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SBK al via: è Kawasaki contro Ducati, con Aprilia in agguato

L'ANALISI - A pochi giorni dall'inizio del campionato passiamo sotto la lente di ingrandimento moto e piloti

SBK: SBK al via: è Kawasaki contro Ducati, con Aprilia in agguato

L’attesa sta per finire, venerdì a Phillip Island, quando in Italia sarà ancora notte, la SBK aprirà il suo sipario. Dopo i test degli scorsi giorni bisognerà iniziare a fare sul serio e non ci saranno più scuse o esami di riparazione. Il primo round australiano sarà un banco di prova per tutti, la cartina tornasole per quanto fatto nell’inverno, sia per le moto che per i piloti.

Negli ultimi anni, il campionato si è tinto di verde ma il rosso ha desiderio di tornare prepotentemente alla ribalta. Per contrastare la premiata coppia Rea-Sykes, Ducati schiera la sicurezza di Davies e il jolly Melandri ma sarebbe sottovalutare tutti gli avversari.

A partire dalla Honda, che ha due grossi calibri come Hayden e Bradl, uno sponsor importante e una moto nuova, benché acerba. La RSV4RF di Aprilia è invece un progetto collaudato, ma è una novità il team che potrà contare sull’esperienza di Laverty e la freschezza di Savadori.
Ancora un gradino indietro Yamaha, che al secondo anno deve iniziare a raccogliere risultati importanti. Anche BMW parte per crescere e con tutti gli strumenti per riuscirci.

Pronti a partire? Vediamo pregi e difetti di tutti i protagonisti.

KAWASAKI: LA FAVORITA - Parte con i favori della vigilia dopo aver dominato gli ultimi due Mondiali. La moto non sembra avere punti deboli. Il grip e l’accelerazione rappresentano l’arma in più della ZX-10R di Johnny Rea e Tom Sykes, pronta a recitare nuovamente una parte da protagonista.

JOHNNY REA: Come ha svelato pochi giorni fa, insegue un sogno, ovvero il terzo titolo Mondiale. La strada per lui sembra già essere tracciata, soprattutto dopo la prestazione dei test. Il nordirlandese ha fatto la voce grossa nella seconda giornata, in particolare sul passo gara, girando sull’1’31 basso. La concorrenza è quindi avvisata.  

TOM SYKES : Nel 2016 ha tenuto invano il Campionato aperto fino all’ultima round di Losail. Il britannico punta ora a rompere le uova nel paniere al proprio compagno. Nei test di Phillip Island ha preferito tenere le carte coperte, sabato non vorrà certo tirarsi indietro.

DUCATI: DUE PUNTE PER SOGNARE - Il finale della passata stagione non può che regalare fiducia, perché la Panigale ha dimostrato di essere in crescita. La Rossa è agile e maneggevole, soprattutto in percorrenza di curva. L’unico tassello che sembra mancare è la velocità di punta, dove serve qualche chilometro in più.

CHAZ DAVIES: E’ senza dubbio lui il diretto rivale di Johny Rea nella corsa al titolo, le ultime gare del 2016 lasciano infatti pochi dubbi. Dovrà metterci costanza, soprattutto all’inizio del Campionato. Casey Stoner è stato chiaro nel consigliargli che “la prima parte di stagione la si corre con la mente, la seconda col cuore”.

MARCO MELANDRI: Il ritorno che tutti attendevano. Probabilmente non sarà tra i favoriti per il Mondiale, ma di certo il ravennate rischia di essere una vera e propria mina vagante. L’ultimo test prestagionale lo ha visto tra i protagonisti, soltanto 30 millesimi più lento in confronto a Rea. La pista di Phillip Island gli piace, sottovalutarlo sarebbe un grave errore.

HONDA: NUOVA MOTO, VECCHI PROBLEMI - C’era grande attesa per la Fireblade SP2, ma quella di Hayden e Bradl sembra essere diventata una corsa contro il tempo. La nuova livrea Red Bull avrà anche lasciato il segno, molto meno la competitività della moto, lontana da quelle che erano le aspettative iniziali. L’elettronica non convince, così come la potenza, in Europa ci si aspetta che la musica cambi.

