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Una FP3 tutt’altro che semplice per i piloti della classe regina, alle prese con i problemi di grip derivanti dagli pneumatici. Le gomme rappresentano infatti l’anello debole nel turno di libere del sabato mattina. Preservando la morbida per le qualifiche è obbligatoria la scelta della dura, che però deve fare i conti con la bassa temperatura dell’asfalto. Un aspetto determinante, a tal punto che lo pneumatico non riesce a scaldarsi.
Di conseguenza non sono mancate le cadute. A terra è finito Rossi, ma anche Bautista e Lowes, con sospetta frattura al piedi sinistro.
Spettacolare è stato l'incidente che ha visto coinvolto Danilo Petrucci, investito dalla Yamaha di Pol Espargarò praticamente all'uscita dei box. Il pilota ternano ha accusato un forte dolore alla testa. Medesima sorte per Nicky Hayden, volato alla curva 14 come Marquez e Pol Espargarò, tanto che la Yamaha del team Tech3 ha rischiato di travolgere commissari e piloti impegnati a rimuovere la Honda. Una scena che ricorda per certi aspetti quella di Silverstone con Marquez e Crutchlow.
Tra le tante difficoltà, Marc Marquez e la Honda confermano il proprio potenziale sulla pista di Aragon, strappando il riferimento della mattinata in 1’47”810, l’unico in grado di abbattere il muro dell’1’48”. Alle sue spalle un’altra Honda, la LCR di Cal Crutchlow, in ritardo di meno di due decimi nei confronti dello spagnolo (+0.196). Nelle prime posizioni anche la Suzuki di Vinales (+0.242), che in terza piazza precede la prima delle Yamaha, ovvero quella di Jorge Lorenzo (+0.488).
Valentino Rossi ha preferito non cercare il tempo nel finale, rimanendo ai box e accontentandosi del nono crono a oltre un secondo dalla vetta (+1.157). Davanti a lui la Ducati di Dovizioso e la Honda di Pedrosa, protagonista ieri del miglior tempo in FP2.
