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MotoGP, Brembo: A Brno quasi dodici quintali di peso su freni

Secondo i tecnici Brembo, il circuito ceco è considerato tra quelli impegnativi come il Red Bull Ring 

Brembo: A Brno quasi dodici quintali di peso su freni

Dopo l’Austria c’è la Repubblica Ceca. Brno ospita infatti l’11° appuntamento del Mondiale 2016 della MotoGP. Conosciuto come Masaryk Circuit, in onore del primo Presidente della Cecoslovacchia (Tomas Masaryk), è stato ridisegnato a metà anni Ottanta sulle ceneri del tracciato di oltre 29 km realizzato negli anni Trenta e dei successivi, che sono stati teatro di gare del Campionato del Mondo a partire dal 1965.

Pur essendo lungo 5,4 km è un tracciato caratterizzato da ampi curvoni e da pochi rettilinei: il più lungo misura infatti solo 636 metri. Ad aumentare le difficoltà tecniche della pista di Brno contribuiscono i numerosi cambi di pendenza, con salite che raggiungono i 7,52 gradi e discese di 5 gradi.

Secondo i tecnici Brembo, che hanno a che fare con tutti i piloti della MotoGP (Brembo fornisce il 100% dei piloti della classe regina), l’Automotodrom Brno rientra nella categoria dei circuiti impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4, ottenuto anche dalla pista di Spielberg e dai tracciati spagnoli di Jerez ed Aragon.

L’impegno dei freni durante il GP della Repubblica Ceca

Quasi tutte le 14 curve della pista prevedono l’impiego dei freni e ciò spiega perché dalla partenza alla bandiera a scacchi i piloti utilizzano i freni per oltre 13 minuti. La presenza di una sola staccata da affrontare ad almeno 300 km/h si traduce, invece, in una decelerazione media piuttosto contenuta: 1,17 g.

Sommando tutte le forze esercitate da un pilota sulla leva del freno nell’intero GP il valore sfiora i 12 quintali ed equivale al peso di 130 pneumatici da 16 pollici per auto.

Le frenate più impegnative del GP della Repubblica Ceca

Delle 11 frenate del circuito di Brno nessuna è considerata altamente impegnativa per i freni; mentre 7 sono di media difficoltà e 4 sono light. La prima curva (Frantisek Stastny), dopo il traguardo, leggermente in discesa, è teatro della frenata più lunga: 260 metri, equivalenti ad 11 campi da tennis, per passare da circa 310 km/h a 126 km/h in soli 4,6 secondi.

Quella invece più impegnativa per l’impianto frenante si trova alla curva 3: i piloti esercitano un carico di 6,1 kg sulla leva e subiscono una decelerazione di 1,5 g per scendere da 291 a 109 km/h in 234 metri.

La più lunga in termini di tempo di utilizzo dei freni è quella della curva intitolata a Kevin Schwantz (la curva 10): ai piloti servono 236 metri per impostare la curva a 103 km/h, dopo aver raggiunto i 273 km/h.

La frenata più modesta è invece alla curva 9, perché le moto perdono poco più di 20 km/h prima di immettersi sul rettilineo che porta alla curva intitolata al texano.  

 

  

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