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SBK, Pirelli: "Il salto in MotoGP? Mai dire mai"

Giusti: "La Superbike resta la categoria ideale per i nostri fini, ma tutto è possibile. La gomma di Rea? I controlli non hanno rilevato problemi"

SBK: Pirelli: "Il salto in MotoGP? Mai dire mai"

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Superbike e MotoGP sono sempre stati due pianeti vicini quanto lontani, affini e contrari, e questa contrapposizione diventa molto importante quando si entra nell’ambito pneumatici. Sul pianeta MotoGP la situazione è più che mai burrascosa, con tanti piloti sul piede di guerra per le scelte ed i prodotti portati in pista da Michelin. Dall’altra parte, la situazione appare più serena con un rapporto in atto tra Pirelli e Superbike ormai consolidato. Ciononostante a Donington non tutto è andato per il verso giusto, con il problema accorso in Gara1 a Jonathan Rea che ha costretto Pirelli a ritirare quel tipo di pneumatico. L’universo gomme appare quindi di complicata lettura, ed a tentare di fare chiarezza su tutto ciò è Matteo Giusti, responsabile comunicazione di Pirelli sia dentro che fuori dalla pista, già focalizzato al 100% sull’appuntamento misanese alle porte.

Partiamo da uno sguardo verso la MotoGP. Come puoi spiegare, da esperto nel settore, il difficile momento di Michelin?

“Occorre partire dal presupposto che in due campionati di vertice come Superbike e MotoGP le difficoltà da affrontare sono tante, più di quante si possa pensare. In MotoGP si parla di prototipi sia in termini di moto che di gomme, e dunque non si pensa ad una vendita sul mercato; questo può essere un fattore importante, sia in positivo che in negativo. Dover soddisfare successivamente il pubblico può aumentare la ricerca di un pneumatico che sia performante su tutte le moto, cosa che in MotoGP può passare in secondo piano, rendendo alcune case scontente del prodotto”.

Passiamo alla Superbike. Come si può spiegare il problema accorso a Rea in quel di Donington?

“Il dato di fatto notato sin da subito è stato il taglio sulla parte sinistra della gomma; la difficoltà in casi come questi è capire a cosa sia stato dovuto questo problema, anche perchè nessun altro pilota equipaggiato con la stessa gomma, ad esempio lo stesso Sykes, ha avuto un inconveniente del genere. Ritirare la gomma è stato obbligatorio in un caso del genere, ma semplicemente per motivi precauzionali, non potendo fare le dovute analisi sul posto. Nei giorni successivi abbiamo fatto le dovute verifiche, che non hanno fatto emergere particolari problemi a quella soluzione di pneumatico”.

E di conseguenza quella gomma è stata portata a Misano

“Esatto. Nulla ci può far pensare che quella tipo di gomma possa avere un problema intrinseco. Per azzerare i rischi comunque abbiamo fatto una produzione ex novo di quella specifica gomma, ma anche qui per precauzione”.

Il vostro impegno al momento è diviso tra F1 e Superbike. Esiste la possibilità di un vostro ingresso in MotoGP?

“La risposta è mai dire mai. Non possiamo escludere un ingresso in MotoGP, che sarebbe comunque un mondo completamente nuovo per noi. La Superbike ci da la possibilità di renderci visibili, ma allo stesso tempo ci aiuta a sviluppare un prodotto con alcuni dei migliori piloti in circolazione da mettere successivamente in vendita per tutti. C’è quindi un doppio fine per noi, ovvero visibilità e business; in MotoGP questo ragionamento decade, quindi anche se un giorno potessimo pensare ad un ingresso in quel campionato, il nostro impegno in Superbike rimarrebbe costante”.

Usciamo per un attimo dal discorso gomme. Quale pensi possa essere un incentivo per aumentare l’interesse verso la Superbike, che al momento fatica ad avere il giusto appeal per il pubblico?

“Storicamente la Superbike è un campionato diverso dagli altri, ad iniziare dalla MotoGP. La Superbike è di solito seguito da una tipologia di appassionato più tecnico, anche se in alcuni periodo la fascia di spettatori si è notevolmente ampliata. Credo che in questo momento avere un pilota come Jonathan Rea, su una moto come la Kawasaki, non aiuta a rendere totalmente avvincente il campionato, ma tutto questo è normale. Ci sono stagioni più competitive e stagioni in cui un pilota svetta maggiormente sugli altri; si può parlare di una questione di cicli”.

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