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MotoGP, Petrucci: io una sorpresa? senza moto giusta non fai notizia

"In MotoGP non puoi stare davanti senza un mezzo ufficiale. Dopo il podio del Mugello ho fatto 'un click', ora sono più lucido"

MotoGP: Petrucci: io una sorpresa? senza moto giusta non fai notizia

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Il nome nuovo per l’Italia delle due ruote in MotoGP è Danilo Petrucci. Nuovo si fa per dire, perché il ternano debuttò nella classe regina nel 2012, ma fece anni di gavetta, in sella a moto non competitive. Tre anni fa arrivò alla corte di Ducati, nel team Pramac, e li ripagò con un podio. L’anno scorso la stagione fu compromessa da un’infortunio nell’inverno ma il Petrux riuscì comunque a meritarsi una GP17.

Un buon investimento per l’azienda di Borgo Panigale, Danilo è riuscito a salire sul podio 2 volte nelle ultime 3 gare.

E dopo il secondo posto ad Assen eri anche arrabbiato…
Lì per lì lo ero molto, perché mi ero preparato per tutta la gara ad attaccare Valentino. Magari non ci sarei riuscito, ma almeno ci avrei provato. Invece Rins mi ha negato questa opportunità. Devo però anche dire che Alex è venuto a chiedermi scusa, come tutto il team Suzuki. Poi, a freddo, ho capito che un 2° posto in volata con Rossi non è esattamente un risultato da buttare (ride)”.

Terzo al Mugello, secondo in Olanda, e al Sachsenring?
Se dovessi continuare con la progressione numerica… (ride). Mi manca ancora il risultato più importante, quando vinci cambia tutto. Anche se mi sono accorto di avere già fatto un click.

Cosa intendi?
Ad Assen mi sono accorto di riuscire ad essere più lucido quando mi trovo a gestire la gara nelle prime posizioni. Quando Zarco si è messo davanti, sono rimasto dietro a controllare la situazione, anche perché non puoi pensare di scappare da gente come Marquez e Valentino nei primi giri di gara. Mi sono piaciuto, dopo il podio del Mugello riesco a vivere le situazioni con più serenità”.

Tutti parlano di te come una sorpresa…
Magari la sorpresa è vedermi lì davanti, nelle prime posizioni. Nei primi 3 anni in MotoGP non avevo esperienza, mi mancava velocità e anche una moto competitiva. Di gare belle ne ho fatte tante, anche in passato.

Ma…
Ma un conto è lottare contro Valentino, un altro per fare un 10° o un 9° posto. In quei casi è difficile fare capire alla gente quanto ci hai messo di tuo per ottenere certi risultati. In MotoGP va così, serve una moto ufficiale se vuoi stare davanti”.

Ci puoi stare anche al Sachsenring?
Su questa pista, l’anno scorso, feci la mia migliore qualifica sull’asciutto: 4°, ma con l’identico tempo di Valentino che partì dalla prima fila. Poi feci metà gara in testa prima di sdraiarmi. Diciamo che questa volta l’obiettivo è arrivare al traguardo (ride)”.

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