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Moto2, Morbidelli: Rossi mi disse di non risparmiarmi e ho iniziato a vincere

Franco sulla GPOnecar: “Spero di entrare nel cuore degli italiani e dei brasiliani”

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“Dopo la prima vittoria tornerò sulla GPOnecar”. Franco Morbidelli è stato di parola è dopo i tre successi di inizio stagione ci ha fatto di nuovo visita alla vigilia della tappa di Le Mans. Il romano di Tavullia ci ha parlato del passato, ovvero quello che è stato il suo incontro con Rossi e la prima volta sulla moto, ma anche la sfida in famiglia con Alex Marquez, fino ad arrivare al sogno futuro chiamato MotoGP.

Partiamo dall’amarezza della Spagna. Non ci voleva proprio quell’errore.

“La caduta di Jerez è stata una cazzata, forse dovuta al fatto che non mi sentivo molto a posto sulla moto e pensavo di vincere lo stesso.  A volte per arrivare sul gradino più alto del podio bisogna rischiare, però ho imparato la lezione”

In questa stagione c’è un bel testa a testa con Marquez. Quali sono le tue sensazioni?

Alex è selettivo e tranquillo, diverso dal fratello Marc. Ha avuto bisogno di più tempo per andare forte, però adesso ha capito la categoria, rivelandosi competitivo. Nella squadra abbiamo lo stesso trattamento”.

Morbidelli pensa anche al futuro. Numerosi sono i rumors di un suo passaggio a fine stagione in MotoGP.

“Al momento non ho parlato con nessuno, però la VR46 sta facendo qualcosa, anche se non so i dettagli. Mi piacerebbe la Yamaha o la Honda, ma anche la Ducati sta crescendo molto”.

C’è anche l’ipotesi di un team con Rossi.

“Sarebbe un sogno, bellissimo. Mi piacerebbe averlo un giorno come team manager”.

Ritornando al passato, ci svela poi come è sbocciato l’amore con le due ruote.

“A due anni sono salito per la prima volta su una minimoto, poi la passione l’ho scoperta a 14 anni, dato che prima era un semplice divertimento. In quel momento ho capito che potevo diventare un pilota”.

Impossibile scordarsi il primo incontro con Il Dottore.

“Vale l’ho incontrato alla Cava la prima volta, in pista, lui era vestito da cross e indossava un K-way grigio. Era fighissimo vederlo allenarsi con la moto da cross, infatti poco dopo decisi di utilizzare anch’io un K-way verde (scherza). Fuori dalla pista mi sorprese il fatto che mi rivolse alcune domande, riguardo il Campionato in cui partecipavo e i miei programmi. Io non ero ancora nessuno, però lui ci teneva ad informarsi”.

C’è un consiglio di Valentino che ti ha cambiato?

“Nella Stock600 avevo una mentalità fredda e calcolatrice, cercando di prevedere quello che potesse succedermi. Lui mi disse che in gara bisogna sempre andare al massimo, senza tenere nulla in tasca. Non vorrei sbagliarmi, ma subito dopo vinsi a Portimao”.

Tra i tuoi beniamini c’è Senna.

“Rimarrà uno dei piloti più forti di sempre in F1, mi piaceva molto il suo modo pacato di parlare, facendosi capire con la gente utilizzando più lingue. A sentirlo mi metteva grande tranquillità”.

L’eventuale vittoria del Mondiale Moto2 rimarrà più nel cuore degli italiani o dei brasiliani?

“Spero di entrambi, ma in maniera diversa. Gli italiani sono già abituati ad avere avuto nella loro storia dei campioni di motociclismo. Io sarei un altro, ma non per questo vuol dire che mi amerebbero in modo differente. In Brasile c’è invece fame di amore, perché dopo Barros non c’è mai stato nessuno”.

Hai avuto modo di conoscerlo?

“Certo. Tra l’altro quando ero piccolo ho corso con il figlio Lucas, parlavamo in portoghese”.

GUARDATE L'INTERVISTA COMPLETA A FRANCO MORBIDELLI SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE

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