NICKY HAYDEN:  Il talento non gli manca, i numeri in carriera lasciano infatti pochi dubbi riguardo quale sia il reale valore dello statunitense. Serve che la squadra faccia un passo nella sua direzione il prima possibile, perché vedere un campione del genere lontano dalle posizioni che contano è un vero peccato.

STEFAN BRADL: Non solo i ritorni, anche le new entry. Il tedesco debutta nelle derivate, portando l’entusiasmo di un bambino al primo giorno di vacanza. La nuova moto in parte gliel’ha già spento, ma lui non vuole arrendersi prima del dovuto.

YAMAHA: GRANDI ATTESE - È il secondo anno dopo il rientro nelle derivate e ora ci si aspetta quel passo avanti che tutti attendono, ovvero il podio. Quello che ha regalato Guintoli lo scorso ottobre a Losail. La R1 è cresciuta, in particolare sul grip e l’uscita di curva. Basterà per ripetersi?

ALEX LOWES: Per la Yamaha ha stravolto il proprio metodo di lavoro, mettendo da parte il cronometro e lavorando soprattutto sul passo gara. In passato ha pagato cari gli errori, ma a quanto pare ne ha fatto tesoro.

MICHAEL VAN DER MARK: Raccoglie il testimone lasciato da Sylvain Guintoli. I riflettori sono tutti puntati sull’olandese volante, chiamato a compiere quel passo avanti che tutti attendono. Dosoli l’ha detto senza troppi giri di parole: può diventare il personaggio carismatico che serve alla Superbike. Adesso tocca a lui dimostrarlo.
 
APRILIA: OUTSIDER DI LUSSO - Riparte da Milwaukee la nuova avventura della Casa di Noale con la RSV4 RF. La moto ha compiuto passi da gigante in particolare per quanto riguarda la potenza del motore e la precisione nel tenere le linee ad alta velocità, riducendo in parte il gap da Kawasaki e Ducati. Come se non bastasse, il ritorno di un pilota del calibro di Laverty, al fianco di Savadori, potrebbe essere il mix vincente per spiccare il volo.  

LORENZO SAVADORI: L’anno di apprendistato lo ha fatto crescere e in lui sono riposte le speranze tricolori. La moto non è più un segreto come prima e il ravennate è convinto di riuscire a portarla al vertice. Come dargli torto in seguito ai recenti test invernali? 
 
EUGENE LAVERTY: Anno 2017, anno di ritorni. C’è anche lui al via di questa stagione e quale migliore pista di Phillip Island per metterlo alla prova. Sul tracciato australiano ha vinto con Honda, Aprilia e Suzuki. Siamo convinti che non vorrà fermarsi proprio ora.

BMW: IN CAMMINO VERSO IL PODIO - A piccoli passi, ma il cammino sembra essere ancora lungo, nonostante la moto sia diventata ancora più affidabile. Nessuna novità per la squadra di Genesio Bevilacqua che riconferma la coppia Torres-Reiterberger. Una possibilità l’avrebbe meritata anche De Rosa, vincitore della Stock1000. D’altronde si sa, il Motorsport è anche business.

JORDI TORRES: Lo spagnolo insegue in questo 2017 il primo podio con la BMW, ma non sarà così semplice, perché la concorrenza è più che mai agguerrita. Nelle prime tre posizioni manca addirittura dalla gara di Losail del 2015. È giunto il momento di interrompere l’astinenza.  
 
MARKUS REITERBERGER: E’ tra i più promettenti del circus e dopo un 2016 che lo ha visto fermo ai box in seguito all’infortunio di Misano, si presenta ai blocchi di partenza carico di fiducia e aspettative. Le motivazioni non gli mancano. Basteranno?

MV AGUSTA: IL MOMENTO DI OSARE - C'è anche lei tra le grandi, pronta a ritagliarsi il proprio spazio. I test invernali hanno alzato le quotazioni della Casa di Schiranna, che ha saputo dare un taglio netto rispetto alle difficoltà del passato. Forse rimane ancora qualche problema di affidabilità.

LEON CAMIER: E' stato molto chiaro: "Possiamo stare tra i primi cinque". Non ha utilizzato troppi giri di parole Leon Camier martedì sera. La MV è pronta e lui vuole fare sognare. I big sono quindi avvisati.   


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