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SBK, Stefan Bradl, il 2017 con Honda è l'annus horribilis

L'avventura con Ten Kate si rivela un incubo che gli costa in un solo colpo sella e permanenza in Superbike, ma nel 2018 c'è una speranza

SBK: Stefan Bradl, il 2017 con Honda è l'annus horribilis

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Ten Kate aveva preparato tutto curando ogni minimo dettaglio con una presentazione da favola in grande stile. Lo sponsor Red Bull, la nuova moto, così come le livree e addirittura una new entry, ovvero Stefan Bradl, da affiancare a Nicky Hayden. Sembravano quindi esserci tutte le carte in regola per vedere la Honda recitare una parte da protagonista ad inizio Campionato, invece sono bastate poche gare per mandare in fumo quanto sperato.

Un vero e proprio film horror il 2017 del pilota tedesco, che mai avrebbe immaginato un simile epilogo in sella alla Fireblade SP2. Reduce dall’impegno in MotoGP, Stefan sognava infatti di trovare fortuna nelle derivate con un progetto tra i più ambiziosi, ma si è scontrato con una cruda realtà che l’ha messo da subito a dura prova.

Tra telai che non funzionavano e un elettronica obsoleta, la moto giapponese si è rivelata un cavallo imbizzarrito, difficile da domare, e talvolta anche capace d’ammutolirsi. Il quindicesimo posto al debutto in Australia è stato il primo campanello d’allarme e la musica è rimasta  la stessa anche quando il Circus è sbarcato in Europa.  Cambiano le piste, ma la SP2 continua rimanere lenta nei confronti della concorrenza, accusando circa trenta secondi dai migliori. Nemmeno il nuovo motore 17.1, portato a Misano, sembra dare una svolta alle prestazioni.

Sul volto del tedesco la rassegnazione è evidente, perché non sembrano esserci vie d’uscita. Come se non bastasse, ci si mettono di mezzo anche i problemi di salute, come l’infiammazione all’orecchio che lo costringe a saltare la 8 Ore di Suzuka. Il peggio deve però ancora arrivare, dal momento che la seconda parte di stagione è addirittura più tormentata della prima. Al Lausitziring l’alfiere Honda è obbligato rinunciare a Gara 1 per una caduta rimediata al venerdì. All’appuntamento seguente di Portimao una lesione del legamento scafo-lunato del polso destro lo condanna a concludere in anticipo il 2017 con tanto di operazione.

È in quel momento che l’avventura di Bradl e Honda giunge al capolinea, perché a raccogliere il suo testimone ci pensa Jake Gagne. L’americano, chiamato a sostituire in precedenza Hayden a Laguna Seca, torna in sella alla SP2 partecipando alle tappe di Magny-Cours e Losail, strappando a dicembre il contratto 2018 con Ten Kate, forte anche del sostegno da parte dello sponsore Red Bull. A condividere il box con lo statunitense Leon Camier.

Bradl si ritrova quindi scaricato, senza avere una sella a disposizione nella classe regina in vista della prossima stagione. Nemmeno nel Motomondiale ci sono opportunità, tanto che il futuro del tedesco resta ancora oggi un grosso interrogativo. Tra le possibilità in ottica 2018 si valuta una posizione in HRC come tester affiancando Aoyama e Takahashi. Sembra essere proprio questo l’ultimo treno disponibile per rimanere nelle due ruote, anche se fa davvero male vedere un pilota del calibro di Stefan fuori dai giochi.    

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