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MotoGP, GP Aragon: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Marquez risolve il giallo del campionato a suo modo: vincendo. Valentino rientra e diventa un caso, Dovizioso scompare temporaneamente

MotoGP: GP Aragon: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Marquez ha detto che nella sua testa c’è un pulsante ‘off’, in teoria dovrebbe inibire la ragione al favore dell’istinto ma in realtà sembra serva a spegnere tutti i sogni di degli avversari. Quando lo preme sono dolori e ultimamente si diverte a farlo. Se poi Dovizioso è in un momento di black-out e Viñales litiga ancora con gomme che si consumano troppo in fretta, la fuga per il campionato è fatta.

Bravi Pedrosa e pure Lorenzo, l’Aprilia che fa progressi come la KTM, ma Aragon è sotto il segno di Marc. E di Valentino, che torna e capisce che guidare è meglio della fisioterapia.

Le buone notizie continuano con la Moto2 e Morbidelli che incrocia le ruote con Pasini e ritrova un po’ di ossigeno in campionato. Anche in Moto3 Di Giannantonio e Bastianini vanno sul podio, mentre vincere Mir che forse voleva disegnare la Z di Zorro con le sue manovre in rettilineo. Lui ha sbagliato, la Direzione Gara di più.

IL BELLO – Dopo l’ennesima impresa di Valentino, viene da chiedersi non quando si ritirerà ma se si ritirerà mai. Con 9 titoli mondiali, un conto in banca pari al PIL di un piccolo stato e così tanti podi e vittorie da perdere la testa, il Dottore ogni domenica sembra un ragazzino a cui sia appena stato regalato il primo motorino. Fa divertire, discutere, non lascia mai indifferenti, volenti o nolenti il suo nome è ancora sinonimo di motociclismo, al netto di apologie non richieste o complottismo da B movie.

IL BRUTTO –  Alcuni sostengono di averlo visto passeggiare sul lungomare di Riccione mangiando un gelato, alti sostengono che cercasse funghi in boschetto non lontano da Forlì, c’è chi giura di averlo avvistato in bici fra le campagne. Noi non sappiamo dove fosse Andrea Dovizioso, ma sicuramente non era sulla Ducati numero 4 ad Aragon. O almeno, non era il Dovi che conosciamo.

IL CATTIVO – Sarebbe facile dire che è Mir, che sull’ultimo rettilineo ha perso la bussola cambiando direzione a ogni metro. Joan ha sbagliato, ma l’errore più grave lo ha fatto la Direzione Gara, ritenendolo colpevole di una condotta di gara pericolosa ma penalizzandolo per la prossima gara. Tocca giudicare i giudici, perché questa decisione dà teoricamente il via libera a ogni scorrettezza, sicuri che se ne pagheranno le conseguenze poi. Un’altra occasione sprecata per mettere un po’ di ordine nel caos della Moto3.

LA DELUSIONE – A Misano l’avevamo giustamente incensato, ma dopo Aragon Danilo Petrucci deve cospargersi il capo di cenere. Prestazioni come quella del ternano non meritano quasi di essere commentate, quindi chiudiamo un occhio (anzi entrambi) e gli diamo appuntamento in Giappone sicuri che è stato tutto un brutto sogno.

LA CONFERMA  – Sei mesi a chiederci quale sarebbe stato il finale del campionato, persi fra statistiche, congetture e previsioni. Poi, in una manciata di gare abbiamo scoperto che l’assassino era sempre stato davanti ai nostri occhi. Marc Marquez ha risolto il giallo alla sua maniera, vincendo. Non è un reato.

IL SORPASSO – Indovinello: cosa c’è di meglio di un italiano che vince una gara? Risposta: un italiano che vince una gara dopo avere lottato fino all’ultimo giro con un altro italiano. Morbidelli e Pasini sono amici, si allenano insieme e il loro scontro all’arma bianca è stato da antologia.

L’ERRORE – Spiace dirlo, ma vedendo quello che sono riusciti a fare Kallio e Pol Espargarò (con la giusta dose di sale sulla cosa) lo sbaglio lo ha fatto la KTM ad ingaggiare Bradley Smith. L’inglese più che correre vaga per la pista, mentre anche il collaudatore fa faville con la moto austriaca. Sulla carta ha un contratto anche per il prossimo anno, ma con certi risultati è difficile rispettarlo.

LA SORPRESA  – Si chiama Dennis Foggia, ha 16 anni, è nato a Roma e fra pochi giorni potrebbe vincere il CEV, categoria Moto3. Intanto ha fatto una wild card a Misano in cui è arrivato 8°, seconda KTM al traguardo. La storia è semplice e lineare, ma comunque molto bella.

LA CURIOSITA’ – Ormai i caschi speciali sono una moda nel motomondiale, ma Alex Rins ha voluto interpretarla alla sua maniera aderendo a una campagna di sensibilizzazione sul tumore al seno. Una bella iniziativa.

IO L’AVEVO DETTO –Cercherò di andare in fuga”: il piano di Viñales al sabato era chiaro, peccato che Marquez lo abbia sentito.


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