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MotoGP, Doohan: Dovizioso vincente anche senza giochi di squadra

Mick è convinto: "Ducati è la rivelazione, con Rossi aveva perso la sua forza"

MotoGP: Doohan: Dovizioso vincente anche senza giochi di squadra

A Sepang, gli occhi attenti ed esperti di Michael Doohan, dall’alto dei suoi 5 campionati vinti nella selettiva Classe 500, hanno notato ogni dettaglio della gara malese offerta dalla MotoGP che, con la vittoria di Dovizioso tiene, perlomeno matematicamente, i giochi aperti sino all’ultima di Valencia.

Doohan, tuttavia, non è sicuro che il team Ducati abbia fatto gioco di squadra: “è difficile dire se Ducati abbia lasciato passare Dovizioso, comunicando a Lorenzo di cedere la posizione - afferma Mick - Se lo ha fatto, sicuramente è stato per tenere aperto il Mondiale. Comunque Dovizioso aveva la velocità ed il passo per stare davanti, quindi, chissà. In Formula 1 questa cosa dei giochi di squadra è bandita ma qui no. Perlomeno, non ancora (ride)”.

Che ne pensi dei giochi di squadra?

In Honda non abbiamo avuto, in passato, nessun ordine dal team: nel 1991 e nel 1992 né in Malesia,né  tantomeno in Sudafrica Gardner mi favorì nella mia lotta al titolo contro Wayne Rainey. E vi ricordate di Àlex Crivillé? Lui di giochi di squadra proprio non ne voleva sapere, perché mi attaccava sempre, sino all’ultima curva”.

Ma a Doohan la situazione che si è creata, piace molto: “le gare sono le gare, questa la cosa bella – afferma - ed il campionato è ancora aperto. Realisticamente parlando, sarà difficile per Dovizioso stare davanti a Marquez e vincere il campionato. Questo potrebbe accadere solo se dovesse presentarsi qualche problema tecnico sulla Honda di Marc o altre noie del genere. Ma la matematica dà una speranza al team Ducati, tenendo aperto l’interesse anche per la gara di Valencia”.

Ti aspettavi una Ducati così competitiva?

“No, onestamente. L’anno scorso hanno mostrato i primi miglioramenti importanti e promettenti, vincendo alcune gare; sembrava che durante gli anni, un po' con Stoner e specialmente con Rossi in squadra, Ducati avesse perso la propria forza, ma adesso hanno intrapreso la giusta direzione, nonostante abbiano iniziato senza le ali sulla Desmosedici GP. Adesso la moto va forte e vedere Ducati, Aprilia e KTM lottare contro le Case giapponesi è bello per lo show e per il campionato”.

Quale è la sorpresa della stagione?

“All’inizio era Maverick Vinales, perché ha debuttato sulla Yamaha con gare al top e due vittorie; Dovizioso è cresciuto mentalmente e sta guidando pensando e sapendo che può vincere in ogni Gran Premio. Anche Zarco ha fatto un lavoro incredibile: è un rookie in MotoGP e sembra preferire la M1 2016 a quella Factory 2017 che usa Rossi. Forse Yamaha ha perso la strada giusta, ma Johann è andato forte, oltre ogni aspettativa”.

Ai tempi tuoi, erano possibili “numeri” come quello di Marquez nelle prove di Sepang?

“Lo abbiamo fatto! A Le Mans mi è successa la stessa cosa. Certo, ora le moto hanno carenature più strette, noi avevamo le camere di espansione che toccavano terra e ti sollevavano la ruota posteriore oltre un certo limite. I piloti ora possono piegare e sdraiarsi molto di più rispetto ai miei tempi e la struttura stessa della moto consente recuperi al limite come quelli esibiti da Marquez. C’è anche da dire che i ragazzi della MotoGP sono davvero forti, hanno talento”.


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