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Moto3, Paolo Simoncelli: "Il rispetto del marchio sul petto viene prima della vittoria"

Papà Paolo traccia le linee guida della sua squadra: "Voglio maturità e serietà da parte di tutti. Arbolino è un talento e Suzuki ha l'esperienza, possiamo essere subito tra i primi"

Moto3: Paolo Simoncelli: "Il rispetto del marchio sul petto viene prima della vittoria"

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Da quel tragico 23 ottobre 2011 ad oggi Paolo Simoncelli ha vissuto tante giornate dense di sentimenti di vario tipo e quella di oggi, con la presentazione del suo team dedicato alla memoria del figlio pronto a fare il suo debutto nel motomondiale, è sicuramente una di queste. Non è stato un evento come gli altri, e la commozione sul suo viso ne è stata la prova; ma come papà Paolo è riuscito a rialzarsi dopo aver perso Marco, allo stesso modo lo ha fatto oggi presentando da uomo di tv navigato tutti i piloti e gli sponsor che hanno permesso il suo sogno. Ovvero quello di ricordare nella maniera migliore possibile il Sic ed il suo sogno con una squadra formata da tanti ragazzini speranzosi e spensierati.

Paolo, quali sono i tuoi pensieri dopo aver svelato la moto che dà inizio a questa avventura nel mondiale?

“Sono molto commosso. La moto l’avevo già vista tante volte avendo lavorato davvero tanto sulla grafica, ma vedere quanta gente si è recata alla presentazione mi ha comunque fatto davvero commuovere. Sono felice di ciò che stiamo portando avanti, ovvero aiutare dei ragazzi nel loro sogno, che forse senza di noi non si potrebbe avverare. Le corse sono bellissime ma anche molto costose, ma grazie anche ai tanti sponsor che ci supportano possiamo fare tutto ciò”.

L’arrivo nel mondiale può essere definito il raggiungimento dell’obbiettivo finale?

“Sicuramente non pensavo di arrivarci così in fretta, ma il mondo delle corse è un continuo progredire quindi mi aspettavo di arrivare un giorno a correre nel mondiale. Ora però bisogna fare dei risultati, perché in caso contrario questo ambiente non ti lascia spazio”.

La volontà dunque è quella di essere fin da subito davanti…

“Io penso che possiamo fare bene, ho questa sensazione. Gli elementi ci sono tutti a partire da un ottimo capotecnico e da una moto performante come la Honda, fino ad arrivare a due promettenti piloti”.

Quali saranno le linee guida di questa squadra?

“Voglio innanzitutto serietà e dedizione, poi vincere o meno viene in secondo piano. Ovviamente ogni pilota è fatto a modo suo, ma l’importanza del marchio che portano sul petto deve renderli maturi e deve distinguerli”

Come ti trovi in questa nuova veste di team manager?

“E’ una vita molto incasinata (ride) dato che le cose da fare sono tante come ad esempio trovare il budget necessario. Occorre curare tutti i particolari, ed anche per questo ho voluto tante persone fidate e dal grande spessore vicino a me per affrontare questa avventura”.

Il fatto che continuiate a mantenere delle squadre nei campionati nazionali è il simbolo del vostro progetto di base

“Crescere sportivamente e non dei ragazzini è la cosa che più mi piace perché ti fa sentire in un certo senso importante. Ti vedono come una parte utile al loro processo di crescita, e quindi cerchiamo di continuare ad aiutarli nella maniera migliore possibile anche con il salto nel mondiale” .

Arbolino è l’esempio del pilota cresciuto con voi…

“Esatto. Alcuni piloti sono stati esclusi dalla squadra per un comportamento inadatto, mentre Tony è cresciuto tanto in questi anni sotto tutti i punti di vista. Io lo reputo un fenomeno, e credo che nella seconda parte di campionato potrà davvero dire la sua.”

Com’è maturata la scelta di Suzuki invece?

“Tatsuki è stata una nostra prima scelta, e lui dal canto suo è stato molto contento di entrare nel nostro team per il fatto di avere a disposizione un Honda, che lui reputa la miglior moto della categoria. Ha tanta voglia di guidarla e di fare bene dopo due stagione non esaltanti in sella alla Mahindra”.

Che effetto pensi ti farà rivedere in Qatar il nome di Marco sulla griglia?

“In Qatar mi farò accompagnare da mia moglie in ogni momento, perché la prima gara probabilmente sarà un problema per me…”.

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