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SBK, Mahias: Rinuncio al numero 1, nel rispetto di Sofuoglu

Il nuovo Campione del Mondo Supersport è caparbio in sella quanto sportivo fuori dalla pista: "ho vinto anche grazie agli infortuni di Kenan"

SBK: Mahias: Rinuncio al numero 1, nel rispetto di Sofuoglu

Difficile trovare chi, tra tutti noi, non se la sarebbe “fatta sotto” al posto di Lucas Mahias, costretto a chiudere i giochi mondiali nella notte del Qatar, dove il titolo Supersport era ancora matematicamente da assegnare.

Con alle calcagna il feroce, acciaccato, claudicante e senza allenamento campione della Kawasaki, il ventottenne francese del team Yamaha ha interpretato il ruolo di Sarah Connor, in fuga dalla minaccia Kenan Sofuoglu, determinato come Terminator ad acciuffare il rivale, sino a batterlo.

Ma Lucas, proprio nell’ultima gara stagionale, ha mostrato un sangue freddo ed una concentrazione agonistica da primo della classe: “sin dall’inizio del campionato, il mio unico obiettivo era vincere il titolo -ci ricorda Mahias- ed in ogni corsa ho lottato con il coltello tra i denti per farcela. Ora sono Campione del Mondo, un risultato incredibile per me, perché arrivato nella mia prima stagione completa in Supersport, con una moto completamente nuova ed il team GRT tutto da conoscere”.

Mahias ha una guida istintiva e spettacolare e non lesina “numeri” che ricordano il californiano Randy Mamola: il francese, spesso e volentieri, rientra ai box o si schiera sulla linea di partenza arrivando con un lungo e calibrato “stoppie” tipico di chi si diverte e vuol fare divertire: “il duello con Sofuoglu, durato sino all’ultimo round in Qatar, è stato molto bello per me e per lui, ma anche per il pubblico -svela Lucas- perché Kenan è un pilota davvero veloce e concreto e tenere viva la battaglia sino alla fine è stato bello ed interessante per tutta il circus SBK”.

L’anno prossimo sarai tu il numero 1…

Ho vinto il titolo e sono molto felice, tuttavia nel 2018 non sfoggerò la tabella numero 1 sulla mia Yamaha R6. Penso di aver meritato l’alloro finale, perché mi sono impegnato molto ed ho rischiato sempre, però ho vinto il campionato grazie agli infortuni patiti da Sofuoglu; Kenan ha saltato le prime due gare dopo una brutta frattura e si è presentato in Qatar in precarie condizioni fisiche. Io sono il Campione, ma preferisco rinunciare al numero 1, rispettando Kenan e tenendo il mio 144”.

Alcuni avversari hanno accusato Mahias, ritenuto un pilota sempre al limite e pericoloso nella bagarre; Lucas, invece, si sta dimostrando un ragazzo onesto e fuori dalla pista egli ha uno spirito da vero sportivo: “se ho vinto questo titolo Mondiale, è grazie a Kenan; Sofuoglu è un vero combattente, lui ti spinge sempre ad osare di più e a migliorare costantemente le tue prestazioni, sia sul giro singolo che in gara. Sofuoglu stimola ogni avversario a fare del proprio meglio, in ogni situazione. Lo ha dimostrato in Qatar, dove ha corso contro il dolore e contro la paura, salendo addirittura sul podio”.

Cosa ti girava nella testa in Qatar?

A Losail non sapevo che fare; mi chiedevo: ‘spingo o mi risparmio?’ Nel dubbio, e vedendo come arrivasse forte Sofuoglu, ho deciso di tirare al massimo, sino a vincere. Volevo finire la stagione con un successo e ce l’ho fatta”.

L’ultima domanda non spiazza più di tanto Mahias, un ragazzo abituato a dare spettacolo: “volete sapere perché ho indossato una parrucca rosa shocking dopo aver vinto? Semplice: io odio il color oro e, sin da ragazzino, amavo le cose ‘strane’. Io sono sempre stato un crazy man, mi piacciono le situazioni matte e adoro esprimerle in tutto ciò che faccio”. Quando sentire dire che non esistono più personaggi nel motorsport, rileggetevi queste righe. 


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