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Moto2, Manzi: parola d'ordine non mollare

Il pilota del team Sky: "A dicembre ero senza una moto ma non ho smesso di crederci. Ora sto conoscendo la Moto2". 

Manzi: parola d'ordine non mollare

Se nel motomondiale esistesse il premio “Rimonta dell’anno”, l’edizione 2016 sarebbe probabilmente stata sua. Di chi si parla? Di Stefano Manzi, ragazzo classe ’99 di Santarcangelo (un piccolo paese nel riminese), nuovo pilota del neonato team Sky VR46 di Moto2 nonché ultimo talento in ordine cronologico ad entrare nell’academy di Rossi.

 La rimonta sopra citata ha luogo nell’appuntamento di Silverstone della Moto3 dove Stefano, partita dalla 34esima casella, riesce a portare la sua Mahindra fino al quarto posto, al termine di una rincorsa semplicemente esaltante grazie a velocità e voglia di lottare.

Ad un occhio poco esperto può sembrare che quella gara sia stato l’inizio del rilancio per il romagnolo, proveniente da una stagione nel team Italia (la prima in Moto3) poco proficua, in fondo gli accordi con Academy e team Sky sono stati ufficializzati successivamente, ma non è così.

“La gara di Silverstone è stata la ciliegina sulla torta di un progetto già avviato – spiega Stefano – dato che i contatti con l’academy erano giù in corso. Rimane indubbio comunque che quella gara bellissima sia stata una bellissima rampa di lancio".

Tutto questo dopo che la stagione 2015 non era andata ottimamente. Facendo un passo indietro, cosa non ha funzionato?

 “Quella stagione non è andata bene per problemi sia miei che della squadra. Io sinceramente ho preso troppo sottogamba la situazione, mentre il team per diverse gare non ha navigato in acque tranquille diciamo, così il feeling tra le parti ha faticato ad arrivare. Le cose sono cominciate ad andare meglio sul finale di stagione, ed infatti sono arrivati anche dei punti, ma poi le gare sono terminate”.

 E le cose, almeno inizialmente, non sono migliorate. “No perché da dicembre mi sono ritrovato senza una sella. Nonostante ciò ho continuato ad allenarmi da solo, fino a quando è arrivata l’offerta della Mahindra".

La quale ti ha dato una prima spinta verso il rilancio.

“Si mi ha dato una grande opportunità e non posso che ringraziarla. I contatti tra me e loro sono nati a ridosso dell’inizio del campionato che avrei dovuto disputare, ovvero quello spagnolo, e di conseguenza abbiamo iniziato la stagione senza test. Nonostante questo al secondo appuntamento sono salito sul podio, quindi direi che abbiamo fatto da subito un bel lavoro”.

Parliamo di Stefano Manzi fuori dalla pista. Come ti definisci caratterialmente?

“Diciamo che tengo fede alle mie origini romagnole, quindi sono molto aperto con tutti, amo stare in compagnia ed anche essere spesso al centro dell’attenzione”.

 Un pregio ed un difetto?

“Il pregio credo possa essere la capacità di osservare ed imparare rapidamente. Di difetti ne ho vari… il primo che mi viene in mente è il fatto di essere molto puntiglioso, a volte troppo, sia dentro che fuori dalla pista. Inoltre, derivante da questo, se le cose non vanno come vorrei tendo a cadere troppo facilmente nello sconforto perdendo un po’ la voglia di fare”.  

Come occupi il tempo il tempo libero?

“Lo occupo esattamente come quello non libero, quindi in moto (ride). La mia vita è legata alle moto 24 ore al giorno, dato che andare in moto, con qualsiasi mezzo, e quello che mi rende più felice”. 

 Tutto questo è agevolato dal fatto che i tuoi amici più cari hanno il tuo stesso stile di vita. Ad esempio Enea Bastianini.

 “Avere amici che condividono la tua stessa passione non può che essere un piacere, visto che ti capiscono al primo sguardo in tutte le situazioni. Con Enea ho corso alcuni anni insieme, ad esempio nella Rookies Cup, ma siamo soprattutto amici di lunga data e passiamo tanto tempo insieme. Le altre due persone con cui passo la maggior parte del mio tempo sono altri due piloti, anch’essi amici veri prima che compagni di gare ed allenamenti, cioè Mattia Casadei e Bryan Toccaceli. Sui social ci siamo anche dati un nome come compagnia… la Boliidcrew!”.

Un sogno nel cassetto? Non vale vincere il titolo mondiale…

 “Peccato perché era proprio quello che volevo dire… allora ti posso dire rimanere per tanti anni al top nel motociclismo”.

Torniamo a Stefano Manzi in pista. Alle porte c’è una nuova avventura chiamata Moto2. Quali sono le sensazioni dopo i primi test?

  “Non posso che essere felice. La squadra lavora davvero bene, ed anche i tempi non sono da buttare visto che sono agli inizi. La Moto2 è complessivamente più difficile da guidare, nonché più pesante, ma compensa tutto questo con i tanti cavalli a disposizione che aumentano il divertimento”.  

Immagino non si possa parlare ancora di obbiettivi. “Si ancora credo sia presto. Una volta finiti i test, potremo cominciare a prefissarci dei traguardi”.

Ultima domanda. Come ti immagini Stefano Manzi tra dieci anni?

 “Difficile dirlo… sicuramente in pista a dare delle sportellate come a Silverstone!”.

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