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MotoGP, I misteri del GP di Brno: il silenzio su gomme distrutte e azzardi in pista

Il dubbio: andavano fermati i piloti a rischio? La Michelin sapeva a cosa andavano incontro?

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Il Gran Premio della Repubblica Ceca, come molti altri quest'anno, è stato deciso dalle gomme.
Più che quello di Argentina, o d'Olanda, però ci ha lasciato in testa alcuni interrogativi.

Domande che dovrebbero porsi tutti, e soprattutto la Direzione di Gara che negli ultimi tempi guarda il centimetro sulle traiettorie di uscita durante le prove, riuscendo a vederlo ed eliminando di conseguenza dei tempi, e nel contempo non vede però situazioni di estremo pericolo come quelle verificatesi a Brno nel corso della gara della MotoGP.

Già perché far proseguire, senza fermarli, piloti che guidano con una gomma anteriore semidistrutta e che può esplodere da un momento all'altro è semplicemente criminale.

RISCHIO INACCETTABILE - Se infatti Dovizioso e Lorenzo sono rientrati immediatamente ai box appena la gomma anteriore ha iniziato a perdere i pezzi, altri come Iannone hanno proseguito ad oltranza.

Onore a lui, ovviamente, al suo coraggio, ma cosa sarebbe accaduto se il Maniaco avesse perso il controllo della sua Ducati in frenata?
"A volte gli capita anche con le gomme buone", ha chiosato, ovviamente scherzando, Lin Jarvis della Yamaha.

BANDIERA NERA - Per casi come questi esiste la bandiera nera. La Direzione Gara ha l'obbligo di far fermare un pilota quando si accorge che qualcosa sulla sua moto mette a repentaglio la sua vita o quella di altri corridori.
Nel passato accadeva spesso, perché le due tempi avevano il brutto vizio di rompere le espansioni che iniziavano a pencolare pericolosamente. Oggi succede di rado, ma domenica era uno di quei casi in cui la DG sarebbe dovuta intervenire.

czechgpMA C'E' UNA DIREZIONE DI GARA? - Già perché se si parla di sicurezza bisogna farlo sempre, senza lasciare spazio a troppe interpretazioni.
Prendiamo gli spoiler, per esempio.
Anche se non c'è evidenza che lo siano sono stati bannati dal prossimo anno perché pericolosi.
Mi chiederete perché non da subito, ed in questo caso la risposta è ovvia: per non causare un danno a chi li ha adottati ed investito su di essi.
E' giusto, non si modificano i regolamenti in corso d'opera.

CASCO OBBLIGATORIO, PERCHE' NON SUBITO? - Ma in un altro caso - l'obbligatorietà di far indossare ai meccanici un casco protettivo durante il flag-to-flag - quale è la logica nel non rendere immediatamente effettiva la nuova norma?
"Sarà una buon motivo per cercare una sponsorizzazione da un'azienda di caschi, o almeno ci proveremo", ha detto sorridente sempre il buon Lin Jarvis.

Ma ovviamente la Yamaha, come tutti gli altri team, non avrebbero alcun problema a comperare una decina di caschi in vista del prossimo Gran Premio di Silverstone.
Perché il motivo di pericolo - il meccanico che scivola e può rompersi la testa - esiste fin da oggi, mentre non c'è alcun impedimento a rendere immediatamente effettiva la nuova  regola.

Ragionare, bisogna ragionare. Sempre. Perché nel malaugurato caso di un incidente quale potrà essere la giustificazione nel non aver adottato una regola semplice da attuare fin dal GP di Gran Bretagna?
Ma torniamo agli pneumatici.

L'AZZARDO MICHELIN - In Argentina la Michelin ha tolto dalla disponibilità dei piloti una gomma ritenuta non sicura.
Perché non lo ha fatto anche domenica scorsa?

Semplice: si pensava ad una gara flag-to-flag.

Cioè la Michelin era conscia che su una pista che si andava asciugando la morbida non avrebbe retto: "quel pneumatico è adatto per l'utilizzo su pista pesantemente bagnata", si legge nel suo comunicato dopo la gara.

czechgpSi è trattato dunque di un errore di valutazione: la Michelin ha confidato nel fatto che i piloti decidessero di passare alle slick man mano che la pista si andava asciugando. Come non è stato con l'unica, involontaria, eccezione di Jorge Lorenzo.
Del resto non esisteva la possibilità di informare i piloti, sulla base di quanto stava accadendo, della possibilità di rientrare ai box per sostituire la gomma anteriore. Tutti loro si rendevano conto che con la pista ancora bagnata sarebbe stato un suicidio agonistico passare alle stick.
Forse non è una cattiva idea quella delle radio.

IL GIALLO YAMAHA - C'è un'ultima cosa. Se è normale che moto diverse sfruttino diversamente gli pneumatici e dunque non è possibile paragonare lo stato delle gomme di Iannone con quelle di Rossi, perché parliamo di una Ducati e di una Yamaha, non ci dovrebbe essere troppa differenza in termini di rendimento fra le gomme di Lorenzo e quelle di Valentino.

Fra perdere pezzi e terminare la gara esiste infatti una grande differenza, ma è esattamente quanto è accaduto a Brno.
Lo spagnolo si è dovuto fermare, Rossi è arrivato secondo.
Proviamo dunque ad esaminare la situazione dei due compagni di squadra.

GIRO PER GIRO - All'11° giro Vale era 9° e Jorge 12°; al 13° giro i due erano rispettivamente 7° e 11°. Stavano guadagnando posizioni. Al 14° giro un ulteriore passo avanti, l'italiano 6°, lo spagnolo 10°.

Poi improvvisamente al 15° passaggio Rossi manteneva la posizione mentre Lorenzo precipitava nelle retrovie per poi fermarsi al box.
Un assetto diverso, od anche uno stile di guida diverso può fare tutta questa differenza?
La risposta potrebbe essere: uno dei due stava forzando maggiormente sulle gomme, ma prima di fermarsi, al 14° giro, Vale era a 4"277 dalla testa della corsa, Jorge a 10"170, stava andando addirittura più piano.

Non pensate per favore nemmeno per un istante a complotti, che non esistono, ci viene semplicemente il dubbio che quegli pneumatici fossero semplicemente inadatti ad affrontare il Gran Premio. Esattamente come quelli ritirati in Argentina dopo il desciapaggio della gomma posteriore di Scott Redding in prova.


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