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MotoGP, Pernat: Ducati non è più una sorpresa, in Yamaha clima pesante

"Dovi e Jorge sono riusciti a fare gruppo e l'applauso sotto al podio lo dimostra, tra Rossi e Vinales qualcosa si sta deteriorando"

MotoGP: Pernat: Ducati non è più una sorpresa, in Yamaha clima pesante

È riuscito a rovinare la festa agli spagnoli. Un super Dovizioso quello visto domenica a Barcellona, capace di salire nuovamente sul gradino più alto del podio e battere le Honda di Marquez e Pedrosa danti al proprio pubblico. Il pilota della Ducati trionfa, mentre si scioglie al sole la Yamaha di Rossi e Vinales, attardata di ben 20 secondi dalla vetta. Un weekend che per certi aspetti a ricordato quello di Jerez.

Ecco quanto successo al Montmelò secondo l’occhio attento del nostro Carlo Pernat.

Non possiamo non partire da questo spettacolare Andrea Dovizioso. Giù il cappello!

“La Ducati non è più una sorpresa e il Dovi sta disputando il Mondiale più bello della sua carriera. C’è poi un aspetto fondamentale, ovvero l’ambiente. Ieri abbiamo visto Lorenzo applaudire da sotto il podio Andrea ed è un segnale molto importante per fare gruppo”.

In casa Yamaha il GP di Catalunya è stato invece complicato e i volti erano scuri.

“In Yamaha non c’è un clima così sereno. Vinales ha accusato le Michelin a fine gara, a differenza di Rossi che ha puntato il dito contro la moto. Valentino ha dovuto ingoiare il rospo dopo le vittorie di Maverick, però adesso i problemi sono rispuntati. Credo che l’ambiente si stia deteriorando”.

Addirittura? E di Honda cosa ci dici?

“Più o meno siamo allo stesso livello. Pedrosa è sempre più vicino ai migliori, sorride, ha voglia di vincere e la delusione di domenica è la dimostrazione che punta in alto. Marc invece si è giocato un jolly, quella del Montmelò è la gara più importante di questo Campionato. È riuscito a conquistare il secondo posto, recuperando punti a Vinales e tornando in lotta per il Mondiale ed essere tra i favoriti”.

Per Iannone un'altra gara anonima. Cosa sta succedendo?

“Nessuno se lo sarebbe immaginato, non c’è la giusta confidenza tra Andrea e la moto. Bisogna però ricordare che un anno fa Suzuki non aveva i limiti attuali di motori, ma anche la benzina. La squadra sta lavorando, però è complicato trovare la fiducia. Iannone ha una guida diversa, ma credo che riuscirà ad arrivare all’obiettivo”.

Ultima battuta sulla minima cilindrata.

“Vorrei fare un appunto alla direzione gara, perché il format delle qualifiche Moto3 è molto rischioso. Ci sono troppi piloti in pista, qualcuno rallenta e ci vuole poco per toccarsi e farsi del male. Forse è meglio dividere negli ultimi dieci minuti i primi dodici piloti da quelli seguenti, favorendo così la sicurezza”.

 

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