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Ducati Supersport: ritorna la sportiva stradale

TECNICA - A Borgo Panigale puntano sul concetto di moto oggi quasi snobbato dalle rivali. Scelta che potrebbe premiare

Moto - News: Ducati Supersport: ritorna la sportiva stradale

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Sportiva stradale: ecco il DNA della nuova Supersport. Una moto che punta a rinverdire i fasti non solo di una gloriosa dinastia, ma che ripropone in modo chiaro e netto il concetto. Un segmento in voga soprattutto negli anni '90 ed i primi scampoli dei 2000, ma che con il tempo aveva visto una netta separazione dei due aggettivi: le sportive hanno puntato sulle prestazioni, facendo di fatto un clamoroso harakiri , con vendite a picco a causa di scarso comfort e punte di potenza e velocità irrazionali se viste nell'ottica dell'utilizzo quotidiano, e poi le stradali, mezzi che di fatto sono oggi rappresentati dalle cosiddette crossover, moto tuttofare ed in cima alle preferenze dell'utenza votata a macinare chilometri sulle strade, nel lavoro e nei weekend.

FILOSOFIA CHE SI RINNOVA - Ducati gioca la sua carta in controtendenza alle mode del momento, ripescando quel concetto che potrebbe rivelarsi azzeccato. Le sportive piacciono, è innegabile, ma con prestazioni e comfort che le penalizzano nei confronti di moto più pacate ed "umane". Ecco allora la SuperSport, la novità di quest'anno che ripesca dal passato una vera icona  per la storia del marchio bolognese e la rilancia nella mischia, con interessanti elementi distintivi, come erano le SS del tempo.  

Prodotta a partire dal 1988, con la caratteristica del motore raffreddato ad aria, la serie Supersport Ducati traeva linfa vitale dalla precedente serie Pantah, evocando nel nome la moto del 1973 a "carter tondi", successivamente presentata in altre versioni dal 1975 , con la serie a "carter quadrati" nelle cilindrate di 750 e 900cc, oltre alla famiglia Pantah SS.

A dieci anni dall'ultima versione realizzata da Pierre Terblanche -prodotta fino al 2007- la moto protagonista della nostra analisi (e che presto proveremo su strada ed in pista, nelle due versioni previste Standard ed S) si rifà all'ultimo modello per filosofia, decisamente meno estremo delle Supersport dei primi anni '90.

In questo caso si sfrutta una base tecnica già collaudata- dal motore, stavolta raffreddato a liquido già visto sulla Hypermotard, alla ciclistica di derivazione Monster- per presentarsi con forti connotati "Panigale style" , ma indirizzati verso un'ottica amichevole, adatta al divertimeno su strada, senza però rinunciare a qualche puntata tra i cordoli in scioltezza. 

MOTORE – L'unita che equipaggia la nuova Supersport è il bicilindrico Testastretta 11° da 937 cc che abbiamo già provato sulla gamma Hypermotard e capace di una potenza di 113 CV e 96,7 Nm di coppia. In questo caso però troviamo una rapportatura più "distesa", nuove teste dei cilindri, un sistema ride by wire e un diverso coperchio del generatore. Potenza non eccessiva, e una bella schiena di coppia ai medi. L'ideale per divertirsi senza timori reverenziali. Confermati i tre Riding Mode, ovvero Sport, Touring e Urban e non mancano il controllo di trazione e l'ABS Bosch disinseribile. A ciò si aggiunge la predisposizione per il DQS (Ducati Quick Shifter) in optional (di serie sulla S) che consente di attivare il cambio elettronico anche scalata oltre che per il passaggio ad un rapporto superiore. Gli intervalli di manutenzione sono di 15.000 chilometri per il cambio olio, e 30.000 per la regolazione della distribuzione Desmo. Il serbatoio, infine, ha una capacità di 16 litri.

CICLISTICA - Il peso in ordine di marcia della nuova Supersport è di 210 Kg, sostenuto dal noto telaio a traliccio con motore a funzione portante. L'inclinazione del cannotto di sterzo è di 24°, per un'avancorsa di 91 mm ed interasse di 1.478 mm. Valori che puntano ad unire stabilità e scioltezza, non andando verso valori estremi da sportiva pura, come sottolineato anche dai semimanubri rialzati e dall'angolo più aperto.

Le sospensioni sono diverse per le due versioni. La Standard adotta una forcella Marzocchi da 43 mm completamente regolabile, ed un mono Sachs regolabile nel precarico e nell'estensione. La versione "S" offre di più in questo comparto con forcella da 48mm e mono Öhlins, entrambi capaci di ampio range di regolazioni. L'impianto frenante è marchiato Brembo e conta su dischi anteriori da 320 mm e pinze M4.32. La pompa freno anteriore è una radiale (PR18/19). Gli pneumatici di primo equipaggiamento sono i Pirelli Diablo Rosso 3 nelle misure 120/70 anteriore e 180/55 posteriore.

Sul piano della carrozzeria c'è il forte richiamo alla Panigale nella parte frontale, sebbene qui troviamo un impianto luci (full LED) rivisto ed un plexiglass regolabile in altezza, con ben 50 mm di escursione. Completa il quadro la strumentazione LCD e la presa USB (nel sottosella). Non manca, infine, la predisposizione al sistema Ducati Multimedia System.

COLORAZIONI - Come di consueto, Ducati ha previsto delle colorazioni differenti per i due modelli. La base sarà infatti disponibile nella sola versione con carenatura Rosso Ducati ed i cerchi ruota Matt Black. Per la più dotata "S", invece, si potrà scegliere tra due tinte: a base rossa o a base bianca. La variante sta nella carena e telaio Rosso Ducati e cerchi ruota Matt Black, o nella carena Star White Silk con il traliccio Rosso Ducati ed i cerchi ruota Glossy Red. Per la “S” è poi previsto il coprisella passeggero in tinta.

PREZZO - I prezzi dichiarati da Ducati sono: 12.990 euro per la "standard", 14.690 per la "S" colorazione rossa, mentre salgono a 14.890 per la colorazione bianca con cerchi rossi. Tre i pacchetti di personalizzazione disponibili: Sport, Urban e Touring con la Sport che vanta uno scarico Akrapovic che aggiunge il 2% di potenza massima, la Touring invece propone un set di valige da 44 litri totali (22 per valigia).

Qui si conclude la nostra analisi tecnica. Per sapere come si comporta su strada ed in pista vai alla nostra prova della nuova Ducati Supersport.

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