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SBK, Giugliano: se la Honda mi vuole, sono a disposizione

Dopo il Lausitzring, il romano è di nuovo a piedi. Takahashi sulla CBR Ten Kate? "Per migliorare la moto, serve continuità"

SBK: Giugliano: se la Honda mi vuole, sono a disposizione

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Dopo la brutta botta rimediata nel BSB ad inizio anno, al Lausitizring abbiamo assistito al ritorno nel Mondiale di Davide Giugliano, in sella alla Honda Fireblade del team Ten Kate, una moto ancora tutta da sviluppare e lontana dalle posizioni importanti.

Il ventisettenne pilota romano ha, innanzitutto, capito qualcosa da sé stesso: “Nel BSB ho centrato un muro con la BMW -spiega Davide- e mi sono dovuto fermare. In Germania ero invece in forma, mi sentivo al 100% del mio potenziale e stavo davvero benema nel paddock non si dà per scontata la presenza del numero 34 anche per i prossimi restanti round, quattro, con 8 gare ancora da correre.

Aleggia infatti da diversi giorni l’ipotesi da Honda di schierare il collaudatore Takahashi sulla Honda Red Bull, un pilota a stretto contatto con il reparto corse HRC; vederlo alla guida della Fireblade potrebbe significare un maggiore coinvolgimento dell’ala dorata nelle derivate di serie.

Lo stesso Davide non è sicuro che proseguirà la stagione 2017 in Superbike: “In realtà, io da Honda e dal team Ten Kate non ho ancora ricevuto notizie -svela Davide- quindi, ancora non so che farò. Diciamo che mi trovo in un momento di stand by, anche se devo dire che la squadra si è dimostrata soddisfatta di me. Mi avevano chiesto di fare un tipo di lavoro; sapevo che avrei avuto il contratto per una sola gara e penso che il team sia stato contento del mio operato. Considerando la poca conoscenza della moto, l’esiguo tempo disponibile, sono riuscito a girare nel warm in 1’38”2, un crono non irresistibile, ok, ma al livello di Bradl registrato in gara 2. Loro mi hanno detto di essere soddisfatti del mio lavoro, sia Ten Kate che Honda Europa”.

Come hai ritrovato un campionato che ormai conosci bene?

Ogni anno le moto migliorano ed i tempi sul giro lo dimostrano; l’impegno dei costruttori è ancora più importante e le gomme evolvono. Il livello della SBK in questo momento è altissimo: attualmente 4 moto comandano ed altre 4 tentano di tenere il passo. Kawasaki e Ducati ufficiali sono quelle che vincono le gare, le Yamaha ed Aprilia sono cresciute dopo la pausa estiva ed hanno ridotto il gap. Ottimo lavoro anche da parte di Camier sulla MV Agusta, sempre veloci. Poi ci sono le Honda”.

A che livello si trova la CBR?

Telaisticamente la Fireblade è molto buona, curva bene, ha una grande ciclistica e si guida in maniera eccellente; dove la CBR soffre è nel motore, mancano cavalli… bisogna lavorare per trovare più potenza ad ogni regime, dall’accelerazione alla velocità di punta. Abbiamo lavorato anche sulla parte elettronica, ricevendo risposte dalla moto in linea con le nostre aspettative”.

Nel box Ten Kate sono accadute tante cose quest’anno…

L’atmosfera all’interno della squadra Red Bull era molto bella. Il team Ten Kate, olandese, da fuori sembra sobrio, difficile; invece, lavorando a stretto contatto coi ragazzi, ho trovato persone molto serie, professionali e cordiali”.

Bradl che compagno di squadra è?

“Anche Bradl è molto professionale, ha un alto potenziale ed un grande talento, che ora fatica ad esprimere. Lui, come tutti i piloti di una certa caratura, non è sicuramente contento di portare a casa quei risultati. Questa cosa vale per tutti quelli che non portano a casa i risultati all’altezza del proprio potenziale, ovviamente”.

Cosa serve alla Honda per colmare il gap coi primi?

“Serve continuità: cambiare piloti ogni gara non aiuta, perché serve tempo per svolgere un tipo di lavoro. Io sono a disposizione del team, pronto ad essere continuo e migliorare la CBR. Non mi sono guardato intorno, perché preferisco dedicarmi ad un progetto dando il mio massimo”.

Malgrado non abbia la certezza di proseguire con Honda, Davide continua ad allenarsi e a rimanere propositivo: “il potenziale per avvicinarsi alle prime posizioni c’è, credo che con una buona continuità si possa entrare nelle prime 6-7 posizioni e sarebbe un ottimo risultato, ma non un arrivo, bensì, un punto di partenza. Io sono a disposizione di Honda e continuerò a lavorare al meglio delle mie possibilità”.

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