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MotoGP, Marc Marquez: quest'anno mi do 9 e mezzo

Marc il giorno dopo: "non mi sento un uomo fatto o finito ma solo un ragazzo ed ho ancora tanto da fare"

Marc Marquez: quest'anno mi do 9 e mezzo

Il giorno dopo la sorpresa  ha lasciato il passo alla consapevolezza. Marquez può riflettere sul suo più recente capolavoro, quel titolo del mondo (il terzo in quattro anni di MotoGP) conquistato a Motegi. Il frutto di una stagione gestita alla perfezione, ma non per questo facile o scontata nel risultato.

Hai vinto tre titoli in quattro anni, qualcuno potrebbe dire che è stato facile…
Lo si può pensare, ma non è stato così e ogni stagione è stata diversa dall’altra. Questo non è uno sport dove dipende tutto da te stesso, ci sono tanti fattori che giocano un ruolo importante, dalla moto, all’azienda, alla squadra, e tutti devono essere al 100%: non è semplice. Ho imparato molto dallo scorso anno in cui ho fatto tanti errori, ma il prossimo anno sarà ancora diverso”.

Quest’anno molte volte non sei caduto con salvataggi estremi, il tuo marchio di fabbrica. Quanti non ne abbiamo visti?
Anche domenica, alla curva 3, stavo per andare in terra. In TV si vedono solo i momenti più spettacolari, ma ce ne sono stati tanti. Soprattutto in prova, perché cercavo il limite in quelle occasioni per poi essere più sicuro in gara”.

L’anno scorso hai finito la stagione con sei ‘zeri’, quest’anno nessuno fino a ora. Ha funzionato…
Ho cercato di imparare dalla scorsa stagione, ma molto dipende da come inizi: se parti bene nel campionato poi è più facile gestire la situazione. Se invece sbagli, la stagione diventa in salita e sei costretto a rischiare di più.

Un discorso maturo per un ragazzo di soli 23 anni. Ti senti già vecchio?
Non direi, mi sento ancora un ragazzo e non un uomo fatto e finito. Sto ancora imparando e ho ancora tanto da fare nella mia carriera, come nella mia vita. Siamo tutti umani, magari in futuro sbaglierò di più o ripeterò gli stessi errori. Anno dopo anno, sto acquistando esperienza, non solo in pista e sento di essere cresciuto”.

Dove puoi ancora migliorare?
“Quest’anno è stato perfetto, non in molti punti, ma c’è sempre un punto debole. Se dovessi darmi un voto sarebbe 9 e mezzo, il mezzo punto lo tolgo per Le Mans. Ho fatto un errore che avrei potuto evitare. Anche a Silverstone ho spinto più di quanto avrei dovuto, anche se poi ho gestito la situazione”.

Cosa significa la pressione per te?
E’ difficile da spiegare, è qualcosa che ti rende insicuro, fa nascere dubbi e ti rende teso. E’ qualcosa che ti consuma mentalmente e fisicamente e al termine del fine settimana sei completamente distrutto. Ti succhia energia e devi controllarla. Sono stato fortunato ad avere una grande famiglia nel paddock, la mia squadra mia ha aiutato a staccare e a rilassarmi”.

Come ti senti ora con il titolo in bacheca?
E’ una sensazione strana perché inaspettata, pensavo di vincerlo a Valencia. Se uno non avesse visto il campionato, potrebbe pensare che è stato facile, perché ci sono riuscito con tre gare di anticipo. Invece è stata dura, in dei momenti ho pensato di non farcela. Ho portato a casa punti, mentre i miei rivali sbagliavano. Gli errori succedono per un motivo: quando uno va forte mette pressione agli altri e questo incrementa la possibilità di errore.

Marc Marquez e Shuhei NakamotoNon solo i rivali, anche il nuovo regolamento ti aveva complicato la vita…
A inizio stagione è stato un grande problema, i test invernali sono stati molto complicati. Ho chiesto a Honda di mostrare a tutti quanto sappiano reagire a nuove sfide, perché eravamo molto distanti dai migliori”.

In quel momento hai pensato che il titolo sarebbe stato impossibile?
Bisogna avere fiducia e fede! In molto lo dicevano, ma io mi sentivo motivato perché ho sempre creduto che niente è impossibile”.

Se dovessi tenere solo una gara di tutta la tua carriera, quale sarebbe?
Non posso dimenticare quella di Valencia nel 2013, stavo lottando per il titolo MotoGP per la prima volta e in casa mia. Poi ce n’è un altra, sempre a Valencia, ma che non ho corso io ma è come se lo avessi fatto: nel 2104 quando mio fratello Alex ha vinto il titolo in Moto3. Non so perché, ma è impressa nella mia mente, ogni momento, ogni sorpasso”.

Un’ultima cosa, qual è la tua domenica perfetta… non in moto?
Mi piace stare sul divano (ride) guardando il CEV o il motocross e poi, nel pomeriggio, magari una partita di calcio, naturalmente del Barca! Giriamo sempre per il mondo, quando sei a casa vuoi solo riposarti e ricaricare le batterie”.


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