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SBK, Corti: Dovrebbero pagare i piloti, non le ombrelline

Claudio può tornare in Superbike con Guandalini: "dove non sarei pagato" e propone un regolamento vicino alle moto di serie: "il pubblico vuole le bagarre, non i record sul giro"

SBK: Corti: Dovrebbero pagare i piloti, non le ombrelline

Avrebbe dovuto correre per il secondo anno consecutivo nel campionato statunitense MotoAmerica, invece, la stagione 2017 non ha ancora visto sulla griglia di partenza il comasco Claudio Corti, da poco trentenne, costretto al “riposo forzato”, a motori già più che caldi.

È proprio Claudio a svelarci la sua disdetta: “uno sponsor è saltato, Piaggio USA ed Aprilia non hanno più supportato il team HSBK -spiega ‘Shorts’- quindi, fare qualche gara ‘tanto per’ sarebbe stato inutile. Peccato, perché il progetto era interessante ed i miei sponsor personali, che mi hanno sempre aiutato, ci credevano. Invece…”

L’anno scorso sei andato forte, come è il livello di quel campionato? 

Alto, e mi sarei visto bene in USA anche quest’anno; la marca che ha fatto le migliori cose è la Suzuki, la nuova Suzuki GSX-R è supportata ufficialmente da Yoshimura, che mette a disposizione di Tony Elias e Roger Lee Hayden una moto davvero competitiva. Elias, che ha vinto un titolo in Moto2 e una gara in MotoGP, non è una sorpresa, ma Roger Lee non è mai stato così veloce”.

Parlando di Roger Lee Hayden, il pensiero di Claudio va, ovviamente, al compianto Nicky: “sono tuttora incredulo che Hayden sia morto -è allibito Claudio- mi sembra una cosa così surreale ed ancora stento a crederci”.

Tu, proprio come faceva Nicky, ti alleni molto con la bicicletta…

Io mi alleno tantissimo in bici e l’unica cosa che posso dire è che, in ogni uscita che faccio, c’è sempre da litigare e da stare attenti. Mi sto allenando per tenermi in forma, ho la moto da cross e mi sento pronto per tornare in sella”.

Poco tempo fa hai provato la Kawasaki Pedercini, hai ricevuto offerte da loro?

Nessuna offerta; ho provato la Ninja del team Pedercini perché il team aveva riscontrato dei problemi di natura ciclistica; io ho trovato una Ninja davvero veloce, ma non so quale sia il livello della loro ZX10RR senza provare le altre Superbike”.

In alcune piste la SBK eguaglia o, addirittura, migliora i tempi della MotoGP…

Con la centralina unica, la MotoGP ha avuto un calo di performance ma, questa è la cosa bella, a guadagnarci è stato lo spettacolo. Se calcoliamo i soldi spesi e l’aspetto prettamente tecnico, la SBK di oggi è troppo costosa: ci sono team super ufficiali come Kawasaki e Ducati, che vincono le gare. Chi manca all’appello sono Yamaha e Honda. La R1 è sviluppata da due anni, ma non ha ancora vinto una gara. La CBR, totalmente nuova ma arrivata tardi, non ha ancora espresso il proprio livello”.

Proprio una Honda Ten Kate ha una sella libera… ti interessa?

A Laguna Seca c’era Jake Gagne, voluto da Honda America e Red Bull ma… la Fireblade di Hayden scotta: salire su quella moto rappresenta una grande responsabilità ma, sono sincero, se mi dovessero chiamare, partirei subito”.

Hai ricevuto proposte, nel frattempo?

Avevo una offerta per correre in Brasile, dove avrei trovato Alex Barros, ma avrei corso gratis ed ho rifiutato. Ho un contatto con Mirco Guandalini per tornare nel Mondiale, dove non porterei soldi né verrei pagato. Una cosa è assurda: si pagano le ombrelline e i mega catering, ma non capisco perché non si paghino i piloti”.

Dorna sta spingendo per una SBK più vicina alle moto di serie, che ne pensi?

È una decisione giusta: la Superbike si è allontanata troppo dal prodotto di serie e ci si doveva pensare prima; con un regolamento meno esasperato, le Case costruttrici sarebbero più coinvolte e ne gioverebbe lo spettacolo, perché alla gente non interessano i tempi sul giro; 10 secondi di differenza non si notano in tv e nemmeno dalle tribune. Il pubblico vuole bagarre e spettacolo, non i record”.

Quindi, quale è la tua ricetta vincente per la SBK?

Avvicinarsi sempre di più alle moto stock: limitazioni nella preparazione del motore e meno interventi nella parte ciclistica; nessun forcellone prototipo, meno costosissime modifiche nel telaio e terrei l’elettronica, che ha reso le moto più sicure, ma la vorrei meno spinta e meno sofisticata”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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