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MotoGP, Crutchlow, Rodrigo e Lowes i re dei cascatori

L'ANALISI. Nel 2016 si è registrato il record di 1062 cadute. Phillip Island il circuito più insidioso, Mugello quello più sicuro

Crutchlow, Rodrigo e Lowes i re dei cascatori

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C’è una classifica in cui nessun pilota vuole arrivare primo, quella delle cadute. La gravità è la forza più democratica del motomondiale, non importa se tu sia un pluri-campione o un debuttante, se guidi una moto ufficialissima o un modello un po’ datato, e neanche quanti zeri abbia la cifra sul truo contratto: prima o poi chiede il conto a tutto.

BUONI E CATTIVI - A fine stagione arrivano i dati su tutte le scivolate, ruzzoloni, tuffi, high side e così via e sono i numeri a decidere chi mettere dietro alla lavagna. Proprio per la democraticità, i tre gradini del podio 2016 sono occupati da piloti di categorie diverse. Il primo posto l’ha conquistato - si fa per dire - Sam Lowes capace di andare a terra per ben 30 volte in appena 18 GP in Moto2. I giovani però avanzano e così Gabriel Rodrigo si è conquistato la medaglia di argento strisciando sull’asfalto per 27 volte in Moto3.

Maggiore esperienza non significa esattamente maggiore stabilità e infatti l’ultimo gradino del podio è per Cal Crutcholw (che a volte viene ribattezzato simpaticamento ‘Crashlow’) che ha coricato la sua Honda 26 volte durante la stagione. Verrebbe da dire che la lotta per il terzo posto è stata molto combattuta, perché Jack Miller è rimasto escluso per una sola caduta.

Come è intuibile, in questa classifica vince chi… arriva ultimo e la corona in MotoGP spetta a Valentino Rossi, autore di sole 4 cadute, purtroppo per lui 3 di queste sono arrivate in gara. La Yamaha ha scelto bene da questo punto di vista per il prossimo anno, perché anche Vinales è molto parco con le scivolate e infatti è finito a terra 5 volte, 6 invece le cadute di Dovizioso e Barbera. Un ultima curiosità sulla classe regina: il campione del mondo Marquez è sul podio di classe, con 17 centri, la maggior parte nelle prove libere.

Passiamo alla Moto2 per leggere il ‘bravo’ di turno che è sorprendentemente un debuttante: Isaac Vinales, per lui solo 4 cadute. In Moto3 il migliore è invece stato Livio Loi, che ha perso l’equilibrio appena 2 volte in 18 GP, riuscendo a fare meglio del già ottimo Kornfeil, a terra solo 3 volte.

Per quanto riguarda gli italiani. la magli nera va ad Antonelli, Corsi, Pasini e Locatelli. Niccolò è caduto 21 volte, Simone, Mattia e Andrea 18.

SI CADE DI PIU’, MA SOLO IN MOTOGP - Assegnati i trofei, guardiamo ora i numeri generali. Contando tutte e tre le categorie le cadute totali durante l’anno sono state 1062 ed è un record, seppur negativo. Negli ultimi 10 anni, infatti, non si era mai andati in ‘tripla cifra’ e fa addirittura pensare il fatto che rispetto al 2006 le cadute sia quasi raddoppiate (erano state 647).

Andando più a fondo si nota come la colpevole di questa crescita sia la MotoGP. Nelle altri due classi ci sono stati dei risultati simili rispetto al 2015: in Moto2 364 cadute contro 352, in Moto3 410 contro 409. La classe regina invece è passata da 215 a 288 cadute. Guardandosi indietro, in 6 anni ha più che raddoppiato le sue cadute, in 10 anni sono addirittura triplicate.

Questo contrasta leggermente da quanto detto dal boss di Michelin Goubert che, il sabato prima della gara di Valencia, notava che le cadute in gara fino a quel momento erano state minori rispetto all’anno prima. Dati esatti, ma parziali. Facendo il conto totale, in questa stagione si è caduto molto di più.

Il cambiamento delle gomme ha certamente giocato il suo ruolo, ma bisogna anche ammettere che i piloti si sono trovati molte volte a giocare contro il meteo. Fra pioggia, pista umida e freddo, le condizioni spesso non sono state ideali quest’anno e le tante carene grattugiate ne sono una conseguenza.

A PHILLIP ISLAND TUTTI GIU’ PER TERRA - Chiudiamo questa nostra analisi prendendo in esame i vari circuiti. Phillip Island si prende la maglia nera con 90 cadute nei tre giorni, 6 in più che a Motegi e 9 che al Sachsenring. Tre circuiti, come detto prima, dove è facile trovare basse temperature al mattino e in questa stagione non hanno… deluso in questo senso.

Il circuito in cui invece si è caduti meno è il Mugello, poi c’è stato il Red Bull Ring (in cui, obiettivamente, ci sono così poche curve da non offrire molte possibilità in questo senso…) e infine Austin.

Abbiamo lasciato per i saluti finali la curva ‘maledetta’, quella in cui si sono registrate più cadute: è la curva 4 di Phillip Island, il primo rampino a destra a cui si arriva dalla velocissima Stoner. Quel punto ha ingannato per 32 piloti. In confronto, la curva 9 di Motegi e la prima di Motegi con le loro 20 cadute sono delle principianti.

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