare ma non si deve arrivare così indietro. Da una parte c’è il fattore tecnico, dall’altro l’aspetto mentale”.

Guidotti ci tiene a dare un consiglio a Danilo.

Deve acquistate maggiore fiducia, non sottovalutarsi - dice - Sa cosa serve per migliorare il suo stile di guida ed essere consapevole del problema è già un buon risultato. Non è semplice cambiare il modo di guidare ma c’è la può fare. So che Danilo ha una determinazione fuori dal normale e gli serve tutta correndo contro piloti che hanno quattro palle e mezza. Da parte nostra, faremo del nostro meglio”, la promessa.


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