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MotoGP, L'ANALISI Carta canta: perché Petrucci poteva vincere ad Assen

I numeri dicono che avrebbe battuto Valentino Rossi nel Gran Premio d'Olanda. Occhio all'Aprilia

MotoGP: L'ANALISI Carta canta: perché Petrucci poteva vincere ad Assen

di Silvano di Giovanni

Sgombriamo il campo dagli equivoci: l’analisi dei tempi di gara serve a farsi un’idea più circostanziata di quel che succede in pista al di la della foga agonistica, dello spettacolo, delle passioni e di ciò che si vede. E ciò che vediamo sono, purtroppo, sempre più spesso, solo le immagini televisive, che per loro natura sono fallaci. Forse, l’unica che rimane sempre specchio della realtà è quella dall’elicottero.

Comunque, in attesa del Sachsenring, facciamo una ripassata di quel che è successo ad Assen.

Ci si aspettava che Petrucci e Rossi si giocassero la gara, come è tradizione per il circuito olandese, nell' ultimo tratto. Qui Rossi è sempre stato fortissimo, abile, ma Petrucci aveva dalla sua una maggiore velocità, come ha dimostrato lungo tutto l’arco della gara. Il 4° settore, quello che comprende la esse velocissima di ritorno verso la zona d’arrivo e tutta la parte finale fino al traguardo, lo ha visto nettamente più veloce con costanza. Il suo miglior tempo su quel tratto, ma soprattutto la sua media lungo tutti i primi 17 giri, quelli cioè con pista perfettamente asciutta, è stata di 21,758 secondi. Rossi è a quasi un decimo (21,850), gli altri ancora più su. Dovizioso, ad esempio, una media di 22,051, molto distante. E’ chiaro, quindi, che il ternano aveva la possibilità concreta di vincere la sua prima gara. E’ stato un peccato l’episodio di Rins, incolpevole nel momento in cui i commissari di percorso e la direzione gara non fanno al meglio il loro dovere di segnalazione: l’incertezza nel sorpasso gli ha fatto sfumare la possibilità di giocarsi il gradino più alto del podio.

I tempi per settore hanno anche evidenziato altre tre interessanti aspetti.

VINALES, SI AVVENTAVA SULLA ESSE - Soffriva un po’ in tutti i settori, ma nel 2° era impressionante. Il 2° è quello che parte dall’uscita del rampino e si chiude appena finita la esse prima della staccata della curva di ritorno. Li si tocca anche la velocità massima. Un settore non favorevole alla Yamaha, che in velocità massima è ben dietro nella hit della gara: lui nono e Rossi diciottesimo.  Eppure ha spiccato tempi da brivido, segno che si avventava sulla esse con un impeto sconosciuto agli altri. E’ stato l’unico a scendere ripetutamente sotto i 14 secondi, con una media di 14,045 e un best di 13,918. Gli altri, considerando che parliamo di un tratto breve, di pochi secondi, sono stati frantumati: il compagno Rossi 14,151 di media e 14,060 come migliore. Anche Marquez 14,066 come best e media 14,134, è lontano.

LORENZO, UNA CRISI SOLO SUA - I tempi spiegano la crisi di Lorenzo, che è tutta sua, e va ben oltre il naturale periodo di adattamento. Se nel 1° settore viaggiava forte, a soli 5 centesimi da Dovi , il migliore sul quel tratto che va dal rettifilo traguardo/staccata e prosegue per tre curve tutte in appoggio a destra. Lo spagnolo è stato anche  più veloce di Marquez e di molti altri. Nel 2° un disastro: 14,310 di media, un paio di decimi più lento di tutte le altre Ducati. Nel 3° nulla di che, abbastanza in difesa. Nel 4°, a parte Dovizioso, tutte le Ducati erano brillanti e migliori: Bautista  21,626 - Petrucci 21,637 - Redding 21,677 - Dovizioso 21,811 - Abraham 21,872 - Barberà 22,004 - Lorenzo 22,031 - Baz 22,044. !° e 3° settore hanno lunghi appoggi a destra, gli altri delle esse, e qui Lorenzo andava nel pallone più totale. Segno che nel momento in cui occorre agire sui manubri, imporsi sulla moto, lui va in crisi piena.

APRILIA, NEL FUTURO UNA GATTA DA PELARE - Quando Aprilia avrà un po più di motore e esperienza, potrà essere una bella gatta da pelare. Ad Assen, parliamo di medie su 17 giri,  nel 1° settore con Expargaro (31,410)  era a un pelo da Marquez (31,401) e più forte di Vinales (31,478). Nel 2° settore pagava qualcosa per il deficit di potenza. Nel 3° con 27,688 era seconda solo a Dovizioso (27,668), ma meglio di Rossi (27,690), di Marquez (27,754) e dello stesso brillante Petrucci (27,710). Onore a una casa il cui budget non è paragonabile a quello dei team principali.
 

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