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MotoGP, Rossi: corro solo per il piacere di vincere

"Le sensazioni sono più importanti dei numeri. Bisogna essere contenti ma non troppo,  in una settimana si può passare da eroe a coglione"

MotoGP: Rossi: corro solo per il piacere di vincere

Tra il giorno della prima vittoria di Valentino, il 18 agosto 1996 a Brno in 125, e quello dell’ultima, oggi ad Assen, sono passati 20 anni e 313 giorni. Un assaggio di eternità nel frenetico mondo del motomondiale, che ha in Rossi, volenti o nolenti, ancora una volta il suo centro.

Per gli amanti dei numeri, il Dottore ha raggiunto la doppia cifra in Olanda con la 10ª vittoria, come aveva già fatto l’anno scorso a Barcellona. Come se non bastasse, si è rilanciato in campionato e ora sono solo 7 i punti da Dovizioso.

“Questa è una vittoria importante per tanti motivi - spiega - ma il più importante è essere tornato a vincere. Ho scoperto negli anni che il passato conta poco, che io corro e lavoro per quella sensazione che si prova quando si taglia il traguardo primo e dura per cinque o sei ore. Peccato perderne una e mezza per le interviste” ride.

Come ti senti?
Fiero di avere ottenuto la mia 10ª vittoria ad Assen, come avevo già fatto a Barcellona. Queste due piste, insieme al Mugello, sono tra le mie preferite. Inoltre dopo un anno senza vincere, ormai anche la gente al bar mi diceva che era ora (ride). Non dico di sentire pressione, ma riuscirci dopo tanto tempo è ancora più bello. Non sono i record o i numeri a essere importanti, ma le sensazioni”.

L’attesa è stata lunga…
Penso di essere stato un po’ in debito con la sfortuna per le vittoria, a Le Mans sono caduto quando stavo lottando e anche lo scorso anno qualche volta è andata male”.

Quando hai capito di potere vincere?
In verità quando mi sono messo in testa e incominciavo a essere ottimista ed avere la situazione sotto controllo, è iniziato a piovere. Danilo è venuto a riprendermi, mi ha anche passato e in quel momento mi sono accorto che anche lui doveva fare molta attenzione. Negli ultimi 2 giri mi sono semplicemente immaginato che avesse smesso di piovere (ride)”.

Quattro piloti in 11 punti, cosa significa?
Non ricordo un campionato MotoGP così aperto, non solo 4 piloti ma anche 3 moto diverse. Bisogna essere contenti ma non troppo, perché è facile passare da una settimana all’altra da grande eroe a grande coglione”.

Però questa gara ti ha date certezza sul telaio…
“Sì, ma ormai non si può pensare neanche gara per gara, ma turno per turno. La prossima settimana ci sarà il Sachsenring dove Marquez vince da tipo 30 anni (ride), scherzi a parte sarà un GP importante per capire se il telaio nuovo va bene anche sulle piste difficili per noi. Non vorrei che succedesse come a Le Mans, dove pensavamo di avere risolto tutto e invece…”.

È toccato a Vinales oggi sbagliare.
È difficile per tutti, anche per chi ha un talento sconfinato come Maverick. Lui è incredibilmente veloce ma in gara è tutto diverso. Per fortuna anche lui ha dei punti deboli”.

Lorenzo è stato addirittura doppiato da te…
Mi è dispiaciuto passarlo, ma è stato l’unico che guardava alle sue spalle e mi ha dato spazio per passare”.

Con Zarco invece cosa è successo?
Oggi ho capito che non è un cattivo ragazzo, semplicemente non è capace a valutare le distanze. Come ad Austin ha provato un sorpasso impossibile, io non ero andato largo, quella era la mia traiettoria. Ho la sua gomma sulla tuta, se non viene pulita gli dovrò mandare la fattura (ride). Finché non succede nulla va bene così, come dice Marquez in MotoGP tutti devono essere aggressivi.

Avrai poco tempo di goderti la vittoria, la prossima domenica c’è già il Sachsenring.
Non so cosa farà la differenza in questo campionato, sarà importante cercare di vincere o salire sul podio nei momenti buoni e limitare i danni in quelli cattivi. Le cosa cambiano troppo velocemente”.


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