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MotoGP, Rossi e Lorenzo: il 'nemico' è dietro la porta

Nella volata per il titolo Dovizioso e Vinales potrebbero avere nei rispettivi compagni di squadra preziosi alleati o grandi grattacapi

MotoGP: Rossi e Lorenzo: il 'nemico' è dietro la porta

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Restano ancora 4 gare alla fine dell’anno che significano 100 punti ancora da assegnare. Nel mondo della matematica ci sono ancora 5 piloti che potrebbero vincere il titolo, in quello più prosaico delle corse il numero si riduce a tre. Marquez, Dovizioso e Vinales nell’ordine, con Marc alla guida, Andrea a 16 punti e Maverick a 28.

Distacchi risicati se si pensa che si è corso già oltre i tre quarti dei GP a disposizione e, in questa situazione, ogni punto avrà la sua importanza. In verità è già da qualche gara che i piloti - e quelli Ducati in particolare - vengono bersagliati da domande su possibili strategie, e qui con questa termine si intende giochi di squadra.

Il Dovi ha cercato di chiudere la questione, “mi ritengo uno dei piloti più sportivi, sarò l’ultimo a chiedere una cosa del genere”, ma senza troppo successo. La MotoGP non è la Formula 1, non solo per una questione di numero di ruote, e i giochi di squadra non sono la norma ma ubi maior minor cessat, dicevano i latini che pur non conoscevano ancora le motociclette.

Sulla carta, sono Dovizioso e Vinales ad avere i migliori compagni di squadra, o i peggiori a seconda del lato in cui la si voglia vedere. Lorenzo e Rossi sono fra i più veloci piloti nello schieramento e averli al proprio servizio sarebbe un vantaggio importante, se non decisivo.

Tra il dire e il fare, c’è però la voglia di vincere di entrambi, anche se per motivi diversi. Jorge ha provato sulla sua pelle quanto sia difficile adattarsi alla Desmosedici, il trauma però ora è passato e Aragon ne è stata la prova. Dopo una stagione passata ad applaudire sotto il podio il suo compagno di squadra, il maiorchino vorrebbe prendere il suo posto sul gradino più alto del podio, almeno una volta.

Non avrei problemi ad aiutare Andrea, ma una vittoria è il mio obiettivo” ha ripetuto il maiorchino a più riprese e non gliene si può fare una colpa. Anche perché nelle prime 14 gare, gli è riuscito a stare davanti solo 2 volte.

Altro discorso quello di Valentino, al ritorno da un infortunio. Per il Dottore, il primo traguardo è ritrovare la competitività e dimostrare a se stesso e agli altri di essere tornato. In un certo senso la prestazione di Aragon ha tolto molti dubbi, ma a Rossi non basta.

Con le possibilità iridate orami pressoché azzerate, l’obiettivo è finire la stagione alla grande in previsione della prossima. C’è anche un precedente, quello del 2010, quando a Motegi non fece sconti al compagno di squadra Lorenzo che si stava giocando il titolo per salire sul podio.

Rossi e Lorenzo, del resto, sono due campioni ed è nella loro natura vincere, inutile prendersi un cane e poi lamentarsi perché abbaia. In questo caso, però, i loro ringhi potrebbero cambiare il volto del campionato. Due altre incognite da non sottovalutare per la volata finale.

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