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MotoGP, GP Texas: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Marquez conquista l'America, Rossi la testa del Mondiale, nel Paese a stelle e strisce brilla il tricolore con Morbidelli e Fenati

MotoGP: GP Texas: il Bello, il Brutto e il Cattivo

La bandiera del Texas è chiamata anche della stella solitaria e ogni anno che passa viene il dubbio che stessero pensando a Marquez nel disegnarla. Ad Austin Marc ha marchiato l’asfalto con la sua quinta vittoria consecutiva, se fossimo al tiro a segno di un Luna Park si potrebbe già dargli quella del prossimo anno in premio.

Il piccolo diavolo non è però stato l’unico a sorridere, con Valentino balzato in testa al mondiale e di nuovo in simbiosi con la sua Yamaha. Cambia categoria, cambia moto ma non il risultato con Morbidelli, che addirittura si permette di rifilare un 3 a 0 nella personale partita Franco con Resto del Mondo. Un altro cambio di classe e ci ritroviamo davanti a un Fenati vittorioso e finalmente gioioso.

Il sogno americano non vale però per tutti, anzi per alcuni è un incubo. Come per Ducati, Vinales, Aprilia o Canet. E allora meglio pensare all’Europa e Jerez, in fondo mancano pochi giorni per prendersi la rivincita.

IL BELLORossi, Morbidelli, Fenati, Di Giannantonio. Fra conferme e graditi ritorni, la pattuglia azzurra si è difesa alla grande nei cieli del Texas. A guidare la squadriglia che il Dottore, che non avrà ancora vinto una gara ma intanto in testa al Mondiale c’è lui. Le manovre più spettacolari, come sempre, le ha tenute per la domenica, anche se qualche evoluzione la si è vista anche in qualifica. Meglio del maestro però ha fatto l’allievo, con Morbidelli che ha disegnato un tris perfetto. Dopo un anno, Fenati è tornato a volare alto e anche il Diggia ha superato gli infortuni. Questa volta possiamo essere contenti.

IL BRUTTO Il razzo Ducati senza ali è precipitato a terra, vista la vicinanza di Austin con la sede della Nasa si potrebbe andare a chiedere qualche consiglio. Più che una navetta spaziale, in questo momento la Desmosedici sembra però un oggetto non identificato. Dopo anni di progressi, la moto bolognese sta facendo come il crostaceo con cui condivide il colore: va indietro. I piloti hanno lanciato l’SOS, ai tecnici il compito di captarlo e salvarli.

IL CATTIVO – Alla fine si è beccato un ramanzina da Rossi e una tirata d’orecchie da Pedrosa, ma i due erano troppo contenti per il podio e non sono andati oltre. Attacco garibaldino a parte, Johann Zarco è veramente un bel cattivo, di quelli che rompe le scatole agli eroi e conquista le simpatie del pubblico. Da debuttante con una (ottima) vecchia moto sta ridimensionando tanti senatori.

LA DELUSIONE – Per non avere visto il duello tra Vinales e Marquez, che come un temporale primaverile è da tempo nell’aria ma poi non arriva. Ci sarà tempo per recuperare, lo stesso vale anche per i punti che Maverick ha lasciato nella polvere texana. Nessuno è perfetto.

LA CONFERMA  – Quando arriva in Texas, Marquez è più letale con la sua Honda di quanto lo siano stati con le loro Colt John Wayne e Clint Eastwood messi insieme. Lo spagnolo non fa prigionieri, vince con distacco e viene il dubbio che avesse ancora qualche pallottola nel cinturone. La rinascita di Marc passa dagli USA e saranno dolori per tutti.

L’ERRORE – Come dominare un weekend di gara in maniera schiacciante e poi esibirsi in un tuffo carpiato sul più bello. Il corso sarà tenuto da Aaron Canet, fresco di dottorato in sprecologia. La materia non è particolarmente interessante, specie quando si è il soggetto principale.

LA SORPRESA  – Dopo le prove, ad Austin era facile dimenticarsi di Petrucci, che sembrava perduto nella prateria. Ha ritrovato la strada di casa giusto la domenica e il cammino lo ha portato al livello delle altre GP17. Niente di esoterico, ma di questi tempi bisogna accontentarsi anche delle piccole soddisfazioni.

IL SORPASSO – Non c’è una grande scelta, siamo sinceri, ma che bello rivedere Pedrosa rispondere coriaceo a Marquez. Dani è un pilota capace di cadere e rialzarsi innumerevoli volte e non fa sconti a nessuno, nemmeno al compagno di squadra.

LA CURIOSITA’ – Nessuno era mai riuscito a vincere tutti i primi 3 GP in Moto2, e nemmeno 3 gare di fila. L’ultimo a farcela nella classe intermedia, fu nel 2001 Kato che continuò il filotto anche nella quarta. Tutto questo per dire che Morbidelli ha fatto un record.

IO L’AVEVO DETTO – Dovizioso ottimista dopo le qualifiche: “non abbiamo la velocità per il podio, ma in gara la storia cambia e non escludo questa possibilità”. Domenica sera aveva cambiato opinione

 

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