Michael Ruben Rinaldi nel 2018 esordirà in Superbike con il titolo Superstock conquistato quest’anno, in una difficile ma vincente stagione, della quale lui stesso ricorda il momento più basso e quello più alto: “del weekend portoghese di Portimao è il ricordo più brutto -racconta l'ex numero 12, ora diventato 21- perché è proprio sulla pista dell’Algarve che ho avuto tante difficoltà, finendo la corsa al nono posto. Tuttavia, ho diversi momenti molto belli da ricordare, cito la vittoria di Imola -in casa Ducati- e quella ottenuta sulla pista tedesca del Lausitzring, con il compagno di squadra Mike Jones secondo, in una festa tutta tinta in color rosso”.
La battaglia è stata viva fino a Jerez, dove il campionato era ancora aperto: “ma alzare al cielo il trofeo di vincitore è stata una gioia -continua Michael- e pure una liberazione; vincere il campionato era l’obiettivo mio e di tutta la squadra, farcela ha completato nel migliore dei modi la mia esperienza in Superstock”.
Ora ti attende la Superbike, il salto è notevole?
“Molto notevole; dalla Stock alla Superbike le differenze sono enormi, sotto ogni punto di vista: parlando delle moto, posso dire che la Superstock sia molto più semplice da guidare e da mettere a punto; con la Superbike -più dotata nella sezione elettronica e nei valori massimi di coppia e potenza del motore- la ricerca dell’assetto ideale è fondamentale, poiché le combinazioni possibili tra telaio e sospensioni sono maggiori ed è facile trovarsi nella strada sbagliata. Inoltre, le gomme: con le slick Pirelli si può andare ad un limite più alto, ma bisogna conoscerle. Avrò dalla mia una grande squadra che mi aiuterà nel lavoro e nella mia crescita di pilota”.
Rinaldi correrà solo nei round europei, saltando le 5 trasferte fuori dal Vecchio Continente: “per quest’anno il progetto previsto è questo -precisa- ed io ce la metterò tutta per fare del mio meglio; sono consapevole di poter contare su un team forte e ben organizzato, ed è grazie ai ragazzi che proverò ad essere veloce e costante, considerando le due manche in programma in ogni weekend iridato”.
A Jerez hai svolto il tuo primo test, cosa ti ha impressionato?
“I piloti. Rispetto al livello medio degli iscritti in Superstock, quelli Superbike sono tutti forti e di grande esperienza, che curano ogni dettaglio, dalla tattica di gara all’usura delle gomme; dalla Superstock alla Superbike c’è meno istinto e più tecnica, oltre ad una velocità di base maggiore che ogni pilota può esprimere”.
In almeno 8 occasioni, dividerai il box con Davies e Melandri…
“Stimo tantissimo Melandri, lui ha vinto un campionato in 250 e, quando si giocava in podi in MotoGP, io correvo con le minimoto. L’esperienza di Melandri è enorme, perché è andato forte in ogni categoria ed anche in Superbike. Chaz Davies guida la Ducati da tanti anni, la porta al limite e conosce ogni segreto della Panigale R. Sia Marco che Chaz sono piloti di alto livello ed io voglio imparare da entrambi, sfruttando la loro presenza nel mio garage a mio vantaggio, provando ad essere sempre più veloce”.
Pensi che Rea sarà ancora l’uomo da battere?
“Johnny è ora il pilota Superbike più competitivo e veloce delle moto derivate dalla serie, anche perché ha un pacchetto tecnico che gli consente di esserlo. Sicuramente sarà ancora Rea l’uomo da battere, lui ha vinto tre titoli consecutivi e proverà a fare suo anche il quarto. Il mio obiettivo sarà, dividendo la pista con Rea, imparare anche da lui”.